L’intervento di modificazione e mutilazione effettuato sui genitali esterni femminili (MGF) costituisce una manifestazione rituale profondamente radicata nella tradizione e nel contesto socioculturale di molte popolazioni, soprattutto africane. Per le modalità con cui vengono eseguite e per le ricadute e significati simbolici e materiali attribuibili, le mutilazioni genitali femminili (MGF) costituiscono un insieme di pratiche drammaticamente violente nei confronti delle donne e delle bambine a cui possono seguire conseguenze più o meno gravi sul piano della salute fisica e implicazioni pesanti sul piano psicologico. Nella seconda metà degli anni novanta, sulla base delle diverse classificazioni proposte, l’Oms procedette, oltre che alla definizione e classificazione definitiva del fenomeno che ora tutti conosciamo come “mutilazione genitale femminile”, a sviluppare prese ufficiali di posizione contro le mutilazioni genitali femminili in seno alla Commissione dei diritti umani dell’Onu, raccomandando specifiche politiche nazionali al fine di contrastarne la diffusione e invitando i medici a non realizzare interventi di questo tipo in qualunque situazione, né negli ospedali né in qualsivoglia altro centro specializzato. La pratica delle mutilazioni genitali femminili ha ricevuto molta attenzione negli ultimi anni, sia a livello nazionale, nei paesi ove è tradizionalmente diffusa e in quelli di immigrazione, sia sul piano internazionale. Una delle questioni più dibattute concerne il ruolo che dovrebbe svolgere il diritto nel favorire il progressivo venir meno del ricorso alle MGF e nel sanzionare coloro i quali, nonostante i divieti esistenti in molti paesi, continuano a permettere il ricorso a questa pratica o vi sono direttamente coinvolti. Se una serie di evidenze storiche suggeriscono inequivocabilmente che la legge da sola non può cambiare una condotta che sul piano sociale risulta essere così diffusa come il ricorso a forme diverse varie di MGF, la recente adozione in molti paesi di norme penali ad hoc in materia, ha tuttavia lasciato spazio ad un processo di istituzionalizzazione e forte legittimazione dell’idea che attraverso il divieto si possa favorire la dismissione del ricorso alle MGF, anche con l’obiettivo di favorire il processo di integrazione sociale delle comunità tradizionalmente interessate dal problema nei paesi di immigrazione. Tutte le normative di recente adozione si richiamano al paradigma diritti umani e segnatamente alla protezione dei diritti delle donne e delle bambine. Il contributo inquadra la problematica delle mutilazioni genitali femminili nel contesto del sistema diritti umani delle Nazioni Unite ricostruendo il dibattito che ha accompagnato il progressivo riconoscimento a livello internazionale delle mgf come una manifestazione della violenza contro la donna.

Mutilazioni dei genitali femminili e diritti umani

DEGANI, PAOLA
2009

Abstract

L’intervento di modificazione e mutilazione effettuato sui genitali esterni femminili (MGF) costituisce una manifestazione rituale profondamente radicata nella tradizione e nel contesto socioculturale di molte popolazioni, soprattutto africane. Per le modalità con cui vengono eseguite e per le ricadute e significati simbolici e materiali attribuibili, le mutilazioni genitali femminili (MGF) costituiscono un insieme di pratiche drammaticamente violente nei confronti delle donne e delle bambine a cui possono seguire conseguenze più o meno gravi sul piano della salute fisica e implicazioni pesanti sul piano psicologico. Nella seconda metà degli anni novanta, sulla base delle diverse classificazioni proposte, l’Oms procedette, oltre che alla definizione e classificazione definitiva del fenomeno che ora tutti conosciamo come “mutilazione genitale femminile”, a sviluppare prese ufficiali di posizione contro le mutilazioni genitali femminili in seno alla Commissione dei diritti umani dell’Onu, raccomandando specifiche politiche nazionali al fine di contrastarne la diffusione e invitando i medici a non realizzare interventi di questo tipo in qualunque situazione, né negli ospedali né in qualsivoglia altro centro specializzato. La pratica delle mutilazioni genitali femminili ha ricevuto molta attenzione negli ultimi anni, sia a livello nazionale, nei paesi ove è tradizionalmente diffusa e in quelli di immigrazione, sia sul piano internazionale. Una delle questioni più dibattute concerne il ruolo che dovrebbe svolgere il diritto nel favorire il progressivo venir meno del ricorso alle MGF e nel sanzionare coloro i quali, nonostante i divieti esistenti in molti paesi, continuano a permettere il ricorso a questa pratica o vi sono direttamente coinvolti. Se una serie di evidenze storiche suggeriscono inequivocabilmente che la legge da sola non può cambiare una condotta che sul piano sociale risulta essere così diffusa come il ricorso a forme diverse varie di MGF, la recente adozione in molti paesi di norme penali ad hoc in materia, ha tuttavia lasciato spazio ad un processo di istituzionalizzazione e forte legittimazione dell’idea che attraverso il divieto si possa favorire la dismissione del ricorso alle MGF, anche con l’obiettivo di favorire il processo di integrazione sociale delle comunità tradizionalmente interessate dal problema nei paesi di immigrazione. Tutte le normative di recente adozione si richiamano al paradigma diritti umani e segnatamente alla protezione dei diritti delle donne e delle bambine. Il contributo inquadra la problematica delle mutilazioni genitali femminili nel contesto del sistema diritti umani delle Nazioni Unite ricostruendo il dibattito che ha accompagnato il progressivo riconoscimento a livello internazionale delle mgf come una manifestazione della violenza contro la donna.
2009
Mutilazioni genitali femminili e diritti umani nelle comunita' migranti. Rapporto di ricerca nelle Regioni del Veneto e del Friuli Venezia Giulia
9788890443503
File in questo prodotto:
Non ci sono file associati a questo prodotto.
Pubblicazioni consigliate

I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.

Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/11577/2374845
Citazioni
  • ???jsp.display-item.citation.pmc??? ND
  • Scopus ND
  • ???jsp.display-item.citation.isi??? ND
social impact