L’articolo è dedicato all’amicizia intellettuale ed umana che legò Antioch Kantemir a Luigi Riccoboni, secondo alcuni il maggior uomo di teatro del Settecento italiano dopo Goldoni. Particolare attenzione è riservata all’opera riccoboniana De la réformation du théâtre (1743) che, probabilmente dietro suggerimento dello stesso Kantemir, Riccoboni dedicò ad Elisabetta Petrovna. Malgrado la positiva accoglienza riservata dalla zarina all’omaggio dell’attore-scrittore italiano, forse anche a causa della precoce morte di Kantemir (1744), il rapporto di Riccoboni con la corte russa non ebbe conseguenze concrete, ma, procedendo ad un confronto fra i contenuti della Réformation e i principi che presiedettero alla fondazione del Teatro Nazionale russo voluto da Elisabetta nel 1756, l’A. ipotizza che l’imperatrice e il suo entourage abbiano fatte proprie non solo molte delle tesi particolari sostenute dall’italiano, ma anche – ciò che appare assai più importante – la sua concezione basilare, secondo la quale il teatro da mezzo di puro intrattenimento doveva farsi strumento utile al buon funzionamento della società e alla sicurezza dello stato: una concezione, che ad Elisabetta dovette sembrare pienamente adeguata alle esigenze del suo immenso paese che solo da pochi anni si era aperto a forme di organizzazione politico-sociale di stampo moderno.
Iz predystorii Rossijskogo teatra: A.D. Kantemir i ital'janskij akter i teatral'nyj dejatel' Luidži Rikkoboni
FERRAZZI, MARIALUISA
2008
Abstract
L’articolo è dedicato all’amicizia intellettuale ed umana che legò Antioch Kantemir a Luigi Riccoboni, secondo alcuni il maggior uomo di teatro del Settecento italiano dopo Goldoni. Particolare attenzione è riservata all’opera riccoboniana De la réformation du théâtre (1743) che, probabilmente dietro suggerimento dello stesso Kantemir, Riccoboni dedicò ad Elisabetta Petrovna. Malgrado la positiva accoglienza riservata dalla zarina all’omaggio dell’attore-scrittore italiano, forse anche a causa della precoce morte di Kantemir (1744), il rapporto di Riccoboni con la corte russa non ebbe conseguenze concrete, ma, procedendo ad un confronto fra i contenuti della Réformation e i principi che presiedettero alla fondazione del Teatro Nazionale russo voluto da Elisabetta nel 1756, l’A. ipotizza che l’imperatrice e il suo entourage abbiano fatte proprie non solo molte delle tesi particolari sostenute dall’italiano, ma anche – ciò che appare assai più importante – la sua concezione basilare, secondo la quale il teatro da mezzo di puro intrattenimento doveva farsi strumento utile al buon funzionamento della società e alla sicurezza dello stato: una concezione, che ad Elisabetta dovette sembrare pienamente adeguata alle esigenze del suo immenso paese che solo da pochi anni si era aperto a forme di organizzazione politico-sociale di stampo moderno.Pubblicazioni consigliate
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