Il tonno rosso (Thunnus thynnus) rappresenta da lungo tempo una delle specie ittiche del Mediterraneo di maggiore interesse dal punto di vista economico e commerciale. Ciò ha determinato un’eccessiva pressione di pesca nei suoi confronti, con conseguente depauperamento degli stock e crescente interesse verso la riproduzione in cattività a fini produttivi. Nell’ambito di un progetto di ricerca strategico volto alla messa a punto delle prime fasi del ciclo di allevamento del tonno rosso in Italia, nel biennio 2008-09 si è proceduto alla produzione indotta di uova da parte di riproduttori stabulati in gabbia presso l’impianto Mare Nostro (Vibo Marina, Calabria) e alla loro schiusa nell’impianto a terra di Panittica Pugliese (Torre Canne di Fasano, Brindisi). Nel secondo anno la schiusa ha mostrato valori prossimi al 98%. L’allevamento larvale si è mostrato particolarmente difficoltoso per diversi motivi: le larve tendono ad affondare rendendo problematica la realizzazione di una corretta idrologia delle vasche e di conseguenza scarsa insufflazione della vescica natatoria. Proseguendo nell’allevamento, il regime alimentare sperimentale e gli evidenti fenomeni di cannibalismo sono stati ulteriore motivo di mortalità. Nel corso del secondo ciclo di produzione i pesci deceduti sono stati in parte congelati ed in parte fissati in formalina tamponata al 10% per accertamenti diagnostici. Su tutti i soggetti congelati è stata effettuata la ricerca di Betanodavirus mediante RT-PCR. Sugli ultimi soggetti deceduti sono state condotte anche analisi di carattere parassitologico e batteriologico. Gli esami parassitologici e la ricerca di Betanodavirus sono sempre risultati negativi. L’esame microscopico a fresco e previa colorazione con fucsina di strisci cutanei e branchiali condotti dai soggetti appena deceduti ha evidenziato la presenza di batteri filamentosi riferibili a Flavobacteriaceae, mentre l’esame colturale per batteri ha portato all’isolamento di Photobacterium damselae subsp. damselae da rene e muscolo, e di Vibrio spp. dal cervello di un soggetto. L’esame istologico ha evidenziato la frequente presenza di quadri ascrivibili a setticemia batterica in branchie, cute, muscolo ed organi interni. A livello branchiale si sono osservati grave iperplasia, sfaldamento dell’epitelio, necrosi e telangectasie in presenza di polimicrobismo con abbondanti batteri filamentosi. A livello cutaneo si osservava sfaldamento epiteliale e presenza di ulcere che in alcuni casi raggiungevano il derma ed il muscolo sottostante con massiva colonizzazione da parte di batteri filamentosi. Le fibre muscolari presentavano gravi quadri di degenerazione ialina. Nell’apparato gastroenterico si rilevavano alterazioni patologiche riferibili a gastroenterite a possibile eziologia batterica. A livello epatico si evidenziavano steatosi, emorragie e necrosi mentre nel rene si osservava nefrite tubulare con presenza di batteri nel lume e nel tessuto ematopoietico, dove erano inoltre presenti emorragie. Il tessuto cerebrale mostrava edema diffuso, con presenza di batteri, congestione dei vasi cerebrali e meningei. I risultati preliminari di questa indagine sembrano indicare come nelle prime fasi di allevamento del tonno rosso le problematiche sanitarie di maggiore impatto possano essere riferite principalmente all’insorgenza di malattie batteriche condizionate quali quelle sostenute da P. damselae subsp. damselae, Vibrio spp. e da Flavobacteriaceae. POR Puglia 2000-2006 - Progetto PS_085 "Organizzazione di un sistema integrale di allevamento del tonno rosso nel Golfo di Taranto" - ALLOTUNA

Osservazioni preliminari sugli aspetti sanitari delle prime fasi d'allevamento del tonno rosso (Thunnus thynnus) in Italia.

QUAGLIO, FRANCESCO;
2010

Abstract

Il tonno rosso (Thunnus thynnus) rappresenta da lungo tempo una delle specie ittiche del Mediterraneo di maggiore interesse dal punto di vista economico e commerciale. Ciò ha determinato un’eccessiva pressione di pesca nei suoi confronti, con conseguente depauperamento degli stock e crescente interesse verso la riproduzione in cattività a fini produttivi. Nell’ambito di un progetto di ricerca strategico volto alla messa a punto delle prime fasi del ciclo di allevamento del tonno rosso in Italia, nel biennio 2008-09 si è proceduto alla produzione indotta di uova da parte di riproduttori stabulati in gabbia presso l’impianto Mare Nostro (Vibo Marina, Calabria) e alla loro schiusa nell’impianto a terra di Panittica Pugliese (Torre Canne di Fasano, Brindisi). Nel secondo anno la schiusa ha mostrato valori prossimi al 98%. L’allevamento larvale si è mostrato particolarmente difficoltoso per diversi motivi: le larve tendono ad affondare rendendo problematica la realizzazione di una corretta idrologia delle vasche e di conseguenza scarsa insufflazione della vescica natatoria. Proseguendo nell’allevamento, il regime alimentare sperimentale e gli evidenti fenomeni di cannibalismo sono stati ulteriore motivo di mortalità. Nel corso del secondo ciclo di produzione i pesci deceduti sono stati in parte congelati ed in parte fissati in formalina tamponata al 10% per accertamenti diagnostici. Su tutti i soggetti congelati è stata effettuata la ricerca di Betanodavirus mediante RT-PCR. Sugli ultimi soggetti deceduti sono state condotte anche analisi di carattere parassitologico e batteriologico. Gli esami parassitologici e la ricerca di Betanodavirus sono sempre risultati negativi. L’esame microscopico a fresco e previa colorazione con fucsina di strisci cutanei e branchiali condotti dai soggetti appena deceduti ha evidenziato la presenza di batteri filamentosi riferibili a Flavobacteriaceae, mentre l’esame colturale per batteri ha portato all’isolamento di Photobacterium damselae subsp. damselae da rene e muscolo, e di Vibrio spp. dal cervello di un soggetto. L’esame istologico ha evidenziato la frequente presenza di quadri ascrivibili a setticemia batterica in branchie, cute, muscolo ed organi interni. A livello branchiale si sono osservati grave iperplasia, sfaldamento dell’epitelio, necrosi e telangectasie in presenza di polimicrobismo con abbondanti batteri filamentosi. A livello cutaneo si osservava sfaldamento epiteliale e presenza di ulcere che in alcuni casi raggiungevano il derma ed il muscolo sottostante con massiva colonizzazione da parte di batteri filamentosi. Le fibre muscolari presentavano gravi quadri di degenerazione ialina. Nell’apparato gastroenterico si rilevavano alterazioni patologiche riferibili a gastroenterite a possibile eziologia batterica. A livello epatico si evidenziavano steatosi, emorragie e necrosi mentre nel rene si osservava nefrite tubulare con presenza di batteri nel lume e nel tessuto ematopoietico, dove erano inoltre presenti emorragie. Il tessuto cerebrale mostrava edema diffuso, con presenza di batteri, congestione dei vasi cerebrali e meningei. I risultati preliminari di questa indagine sembrano indicare come nelle prime fasi di allevamento del tonno rosso le problematiche sanitarie di maggiore impatto possano essere riferite principalmente all’insorgenza di malattie batteriche condizionate quali quelle sostenute da P. damselae subsp. damselae, Vibrio spp. e da Flavobacteriaceae. POR Puglia 2000-2006 - Progetto PS_085 "Organizzazione di un sistema integrale di allevamento del tonno rosso nel Golfo di Taranto" - ALLOTUNA
2010
Atti del XVI Convegno Nazionale della Società  Italiana di Patologia Ittica.
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