Il volume prende le mosse dalle attestazioni di biologismo applicato sistematicamente alla storia a opera di autori latini. Riprendendo una polemica di anni addietro, non ho inteso esaminare, in quanto non significativi all’uopo, tutti i passi in cui i classici parlano occasionalmente di nascita, crescita, decadenza di uno stato, mutuando inevitabilmente dal biologismo un linguaggio tanto metaforico quanto corrente in ogni epoca e situazione. Mi sono perciò attenuto alle testimonianze che trattano a fondo e coerentemente la teoria della vita statale paragonata all’esistenza del singolo individuo. Ho distinto preliminarmente gli autori interessati specificamente alla vicenda interna di Roma, cone le sue vicissitudini costituzionali e magistratuali, vale a dire Seneca e Vopisco (SHA), da quanti hanno interpretato la storia di Roma proiettata sulla politica estera, cioè Floro e Ammiano. Si è così seguito il percorso per cui la senectus rei publicae divenne tout-court senectus imperii. Su tali basi si è affrontato il problema della Urquelle di tale concezione, individuata per il Romani in Varrone Reatino: la sua diagnosi sulla fine della Repubblica nel 48 a Farsalo viene successivamente spostata a Filippi (Seneca) e poi al dopo Azio (Floro), ravvisando nel principato augusteo allora impostosi il decadere di Roma per l’amissa libertas. La senectus imperi convive tranquillamente con l’idea di Roma aeterna. ribadita sin dai tempi di Cicerone e Livio e viva anche dopo il sacco di Roma del 410.

Senectus imperii.Biologismo e storia romana

BESSONE, LUIGI
2008

Abstract

Il volume prende le mosse dalle attestazioni di biologismo applicato sistematicamente alla storia a opera di autori latini. Riprendendo una polemica di anni addietro, non ho inteso esaminare, in quanto non significativi all’uopo, tutti i passi in cui i classici parlano occasionalmente di nascita, crescita, decadenza di uno stato, mutuando inevitabilmente dal biologismo un linguaggio tanto metaforico quanto corrente in ogni epoca e situazione. Mi sono perciò attenuto alle testimonianze che trattano a fondo e coerentemente la teoria della vita statale paragonata all’esistenza del singolo individuo. Ho distinto preliminarmente gli autori interessati specificamente alla vicenda interna di Roma, cone le sue vicissitudini costituzionali e magistratuali, vale a dire Seneca e Vopisco (SHA), da quanti hanno interpretato la storia di Roma proiettata sulla politica estera, cioè Floro e Ammiano. Si è così seguito il percorso per cui la senectus rei publicae divenne tout-court senectus imperii. Su tali basi si è affrontato il problema della Urquelle di tale concezione, individuata per il Romani in Varrone Reatino: la sua diagnosi sulla fine della Repubblica nel 48 a Farsalo viene successivamente spostata a Filippi (Seneca) e poi al dopo Azio (Floro), ravvisando nel principato augusteo allora impostosi il decadere di Roma per l’amissa libertas. La senectus imperi convive tranquillamente con l’idea di Roma aeterna. ribadita sin dai tempi di Cicerone e Livio e viva anche dopo il sacco di Roma del 410.
2008
9788861292994
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