Nelle ultime decadi dello scorso secolo numerosi lavori hanno analizzato, soprattutto a partire dalle fonti scritte, le modalità con le quali i barbari si insediarono nell’Impero durante il periodo tardoantico e altomedievale. Le indagini hanno sottolineato l’importante processo di acculturazione di molte di queste popolazioni, iniziato prima della loro penetrazione nei territori romani. Molto meno invece è stato analizzato il fenomeno contrario, e cioè in che modo i romani siano andati progressivamente assorbendo le nuove forme di vita portate da immigrati e invasori. Parallelamente è stata rimarcata la difficoltà di identificare le popolazioni alloctone attraverso i corredi funerari, che si tende ora ad interpretare come risultato di mediazioni sociali condotte localmente, più che come diretto riflesso dell’identità socioculturale ed ideologica degli inumati. La bassa visibilità archeologica delle strutture abitative rispetto alle sepolture ha inoltre lasciato in ombra, in queste discussioni, le modalità di insediamento dei nuovi arrivati e dunque il loro modo di sussistenza e il loro impatto sul territorio e sugli stili di vita delle popolazioni romane. La scoperta nelle regioni dell’Europa meridionale, e particolarmente in Italia, di alcuni siti dove, oltre ai complessi funerari, sono presenti anche contesti abitativi, permette ora ulteriori osservazioni che appare utile integrare con le altre fonti.
Dai Vandali ai Longobardi: osservazioni sull'insediamento barbarico nelle campagne dell'Occidente
BROGIOLO, GIAN PIETRO;CHAVARRIA ARNAU, ALEJANDRA
2008
Abstract
Nelle ultime decadi dello scorso secolo numerosi lavori hanno analizzato, soprattutto a partire dalle fonti scritte, le modalità con le quali i barbari si insediarono nell’Impero durante il periodo tardoantico e altomedievale. Le indagini hanno sottolineato l’importante processo di acculturazione di molte di queste popolazioni, iniziato prima della loro penetrazione nei territori romani. Molto meno invece è stato analizzato il fenomeno contrario, e cioè in che modo i romani siano andati progressivamente assorbendo le nuove forme di vita portate da immigrati e invasori. Parallelamente è stata rimarcata la difficoltà di identificare le popolazioni alloctone attraverso i corredi funerari, che si tende ora ad interpretare come risultato di mediazioni sociali condotte localmente, più che come diretto riflesso dell’identità socioculturale ed ideologica degli inumati. La bassa visibilità archeologica delle strutture abitative rispetto alle sepolture ha inoltre lasciato in ombra, in queste discussioni, le modalità di insediamento dei nuovi arrivati e dunque il loro modo di sussistenza e il loro impatto sul territorio e sugli stili di vita delle popolazioni romane. La scoperta nelle regioni dell’Europa meridionale, e particolarmente in Italia, di alcuni siti dove, oltre ai complessi funerari, sono presenti anche contesti abitativi, permette ora ulteriori osservazioni che appare utile integrare con le altre fonti.Pubblicazioni consigliate
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