Durante soprattutto la seconda metà del XX secolo la glottodidattica è giunta a dimostrare, anche grazie all’apporto di molte altre discipline, in particolare delle neuroscienze e della psicolinguistica, ma anche degli studi sull’interlingua e la linguistica acquisizionale, che l’apprendimento di una lingua avviene, pur con le differenze dovute alle diversità soggettive, attraverso processi universali e comuni a tutti gli esseri umani. Ciò, si è visto, vale tanto per la lingua materna, quanto per altre lingue che si acquisiscano in fasi e momenti successivi della vita. D’altro canto, si è pure compreso che un forte impatto sul grado di competenza linguistica raggiungibile lo esercita anche il contesto in cui le lingue vengono apprese: non solo in funzione della quantità e della qualità di input, ma anche, ovviamente, per quanto riguarda la motivazione soggiacente all’intero processo. In questo contributo si propongono dunque alcune riflessioni inerenti le differenze che esistono tra l’insegnare una lingua, nello specifico l’italiano, in un contesto in cui essa viene impiegata quotidianamente anche al di fuori dell’aula, cioè in Italia (L2), e uno in cui invece essa sia studiata in ambiente alloglotto, cioè all’estero (LS). Nella prima parte il focus è sugli aspetti teorici della questione (paragrafi 1, 2, 3), mentre nella seconda si propone una riflessione relativamente agli aspetti metodologici (paragrafo 4).

Insegnare l'italiano come L2 e come LS: analogie e differenze teoriche e metodologiche

SANTIPOLO, MATTEO
2008

Abstract

Durante soprattutto la seconda metà del XX secolo la glottodidattica è giunta a dimostrare, anche grazie all’apporto di molte altre discipline, in particolare delle neuroscienze e della psicolinguistica, ma anche degli studi sull’interlingua e la linguistica acquisizionale, che l’apprendimento di una lingua avviene, pur con le differenze dovute alle diversità soggettive, attraverso processi universali e comuni a tutti gli esseri umani. Ciò, si è visto, vale tanto per la lingua materna, quanto per altre lingue che si acquisiscano in fasi e momenti successivi della vita. D’altro canto, si è pure compreso che un forte impatto sul grado di competenza linguistica raggiungibile lo esercita anche il contesto in cui le lingue vengono apprese: non solo in funzione della quantità e della qualità di input, ma anche, ovviamente, per quanto riguarda la motivazione soggiacente all’intero processo. In questo contributo si propongono dunque alcune riflessioni inerenti le differenze che esistono tra l’insegnare una lingua, nello specifico l’italiano, in un contesto in cui essa viene impiegata quotidianamente anche al di fuori dell’aula, cioè in Italia (L2), e uno in cui invece essa sia studiata in ambiente alloglotto, cioè all’estero (LS). Nella prima parte il focus è sugli aspetti teorici della questione (paragrafi 1, 2, 3), mentre nella seconda si propone una riflessione relativamente agli aspetti metodologici (paragrafo 4).
2008
Imparare ad imparare. Imparare ad insegnare. Parole di insegnanti ad uso di studenti
9788849516555
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