Il saggio procede ad una vasta ed analitica ricostruzione della storia dell’industria calzaturiera dall’età moderna ai giorni nostri. Facendo ricorso ad una pluralità di fonti diverse, archivistiche, a stampa ed iconografiche, gli autori delineano l’andamento della produzione, dell’occupazione e del consumo nel settore, individuano le più importanti innovazioni tecnologiche, produttive e organizzative, le fasi di più rapida e radicale trasformazione dell’industria e dei mercati oltre che i fattori che maggiormente condizionarono qualità e quantità dei beni fabbricati. Nell’ambito degli studi sull’industrializzazione il calzaturificio costituisce un campo di particolare interesse per le modalità e tempi del passaggio alla meccanizzazione e alla produzione di massa e per il ruolo che la componente manuale mantiene ancor oggi nell’assicurare elevati livelli di qualità. Nella parte iniziale di Giorgio Riello, il saggio spiega la complessità del sistema produttivo calzaturiero nell’età preindustriale e le ragioni della lunga permanenza del settore nell’ambito dell’economia artigianale italiana. Le trasformazioni dei mercati e la lenta e complessa evoluzione del calzaturiero italiano dalla dimensione artigianale alla produzione industriale avanzata vengono analizzate nella parte scritta da Giovanni Luigi Fontana, a partire dall’introduzione in Italia della macchina per cucire le tomaie a pedale che, riducendo i costi di produzione e favorendo la centralizzazione della manodopera, fece nascere negli anni settanta dell’800 i primi tomaifici e più oltre le prime manifatture dotate di qualche macchinario. L’evoluzione del settore venne influenzata dai caratteri dell’industria locale e regionale, dalle reti imprenditoriali e del capitalismo finanziario, mentre le competenze tecniche si affinavano attraverso le scuole, le esperienze e gli itinerari formativi all’estero. Il contributo descrive la nascita e lo sviluppo delle maggiori imprese calzaturiere italiane, concentrate nelle maggiori città e in centri specializzati, come quelli di Vigevano e Stra, in grado di competere, all’inizio del Novecento, con l’industria straniera dalla quale peraltro ancora dipendeva per gli impianti e le importazioni di materiali per la fabbricazione. Il saggio passa in rassegna origine, evoluzione, tipi di specializzazione delle imprese-incubatrici e dei distretti “storici” della calzatura italiana in uno con i cambiamenti del mercato e dell’organizzazione commerciale, evidenziando l’importanza del primo conflitto mondiale come vero e proprio “spartiacque” nella storia dell’industria calzaturiera italiana. La rapida crescita della produzione durante il primo conflitto mondiale e gli sviluppi nel periodo tra le due guerre, con il passaggio alla fabbricazione industriale anche della calzatura femminile e il consolidamento delle aree specializzate, sono illustrati con il ricorso alle fonti statistiche e alle riviste di moda dell’epoca. La parte successiva del saggio analizza le modalità di assunzione da parte dell’Italia, a partire dagli anni Cinquanta, di una posizione strategica nella divisione internazionale del mercato della calzatura e della progressiva affermazione della scarpa “made in Italy”, assumendo il distretto leader della Riviera del Brenta come osservatorio per l’analisi dell’evoluzione del settore. I fattori determinanti del successo di questo distretto sono individuati nella sedimentazione di abilità artigianali diffuse e nell’abbondanza di manodopera molto flessibile, nella capacità di cogliere le opportunità offerte dall’apertura dei mercati europei – in particolare del mercato tedesco – nel corso degli anni Cinquanta-Sessanta, nella specializzazione nel campo della calzatura femminile di livello fine e medio-fine, nel rapporto con le griffes dell’alta moda e nel ruolo svolto dalle istituzioni distrettuali (Associazione dei calzaturifi della Riviera del Brenta, Politecnico calzaturiero).

La calzatura in Italia dal Settecento a oggi

FONTANA, GIOVANNI LUIGI;
2009

Abstract

Il saggio procede ad una vasta ed analitica ricostruzione della storia dell’industria calzaturiera dall’età moderna ai giorni nostri. Facendo ricorso ad una pluralità di fonti diverse, archivistiche, a stampa ed iconografiche, gli autori delineano l’andamento della produzione, dell’occupazione e del consumo nel settore, individuano le più importanti innovazioni tecnologiche, produttive e organizzative, le fasi di più rapida e radicale trasformazione dell’industria e dei mercati oltre che i fattori che maggiormente condizionarono qualità e quantità dei beni fabbricati. Nell’ambito degli studi sull’industrializzazione il calzaturificio costituisce un campo di particolare interesse per le modalità e tempi del passaggio alla meccanizzazione e alla produzione di massa e per il ruolo che la componente manuale mantiene ancor oggi nell’assicurare elevati livelli di qualità. Nella parte iniziale di Giorgio Riello, il saggio spiega la complessità del sistema produttivo calzaturiero nell’età preindustriale e le ragioni della lunga permanenza del settore nell’ambito dell’economia artigianale italiana. Le trasformazioni dei mercati e la lenta e complessa evoluzione del calzaturiero italiano dalla dimensione artigianale alla produzione industriale avanzata vengono analizzate nella parte scritta da Giovanni Luigi Fontana, a partire dall’introduzione in Italia della macchina per cucire le tomaie a pedale che, riducendo i costi di produzione e favorendo la centralizzazione della manodopera, fece nascere negli anni settanta dell’800 i primi tomaifici e più oltre le prime manifatture dotate di qualche macchinario. L’evoluzione del settore venne influenzata dai caratteri dell’industria locale e regionale, dalle reti imprenditoriali e del capitalismo finanziario, mentre le competenze tecniche si affinavano attraverso le scuole, le esperienze e gli itinerari formativi all’estero. Il contributo descrive la nascita e lo sviluppo delle maggiori imprese calzaturiere italiane, concentrate nelle maggiori città e in centri specializzati, come quelli di Vigevano e Stra, in grado di competere, all’inizio del Novecento, con l’industria straniera dalla quale peraltro ancora dipendeva per gli impianti e le importazioni di materiali per la fabbricazione. Il saggio passa in rassegna origine, evoluzione, tipi di specializzazione delle imprese-incubatrici e dei distretti “storici” della calzatura italiana in uno con i cambiamenti del mercato e dell’organizzazione commerciale, evidenziando l’importanza del primo conflitto mondiale come vero e proprio “spartiacque” nella storia dell’industria calzaturiera italiana. La rapida crescita della produzione durante il primo conflitto mondiale e gli sviluppi nel periodo tra le due guerre, con il passaggio alla fabbricazione industriale anche della calzatura femminile e il consolidamento delle aree specializzate, sono illustrati con il ricorso alle fonti statistiche e alle riviste di moda dell’epoca. La parte successiva del saggio analizza le modalità di assunzione da parte dell’Italia, a partire dagli anni Cinquanta, di una posizione strategica nella divisione internazionale del mercato della calzatura e della progressiva affermazione della scarpa “made in Italy”, assumendo il distretto leader della Riviera del Brenta come osservatorio per l’analisi dell’evoluzione del settore. I fattori determinanti del successo di questo distretto sono individuati nella sedimentazione di abilità artigianali diffuse e nell’abbondanza di manodopera molto flessibile, nella capacità di cogliere le opportunità offerte dall’apertura dei mercati europei – in particolare del mercato tedesco – nel corso degli anni Cinquanta-Sessanta, nella specializzazione nel campo della calzatura femminile di livello fine e medio-fine, nel rapporto con le griffes dell’alta moda e nel ruolo svolto dalle istituzioni distrettuali (Associazione dei calzaturifi della Riviera del Brenta, Politecnico calzaturiero).
2009
Racconti d'impresa. I calzaturieri del Brenta tra locale e globale
9788842092766
File in questo prodotto:
Non ci sono file associati a questo prodotto.
Pubblicazioni consigliate

I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.

Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/11577/2374943
Citazioni
  • ???jsp.display-item.citation.pmc??? ND
  • Scopus ND
  • ???jsp.display-item.citation.isi??? ND
social impact