Il contributo analizza il rapporto tra disciplina formale dell’accertamento tributario e principi sostanziali costituzionali, sostenendo - alla stregua di base di partenza – la (evidente) strumentalità della prima rispetto ai secondi. Codesto rapporto di proiezione funzionale sussiste con riguardo a tutti i settori d’imposta, indipendentemente da quale sia il fatto-indice elevato dal legislatore a presupposto del tributo: la disciplina formale rappresenta lo strumento per la realizzazione del modello legale di riparto espresso dall’art. 53 Cost. Da qui s’avvia il percorso ricostruttivo seguito nello scritto, il quale consente di riflettere criticamente sulla impostazione giurisprudenziale affermatasi nel quadro applicativo delle imposte reddituali, in specie con riferimento ai redditi d’impresa. Detta diffusa impostazione, segnatamente, fa leva su una supposta tipicità degli atti amministrativi di rettifica delle dichiarazioni tributarie per farne derivare la conseguenza secondo cui il controllo dell’Amministrazione finanziaria dev’essere improntato sempre e soltanto all’incremento delle basi imponibili, senza occuparsi di soppesare, al contempo, anche le circostanze e fatti che riverberano effetti pro contribuente, ovverosia si traducono in diminuzioni dell’imposta dovuta. Nel caso specifico, operazioni commerciali di acquisto e rivendita di prodotti, individuate dall’Ufficio impositore come inesistenti in capo ad una impresa, dovrebbero sfociare nel mero disconoscimento del costo di acquisto deducibile, senza comportare simmetricamente anche lo “sgonfiamento” del correlato provento tassabile.

Riflessioni critiche in tema di operazioni fittizie e accertamento del reddito d'impresa

POGGIOLI, MARCELLO
2008

Abstract

Il contributo analizza il rapporto tra disciplina formale dell’accertamento tributario e principi sostanziali costituzionali, sostenendo - alla stregua di base di partenza – la (evidente) strumentalità della prima rispetto ai secondi. Codesto rapporto di proiezione funzionale sussiste con riguardo a tutti i settori d’imposta, indipendentemente da quale sia il fatto-indice elevato dal legislatore a presupposto del tributo: la disciplina formale rappresenta lo strumento per la realizzazione del modello legale di riparto espresso dall’art. 53 Cost. Da qui s’avvia il percorso ricostruttivo seguito nello scritto, il quale consente di riflettere criticamente sulla impostazione giurisprudenziale affermatasi nel quadro applicativo delle imposte reddituali, in specie con riferimento ai redditi d’impresa. Detta diffusa impostazione, segnatamente, fa leva su una supposta tipicità degli atti amministrativi di rettifica delle dichiarazioni tributarie per farne derivare la conseguenza secondo cui il controllo dell’Amministrazione finanziaria dev’essere improntato sempre e soltanto all’incremento delle basi imponibili, senza occuparsi di soppesare, al contempo, anche le circostanze e fatti che riverberano effetti pro contribuente, ovverosia si traducono in diminuzioni dell’imposta dovuta. Nel caso specifico, operazioni commerciali di acquisto e rivendita di prodotti, individuate dall’Ufficio impositore come inesistenti in capo ad una impresa, dovrebbero sfociare nel mero disconoscimento del costo di acquisto deducibile, senza comportare simmetricamente anche lo “sgonfiamento” del correlato provento tassabile.
2008
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