L’opera affronta un principio “classico” alla luce di nuovi scenari. Alle questioni più tradizionali che coinvolgono la presunzione di non colpevolezza, rappresentate da un impiego poco ortodosso della custodia cautelare e da una ripartizione del rischio della mancata prova poco rispettosa della posizione di privilegio che la presunzione riconosce all’imputato, si aggiungono infatti un insieme di problemi più recenti: dalle politiche criminali tese a modulare le garanzie processuali in funzione della mera tipologia delittuosa (“doppio binario”) alle distorsioni mediatiche e ai processi “virtuali” saturi di ombre inquisitorie: dalle aporie cognitive determinate dal progresso scientifico (con le relative ricadute sul piano della regola di giudizio dell’oltre ogni ragionevole dubbio) alla sfida dell’anticognitivismo, frutto di una visione pragmatico-utilitaristica del processo che trova la sua più significativa espressione nel patteggiamento; fino alle ultime tendenze, volte ad anticipare sempre di più la soglia del’intervento statuale (con la conseguente valorizzazione del “sospetto di reato”), per contrastare le forme di criminalità più articolate e pericolose (mafia, terrorismo interno e internazionale): uno scenario assai insidioso dove il confine tra prevenzione e repressione risulta non di rado evanescente. L’analisi mira peraltro ad inquadrare i problemi in una cornice inedita, tratteggiata, sul piano “interno”, dai principi costituzionali della ragionevole durata del processo e della par condicio, e, sul piano “esterno”, dalla giurisprudenza europea e dalla tensione ideale verso la costruzione di uno spazio giudiziario sovranazionale che costituisce, ormai, un autentico punto di non ritorno sulla strada della modernizzazione delle garanzie processuali.

La presunzione di non colpevolezza dell'imputato. II^ ed.

PAULESU, PIERPAOLO
2009

Abstract

L’opera affronta un principio “classico” alla luce di nuovi scenari. Alle questioni più tradizionali che coinvolgono la presunzione di non colpevolezza, rappresentate da un impiego poco ortodosso della custodia cautelare e da una ripartizione del rischio della mancata prova poco rispettosa della posizione di privilegio che la presunzione riconosce all’imputato, si aggiungono infatti un insieme di problemi più recenti: dalle politiche criminali tese a modulare le garanzie processuali in funzione della mera tipologia delittuosa (“doppio binario”) alle distorsioni mediatiche e ai processi “virtuali” saturi di ombre inquisitorie: dalle aporie cognitive determinate dal progresso scientifico (con le relative ricadute sul piano della regola di giudizio dell’oltre ogni ragionevole dubbio) alla sfida dell’anticognitivismo, frutto di una visione pragmatico-utilitaristica del processo che trova la sua più significativa espressione nel patteggiamento; fino alle ultime tendenze, volte ad anticipare sempre di più la soglia del’intervento statuale (con la conseguente valorizzazione del “sospetto di reato”), per contrastare le forme di criminalità più articolate e pericolose (mafia, terrorismo interno e internazionale): uno scenario assai insidioso dove il confine tra prevenzione e repressione risulta non di rado evanescente. L’analisi mira peraltro ad inquadrare i problemi in una cornice inedita, tratteggiata, sul piano “interno”, dai principi costituzionali della ragionevole durata del processo e della par condicio, e, sul piano “esterno”, dalla giurisprudenza europea e dalla tensione ideale verso la costruzione di uno spazio giudiziario sovranazionale che costituisce, ormai, un autentico punto di non ritorno sulla strada della modernizzazione delle garanzie processuali.
2009
9788834895085
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