Se di Galileo Galilei sono noti gli interessi per la scienza del suono e gli esperimenti di fisica acustica, dalla lettura sistematica dell’epistolario emergono i suoi rapporti assidui con importanti ambienti musicali d’Italia e dell’Europa del primo Seicento. Dalle missive scambiate con il fratello Michelangelo, il nipote Alberto Cesare, la figlia Maria Celeste, Fulgenzio Micanzio, Giovanni Giacomo Porro e Benedetto Castelli risulta che a Firenze egli partecipava attivamente all’allestimento delle prime rappresentazioni del dramma in musica e si interessa di musica vocale solistica. I veneziani Giovanni Priuli, Giovanni Battista Grilli, Francesco Bonfante «dal violin» e lo stesso Claudio Monteverdi furono il suo punto di riferimento per le sonate da camera solistiche, mentre a Napoli faceva riferimento per spedire a Monaco di Baviera testi poetici e forme popolari («canzonette, ottave siciliane, versi morali, arie napolitane moderne»). A Roma stabilì rapporti con musicisti come Paolo Agostini e Girolamo Kapsberger, con numerosi mecenati e con il centro culturale dei Barberini, mentre a Padova ebbe modo di utilizzare le proprie competenze organologiche diventando il punto di riferimento per le forniture di corde del liutaio Cristoforo Vendelino ai musicisti attivi oltralpe. L’indagine complessiva dimostra come l’epistolario di Galileo sia una fonte preziosa anche per identificare le fonti, testuali e musicali, dai quali egli attinse i repertori richiesti e per stabilire il ruolo che egli esercitò nella diffusione della «musica moderna» italiana in terra tedesca.

La "moderna musica" nell'epistolario di Galileo Galilei: il carteggio con Fulgenzio Micanzio e Giovanni Giacomo Porro

LOVATO, ANTONIO
1996

Abstract

Se di Galileo Galilei sono noti gli interessi per la scienza del suono e gli esperimenti di fisica acustica, dalla lettura sistematica dell’epistolario emergono i suoi rapporti assidui con importanti ambienti musicali d’Italia e dell’Europa del primo Seicento. Dalle missive scambiate con il fratello Michelangelo, il nipote Alberto Cesare, la figlia Maria Celeste, Fulgenzio Micanzio, Giovanni Giacomo Porro e Benedetto Castelli risulta che a Firenze egli partecipava attivamente all’allestimento delle prime rappresentazioni del dramma in musica e si interessa di musica vocale solistica. I veneziani Giovanni Priuli, Giovanni Battista Grilli, Francesco Bonfante «dal violin» e lo stesso Claudio Monteverdi furono il suo punto di riferimento per le sonate da camera solistiche, mentre a Napoli faceva riferimento per spedire a Monaco di Baviera testi poetici e forme popolari («canzonette, ottave siciliane, versi morali, arie napolitane moderne»). A Roma stabilì rapporti con musicisti come Paolo Agostini e Girolamo Kapsberger, con numerosi mecenati e con il centro culturale dei Barberini, mentre a Padova ebbe modo di utilizzare le proprie competenze organologiche diventando il punto di riferimento per le forniture di corde del liutaio Cristoforo Vendelino ai musicisti attivi oltralpe. L’indagine complessiva dimostra come l’epistolario di Galileo sia una fonte preziosa anche per identificare le fonti, testuali e musicali, dai quali egli attinse i repertori richiesti e per stabilire il ruolo che egli esercitò nella diffusione della «musica moderna» italiana in terra tedesca.
1996
Musica, scienza e idee nella Serenissima durante il Seicento, a cura di F. Passadore e F. Rossi
8875520143
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