I dati e l’andamento dell’interscambio di beni e servizi fra l’Austria e il resto del mondo (soprattutto UE e CEECs) confermano che l’Austria assomiglia sempre più a una “piccola economia aperta” e che la sua apertura sta aumentando soprattutto nella direzione dei Paesi dell’Europa Orientale. Questa tendenza è confermata anche dall’andamento degli investimento diretti esteri (FDI), sia di quelli in uscita dall’Austria sia di quelli in entrata. Questi investimenti, pressoché nulli fino all’entrata dell’Austria nell’Unione Europea, sono cresciuti negli anni successivi fino ad assumere una crescita esponenziale negli anni successivi all’allargamento UE del 2004. Ancora più della crescita dell’interscambio di beni e servizi, l’aumento degli FDI segnala l’ingrandimento del grado di apertura dell’economia austriaca. Questa apertura si manifesta nell’aumento non solo del totale degli FDI in uscita (per lo più verso i CEECs, siano questi membri o meno dell’UE) ma anche della quota di questi flussi attribuibile alle filiali austriache di imprese multinazionali. Inoltre, l’aumento degli FDI di tipo “indiretto” (cioè decisi dalle filiali austriache di imprese multinazionali) in aggiunta a quello degli FDI di tipo “diretto” (cioè decisi da imprese-madri ubicate in Austria) ha a sua volta contribuito a trasformare l’economia austriaca da piccola economia aperta soprattutto verso la Germania in un’economia aperta anche verso altri Paesi. L’Austria è così diventata un “regional player” di FDI con raggio d’azione attualmente limitato a due fasce di Paesi, di cui la prima fascia comprende Paesi direttamente confinanti con l’Austria, quali la Germania e la Svizzera, mentre la seconda fascia comprende Paesi più lontani ma confinanti con quelli della prima.

Austria's Import-Export Trends and Foreign Direct Investment after the EU Enlargement

MEACCI, FERDINANDO
2009

Abstract

I dati e l’andamento dell’interscambio di beni e servizi fra l’Austria e il resto del mondo (soprattutto UE e CEECs) confermano che l’Austria assomiglia sempre più a una “piccola economia aperta” e che la sua apertura sta aumentando soprattutto nella direzione dei Paesi dell’Europa Orientale. Questa tendenza è confermata anche dall’andamento degli investimento diretti esteri (FDI), sia di quelli in uscita dall’Austria sia di quelli in entrata. Questi investimenti, pressoché nulli fino all’entrata dell’Austria nell’Unione Europea, sono cresciuti negli anni successivi fino ad assumere una crescita esponenziale negli anni successivi all’allargamento UE del 2004. Ancora più della crescita dell’interscambio di beni e servizi, l’aumento degli FDI segnala l’ingrandimento del grado di apertura dell’economia austriaca. Questa apertura si manifesta nell’aumento non solo del totale degli FDI in uscita (per lo più verso i CEECs, siano questi membri o meno dell’UE) ma anche della quota di questi flussi attribuibile alle filiali austriache di imprese multinazionali. Inoltre, l’aumento degli FDI di tipo “indiretto” (cioè decisi dalle filiali austriache di imprese multinazionali) in aggiunta a quello degli FDI di tipo “diretto” (cioè decisi da imprese-madri ubicate in Austria) ha a sua volta contribuito a trasformare l’economia austriaca da piccola economia aperta soprattutto verso la Germania in un’economia aperta anche verso altri Paesi. L’Austria è così diventata un “regional player” di FDI con raggio d’azione attualmente limitato a due fasce di Paesi, di cui la prima fascia comprende Paesi direttamente confinanti con l’Austria, quali la Germania e la Svizzera, mentre la seconda fascia comprende Paesi più lontani ma confinanti con quelli della prima.
2009
L’AUSTRIA DALLA FINE DELLA GUERRA FREDDA A OGGI
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