Negli ultimi anni si è assistito alla progressiva affermazione del ruolo della banca quale gestrice di una molteplicità di rischi che ne connotano un’attività sempre più articolata e che in via più o meno diretta incidono, in ultima istanza, sul suo equilibrio patrimoniale e sulla sua solvibilità. La normativa internazionale e la disciplina di vigilanza nazionale rappresentano a tale riguardo un imprescindibile punto di riferimento. Tra i vari rischi che si affiancano a quelli di carattere tradizionale quali il rischio di credito e il rischio di mercato, una posizione di particolare rilievo assume il rischio di tasso di interesse nel banking book. A ben vedere non si tratta evidentemente di un rischio di nuova generazione o di recente individuazione, né di una fattispecie che le banche più avanzate non tentino di misurare e di gestire. Si tratta, infatti, di un rischio insito nella più tradizionale delle funzioni svolte dal sistema finanziario e dalle banche commerciali in particolare quale quella di trasformazione delle scadenze. Fin dagli anni ’70 nella letteratura americana e dagli anni ’90 in quella nazionale, si assiste al proliferare di interventi sull’argomento e allo sviluppo di modelli gestionali rientranti nella più ampia definizione di Asset&Liability Management (ALM). A ciò ha fatto seguito anche una particolare attenzione da parte delle autorità di vigilanza; esse hanno proposto modelli di misurazione, peraltro semplificati, al fine di consentire una prima valutazione del livello di rischio cui è sottoposta la banca e dar corso così a opportune soluzioni di contenimento in ipotesi di rischio elevato. Accanto alla diffusa consapevolezza dell’importanza del rischio qui in oggetto, è altrettanto ampia la percezione della complessità della sua corretta misurazione e di come eventuali semplificazioni, ovvero, errori possano condurre a una rappresentazione palesemente distorta dell’esposizione al rischio sopportata dalla banca e a risultati del tutto fuorvianti o scarsamente utili alla gestione aziendale. In particolare, due sembrano gli ambiti nei quali si presentano le maggiori difficoltà di misurazione e di gestione del rischio di tasso di interesse nel banking book: il trattamento delle poste a vista e la considerazione delle attività e delle passività contenenti opzioni implicite di rimborso anticipato. In questo caso, in particolare, il riferimento concerne in via pressoché esclusiva le operazioni di mutuo concesse alla clientela, la cui incidenza quantitativa sul complesso delle operazioni di impiego svolte dagli intermediari bancari, in particolari per quelli di piccola e media dimensione, è particolarmente rilevante. Il presente lavoro si propone quindi di approfondire, pur consapevoli della molteplicità di problematiche aperte con riferimento alla misurazione e alla gestione del rischio di tasso di interesse nel banking book, le due tematiche sopra richiamate al fine di individuare soluzioni rigorose dal punto di vista metodologico, ma altresì concretamente applicabili ed efficienti da un punto di vista delle risorse economiche, organizzative e materiali necessarie alla loro implementazione. Il primo capitolo presenta, dapprima, una illustrazione delle diverse configurazioni di rischio di tasso di interesse che connotano la gestione di una banca commerciale, per poi passare a una rassegna dettagliata dei modelli, ampiamente condivisi dalla letteratura sull’Asset&Liability Management, e tradizionalmente impiegati dalle banche per la misurazione e la gestione del rischio di interesse. Verranno poi evidenziati, a margine della panoramica proposta, i limiti che contraddistinguono tali modelli; in generale, infatti, essi non permettono di fornire una rappresentazione adeguata di tutti i possibili e molteplici effetti generati dalle fluttuazioni dei tassi di interesse sulla situazione economico-patrimoniale della banca. Il secondo e il terzo capitolo contengono il contributo innovativo vero e proprio che il presente lavoro intende offrire. Le metodologie applicate per stimare la sensibilità del margine economico e del valore di mercato alle variazioni dei tassi di interesse, sia delle operazioni a vista sia dei mutui con opzione di rimborso anticipato, scaturiscono dal tentativo di rendere maggiormente fruibili, da parte della gestione finanziaria della banca, alcuni strumenti matematico–statistici normalmente impiegati solo in ambito accademico. Le molteplici problematiche riguardanti le due forme tecniche oggetto di analisi sono affrontate attraverso una serie di argomentazioni articolate, secondo il seguente schema: individuazione di un approccio di valutazione condiviso dalla letteratura di riferimento; rappresentazione teorica del modello e definizione degli aspetti di natura quantitativa; illustrazione delle diverse fasi necessarie per l’implementazione del modello; applicazione del modello mediante un’analisi empirica e analisi dei risultati. Il tentativo, in sostanza, è, da un lato, quello di individuare i modelli maggiormente idonei a una effettiva implementazione da parte delle banche e, dall’altro, quello di applicare tali metodologie nell’ambito di un’indagine empirica. L’ultimo capitolo presenta i profili essenziali delle nuove disposizioni di vigilanza prudenziale per le banche con riferimento al rischio di tasso di interesse nel portafoglio bancario, considerando congiuntamente anche quanto previsto dalla nuova disciplina sul bilancio bancario.

La misurazione e la gestione del rischio di tasso di interesse nel banking book

ZEN, FRANCESCO
2008

Abstract

Negli ultimi anni si è assistito alla progressiva affermazione del ruolo della banca quale gestrice di una molteplicità di rischi che ne connotano un’attività sempre più articolata e che in via più o meno diretta incidono, in ultima istanza, sul suo equilibrio patrimoniale e sulla sua solvibilità. La normativa internazionale e la disciplina di vigilanza nazionale rappresentano a tale riguardo un imprescindibile punto di riferimento. Tra i vari rischi che si affiancano a quelli di carattere tradizionale quali il rischio di credito e il rischio di mercato, una posizione di particolare rilievo assume il rischio di tasso di interesse nel banking book. A ben vedere non si tratta evidentemente di un rischio di nuova generazione o di recente individuazione, né di una fattispecie che le banche più avanzate non tentino di misurare e di gestire. Si tratta, infatti, di un rischio insito nella più tradizionale delle funzioni svolte dal sistema finanziario e dalle banche commerciali in particolare quale quella di trasformazione delle scadenze. Fin dagli anni ’70 nella letteratura americana e dagli anni ’90 in quella nazionale, si assiste al proliferare di interventi sull’argomento e allo sviluppo di modelli gestionali rientranti nella più ampia definizione di Asset&Liability Management (ALM). A ciò ha fatto seguito anche una particolare attenzione da parte delle autorità di vigilanza; esse hanno proposto modelli di misurazione, peraltro semplificati, al fine di consentire una prima valutazione del livello di rischio cui è sottoposta la banca e dar corso così a opportune soluzioni di contenimento in ipotesi di rischio elevato. Accanto alla diffusa consapevolezza dell’importanza del rischio qui in oggetto, è altrettanto ampia la percezione della complessità della sua corretta misurazione e di come eventuali semplificazioni, ovvero, errori possano condurre a una rappresentazione palesemente distorta dell’esposizione al rischio sopportata dalla banca e a risultati del tutto fuorvianti o scarsamente utili alla gestione aziendale. In particolare, due sembrano gli ambiti nei quali si presentano le maggiori difficoltà di misurazione e di gestione del rischio di tasso di interesse nel banking book: il trattamento delle poste a vista e la considerazione delle attività e delle passività contenenti opzioni implicite di rimborso anticipato. In questo caso, in particolare, il riferimento concerne in via pressoché esclusiva le operazioni di mutuo concesse alla clientela, la cui incidenza quantitativa sul complesso delle operazioni di impiego svolte dagli intermediari bancari, in particolari per quelli di piccola e media dimensione, è particolarmente rilevante. Il presente lavoro si propone quindi di approfondire, pur consapevoli della molteplicità di problematiche aperte con riferimento alla misurazione e alla gestione del rischio di tasso di interesse nel banking book, le due tematiche sopra richiamate al fine di individuare soluzioni rigorose dal punto di vista metodologico, ma altresì concretamente applicabili ed efficienti da un punto di vista delle risorse economiche, organizzative e materiali necessarie alla loro implementazione. Il primo capitolo presenta, dapprima, una illustrazione delle diverse configurazioni di rischio di tasso di interesse che connotano la gestione di una banca commerciale, per poi passare a una rassegna dettagliata dei modelli, ampiamente condivisi dalla letteratura sull’Asset&Liability Management, e tradizionalmente impiegati dalle banche per la misurazione e la gestione del rischio di interesse. Verranno poi evidenziati, a margine della panoramica proposta, i limiti che contraddistinguono tali modelli; in generale, infatti, essi non permettono di fornire una rappresentazione adeguata di tutti i possibili e molteplici effetti generati dalle fluttuazioni dei tassi di interesse sulla situazione economico-patrimoniale della banca. Il secondo e il terzo capitolo contengono il contributo innovativo vero e proprio che il presente lavoro intende offrire. Le metodologie applicate per stimare la sensibilità del margine economico e del valore di mercato alle variazioni dei tassi di interesse, sia delle operazioni a vista sia dei mutui con opzione di rimborso anticipato, scaturiscono dal tentativo di rendere maggiormente fruibili, da parte della gestione finanziaria della banca, alcuni strumenti matematico–statistici normalmente impiegati solo in ambito accademico. Le molteplici problematiche riguardanti le due forme tecniche oggetto di analisi sono affrontate attraverso una serie di argomentazioni articolate, secondo il seguente schema: individuazione di un approccio di valutazione condiviso dalla letteratura di riferimento; rappresentazione teorica del modello e definizione degli aspetti di natura quantitativa; illustrazione delle diverse fasi necessarie per l’implementazione del modello; applicazione del modello mediante un’analisi empirica e analisi dei risultati. Il tentativo, in sostanza, è, da un lato, quello di individuare i modelli maggiormente idonei a una effettiva implementazione da parte delle banche e, dall’altro, quello di applicare tali metodologie nell’ambito di un’indagine empirica. L’ultimo capitolo presenta i profili essenziali delle nuove disposizioni di vigilanza prudenziale per le banche con riferimento al rischio di tasso di interesse nel portafoglio bancario, considerando congiuntamente anche quanto previsto dalla nuova disciplina sul bilancio bancario.
2008
9788834886700
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