Per definire meglio nei suoi contorni generali la fisionomia della cultura scritta al Santo nel Quattrocento è indispensabile partire innanzitutto da una fonte eccezionale, quale quella rappresentata dall’inventario della Biblioteca Antoniana del 1449, conservato nell’attuale ms. 573 della stessa Antoniana. Inventario che segue a quello degli anni 1396-1397, conservato nell’attuale ms. Antoniano 572, che riflette l’organizzazione non solo della raccolta libraria conventuale ma anche quella più generale degli studi al Santo e che ci parla anche delle letture, e degli interessi, individuali dei singoli frati. L’altro percorso inevitabile è quello che conduce a osservare, nel concreto, le caratteristiche dei manoscritti, pochi per la verità, che sappiamo con certezza o supponiamo con buona probabilità essere stati prodotti all’interno del Santo. È possibile distinguere due tipologie librarie radicalmente diverse, per non dire antitetiche. Alcuni codici rispondono evidentemente alle esigenze di studio di coloro che li hanno commissionati per sé, se non anche copiati da sé. Si tratta di manoscritti di norma cartacei, di medio livello quando non di fattura essenziale, con una decorazione altrettanto essenziale. Altri volumi, invece, all’opposto, sono confezionati con cura, usando magari la più costosa pergamena, ed esibiscono elementi ornamentali preziosi.
La cultura scritta al Santo nel Quattrocento fra produzione, fruizione e conservazione
GIOVE', NICOLETTA
2010
Abstract
Per definire meglio nei suoi contorni generali la fisionomia della cultura scritta al Santo nel Quattrocento è indispensabile partire innanzitutto da una fonte eccezionale, quale quella rappresentata dall’inventario della Biblioteca Antoniana del 1449, conservato nell’attuale ms. 573 della stessa Antoniana. Inventario che segue a quello degli anni 1396-1397, conservato nell’attuale ms. Antoniano 572, che riflette l’organizzazione non solo della raccolta libraria conventuale ma anche quella più generale degli studi al Santo e che ci parla anche delle letture, e degli interessi, individuali dei singoli frati. L’altro percorso inevitabile è quello che conduce a osservare, nel concreto, le caratteristiche dei manoscritti, pochi per la verità, che sappiamo con certezza o supponiamo con buona probabilità essere stati prodotti all’interno del Santo. È possibile distinguere due tipologie librarie radicalmente diverse, per non dire antitetiche. Alcuni codici rispondono evidentemente alle esigenze di studio di coloro che li hanno commissionati per sé, se non anche copiati da sé. Si tratta di manoscritti di norma cartacei, di medio livello quando non di fattura essenziale, con una decorazione altrettanto essenziale. Altri volumi, invece, all’opposto, sono confezionati con cura, usando magari la più costosa pergamena, ed esibiscono elementi ornamentali preziosi.Pubblicazioni consigliate
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