Il libro ricostruisce la riflessione filosofico-politica di Proudhon nel periodo compreso tra il 1848 e il 1865. Ne esamina sia la fase anarchica, culminante nella elaborazione del concetto di Anarchia positiva in polemica con le idee stataliste del socialismo politico e del radicalismo democratico (al riguardo, rilevano la definizione che Proudhon dà della natura dello Stato come potenza esterna alla società e la sconnessione da lui posta tra contratto e autorità), sia la successiva fase federalista. Del federalismo proudhoniano vengono messi in luce la centralità del tema della giustizia, l'approfondimento critico dei concetti di rappresentanza e di suffragio, e la costante tendenza a oltrepassare la sfera politica per assumere i tratti di una trasformazione che rimodula l'insieme delle relazioni politiche, economiche e sociali. Dalla ricostruzione emerge il filo continuo che lega l'una all'altra fase. Tale continuità è leggibile nel permanere immutato di una negazione della sovranità che si esprime nella messa in questione degli strumenti classici attraverso cui il potere si legittima e l'obbligo politico si fonda.
Proudhondall'anarchia alla federazione
ANDREATTA, DANIELA
2010
Abstract
Il libro ricostruisce la riflessione filosofico-politica di Proudhon nel periodo compreso tra il 1848 e il 1865. Ne esamina sia la fase anarchica, culminante nella elaborazione del concetto di Anarchia positiva in polemica con le idee stataliste del socialismo politico e del radicalismo democratico (al riguardo, rilevano la definizione che Proudhon dà della natura dello Stato come potenza esterna alla società e la sconnessione da lui posta tra contratto e autorità), sia la successiva fase federalista. Del federalismo proudhoniano vengono messi in luce la centralità del tema della giustizia, l'approfondimento critico dei concetti di rappresentanza e di suffragio, e la costante tendenza a oltrepassare la sfera politica per assumere i tratti di una trasformazione che rimodula l'insieme delle relazioni politiche, economiche e sociali. Dalla ricostruzione emerge il filo continuo che lega l'una all'altra fase. Tale continuità è leggibile nel permanere immutato di una negazione della sovranità che si esprime nella messa in questione degli strumenti classici attraverso cui il potere si legittima e l'obbligo politico si fonda.Pubblicazioni consigliate
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