Lo studio indaga il rapporto tra burnout, soddisfazione lavorativa, rappresentazione della morte, dimensione religiosa e lavoro di rete in soggetti che, in quanto operatori della salute, vivono l’esperienza indiretta della morte, trovandosi in stretta relazione con pazienti terminali. La raccolta dei dati, effettuata tramite questionario autosomministrato a domande aperte completato da due strumenti – il Maslach Burnout Inventory di C. Maslach per la misura del burnout e il Job Diagnostic Survey di Hackman e Oldham per la misura della soddisfazione lavorativa – ha coinvolto 27 medici di medicina generale e 25 infermieri domiciliari presso l’ASL 3 di Bassano del Grappa (VI). I dati sono poi stati sottoposti ad analisi quantitativa e qualitativa con i programmi SPSS e Spad-T. L’analisi mostra come il lavoro di rete, in cui l’operatore si sente parte di un gruppo di lavoro e ne percepisce il supporto e il sostegno, e la religiosità risultino essere fattori di protezione rispetto al burnout, in particolare per il gruppo degli infermieri domiciliari, maggiormente a contatto con “situazioni senza speranza”. Emerge anche come la percezione di lavorare in rete aumenti i livelli di soddisfazione per il proprio lavoro. La variabile religione risulta altresì correlata alla rappresentazione della morte come passaggio. Rispetto alle tematiche delle cure palliative nella fase terminale di malattia, la maggioranza degli operatori si dichiara favorevole alla loro somministrazione e non avverte una incongruenza tra la posizione personale e quella professionale. Emerge però una discrepanza tra medici e infermieri domiciliari in quanto questi ultimi evidenziano come vi siano ancora troppe resistenze nell’attuare terapie palliative e come vi sia la necessità di incrementarle.

La rappresentazione della morte tra medici e infermieri domiciliari: il lavoro di rete. Esiti di una ricerca

TESTONI, INES
2010

Abstract

Lo studio indaga il rapporto tra burnout, soddisfazione lavorativa, rappresentazione della morte, dimensione religiosa e lavoro di rete in soggetti che, in quanto operatori della salute, vivono l’esperienza indiretta della morte, trovandosi in stretta relazione con pazienti terminali. La raccolta dei dati, effettuata tramite questionario autosomministrato a domande aperte completato da due strumenti – il Maslach Burnout Inventory di C. Maslach per la misura del burnout e il Job Diagnostic Survey di Hackman e Oldham per la misura della soddisfazione lavorativa – ha coinvolto 27 medici di medicina generale e 25 infermieri domiciliari presso l’ASL 3 di Bassano del Grappa (VI). I dati sono poi stati sottoposti ad analisi quantitativa e qualitativa con i programmi SPSS e Spad-T. L’analisi mostra come il lavoro di rete, in cui l’operatore si sente parte di un gruppo di lavoro e ne percepisce il supporto e il sostegno, e la religiosità risultino essere fattori di protezione rispetto al burnout, in particolare per il gruppo degli infermieri domiciliari, maggiormente a contatto con “situazioni senza speranza”. Emerge anche come la percezione di lavorare in rete aumenti i livelli di soddisfazione per il proprio lavoro. La variabile religione risulta altresì correlata alla rappresentazione della morte come passaggio. Rispetto alle tematiche delle cure palliative nella fase terminale di malattia, la maggioranza degli operatori si dichiara favorevole alla loro somministrazione e non avverte una incongruenza tra la posizione personale e quella professionale. Emerge però una discrepanza tra medici e infermieri domiciliari in quanto questi ultimi evidenziano come vi siano ancora troppe resistenze nell’attuare terapie palliative e come vi sia la necessità di incrementarle.
2010
"Il morire tra ragione e fede. Universi che orientano le pratiche di aiuto"
9788890354182
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