Questo saggio si propone di contribuire al dibattito intorno alle origini del mito ottocentesco della Repubblica di Venezia, secondo un particolare angolo visuale. Al centro dell’analisi è un trattato redatto da Francesco Balbi, nobile di repubblica e funzionario austriaco prima e napoleonico dopo, nei primissimi tempi della Restaurazione. Il pamphlet decisamente legittimista ‘Quale il destino degli stati veneti” , è in gran parte costituito dalla contrapposizione fra lo spirito amministrativo astratto e geometrico dei francesi, da una parte, e dall’altra, la saggezza politica del governo austriaco – presente nei territori dell’ex Repubblica da Campoformido fino al 1805 – che aveva ripreso e trasformato e adattato lo spirito paternalistico e protettivo dell’antico governo repubblicano. La traduzione locale di paradigma che caratterizzerà il pensiero liberale e conservatore della prima metà dell’Ottocento – quello dell’artificialità del sistema costituzionale napoleonico – da parte di un funzionario alla ricerca d’ufficio consente di porre alcuni quesiti in merito al rapporto e alla contaminazione di memorie di ceto, tradizioni locali, conflitti interni al campo dell’amministrazione, da una parte, e cliché più generali che invaderanno i campi del discorso politico, della letteratura, del gusto. Quale il rapporto fra identià professionali, ricerca di legittimazione, elaborazione della memoria e rappresentazione degli spazi territoriali e giurisdizionali ?. La questione dell'eredità costituzionale 'napoleonica' viene posta dal governo austriaco, fra 1815 e 1818, quale strumento di legittimazione nei confronti dei rappresentanti dei ceti della società veneta: i nobili dell'ex capitale della Repubblica, le antiche e recenti aristocrazione locali; i notabili rurali. Come misurare la fedeltà? Come stabilire un rapporto di fiducia politica? Attraverso quali filtri concedere, o negare, la possibilità a determinati soggetti di continuare ad occupare uffici, cariche politiche, seggi di tribunale? Le rappresentazioni del territorio - le mappe censuarie e la cartografia militare contrapposte alle tradizionali e classiche topografie dell'antico regime- e le prese di posizione sulla questione della riorganizzazione territoriale realizzata dai Francesi fra 1806 e 1813 costituiscono il terreno - fra uso politico della memoria e concrete aspettative - su cui si gioca la partita decisiva della legittimazione.

Elaborazioni del lutto. Territori e diritti nel Veneto della Restaurazione

VIGGIANO, ALFREDO
2009

Abstract

Questo saggio si propone di contribuire al dibattito intorno alle origini del mito ottocentesco della Repubblica di Venezia, secondo un particolare angolo visuale. Al centro dell’analisi è un trattato redatto da Francesco Balbi, nobile di repubblica e funzionario austriaco prima e napoleonico dopo, nei primissimi tempi della Restaurazione. Il pamphlet decisamente legittimista ‘Quale il destino degli stati veneti” , è in gran parte costituito dalla contrapposizione fra lo spirito amministrativo astratto e geometrico dei francesi, da una parte, e dall’altra, la saggezza politica del governo austriaco – presente nei territori dell’ex Repubblica da Campoformido fino al 1805 – che aveva ripreso e trasformato e adattato lo spirito paternalistico e protettivo dell’antico governo repubblicano. La traduzione locale di paradigma che caratterizzerà il pensiero liberale e conservatore della prima metà dell’Ottocento – quello dell’artificialità del sistema costituzionale napoleonico – da parte di un funzionario alla ricerca d’ufficio consente di porre alcuni quesiti in merito al rapporto e alla contaminazione di memorie di ceto, tradizioni locali, conflitti interni al campo dell’amministrazione, da una parte, e cliché più generali che invaderanno i campi del discorso politico, della letteratura, del gusto. Quale il rapporto fra identià professionali, ricerca di legittimazione, elaborazione della memoria e rappresentazione degli spazi territoriali e giurisdizionali ?. La questione dell'eredità costituzionale 'napoleonica' viene posta dal governo austriaco, fra 1815 e 1818, quale strumento di legittimazione nei confronti dei rappresentanti dei ceti della società veneta: i nobili dell'ex capitale della Repubblica, le antiche e recenti aristocrazione locali; i notabili rurali. Come misurare la fedeltà? Come stabilire un rapporto di fiducia politica? Attraverso quali filtri concedere, o negare, la possibilità a determinati soggetti di continuare ad occupare uffici, cariche politiche, seggi di tribunale? Le rappresentazioni del territorio - le mappe censuarie e la cartografia militare contrapposte alle tradizionali e classiche topografie dell'antico regime- e le prese di posizione sulla questione della riorganizzazione territoriale realizzata dai Francesi fra 1806 e 1813 costituiscono il terreno - fra uso politico della memoria e concrete aspettative - su cui si gioca la partita decisiva della legittimazione.
2009
Questioni di confine e terre di frontiera in area veneta. Secoli XVI-XVIII
9788856811032
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