Il saggio ricostruisce, sulla base dei documenti, le diverse fasi operative dei cantieri di Bo e Liviano, a partire dal finanziamento ministeriale necessario alla creazione del Quarto Consorzio edilizio dell’Università di Padova (1933), fino alle dimissioni del rettore Carlo Anti (agosto 1943). Comprende dunque le prime polemiche, interne all’Ateneo, per il completamento architettonico della sede centrale; i concorsi per il rinnovamento della medesima e per la costruzione del palazzo di Lettere; la contrattazione, con il locale sindacato, degli affidamenti per opere di decorazione; l’alterna fortuna dei rapporti fra pittori, scultori e architetti da un lato, rettore e uffici tecnici dall’altro. Particolare rilievo è dato al dialogo di Anti con i progettisti (Ettore Fagiuoli e Gio Ponti) e con alcuni artefici di spicco (Gino Severini, Giacomo Manzù, Achille Funi, Ferruccio Ferrazzi, Pino Casarini, Arturo Martini). In tale quadro, l’indagine sulla situazione politica, giuridica e amministrativa dello Stato corporativo permette di chiarire l’abilità del rettore nel concertare le ragioni di burocrati e intellettuali, per produrre un radicale rinnovamento dell’immagine universitaria. La creazione di un’iconografia implicante, capace di raccordare l'antica e recente storia dell’Ateneo alla pretesa grandezza dell’Italia fascista, s’intreccia con la necessità di configurare, nei volti dei protagonisti, un secolare moto di libertà intellettuale. A testimoni della ‘patavina libertas’ sono chiamati filosofi, scienziati e scrittori. Da Pomponazzi a Galileo a Nievo, i volti di studenti e professori vengono a saturare lo spazio, scolpito o dipinto, di un presente – culturale e identitario – di grave incertezza. Anche per questo ai lavori viene data la massima pubblicità, coinvolgendo critici d’arte, fotografi ed editori in un battage promozionale di grande respiro.

Il gioco delle parti nel teatro artistico universitario

NEZZO, MARTA
2008

Abstract

Il saggio ricostruisce, sulla base dei documenti, le diverse fasi operative dei cantieri di Bo e Liviano, a partire dal finanziamento ministeriale necessario alla creazione del Quarto Consorzio edilizio dell’Università di Padova (1933), fino alle dimissioni del rettore Carlo Anti (agosto 1943). Comprende dunque le prime polemiche, interne all’Ateneo, per il completamento architettonico della sede centrale; i concorsi per il rinnovamento della medesima e per la costruzione del palazzo di Lettere; la contrattazione, con il locale sindacato, degli affidamenti per opere di decorazione; l’alterna fortuna dei rapporti fra pittori, scultori e architetti da un lato, rettore e uffici tecnici dall’altro. Particolare rilievo è dato al dialogo di Anti con i progettisti (Ettore Fagiuoli e Gio Ponti) e con alcuni artefici di spicco (Gino Severini, Giacomo Manzù, Achille Funi, Ferruccio Ferrazzi, Pino Casarini, Arturo Martini). In tale quadro, l’indagine sulla situazione politica, giuridica e amministrativa dello Stato corporativo permette di chiarire l’abilità del rettore nel concertare le ragioni di burocrati e intellettuali, per produrre un radicale rinnovamento dell’immagine universitaria. La creazione di un’iconografia implicante, capace di raccordare l'antica e recente storia dell’Ateneo alla pretesa grandezza dell’Italia fascista, s’intreccia con la necessità di configurare, nei volti dei protagonisti, un secolare moto di libertà intellettuale. A testimoni della ‘patavina libertas’ sono chiamati filosofi, scienziati e scrittori. Da Pomponazzi a Galileo a Nievo, i volti di studenti e professori vengono a saturare lo spazio, scolpito o dipinto, di un presente – culturale e identitario – di grave incertezza. Anche per questo ai lavori viene data la massima pubblicità, coinvolgendo critici d’arte, fotografi ed editori in un battage promozionale di grande respiro.
2008
Il miraggio della concordia. Documenti sull'architettura e la decorazione del Bo e del Liviano: Padova 1933-1943.
9788884092052
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