Dalla prospettiva della cultura scritta, in particolare di ambito librario, spicca la circostanza per cui il V secolo è in qualche modo in ritardo e in anticipo, e, anzi, può essere considerato un’invenzione recente. Infatti è un periodo che per molto tempo è stato e rimasto inesistente, invisibile, sempre schiacciato fra due secoli importanti, il IV e il VI, e in cui modalità di produzione del libro e sistema di diffusione della cultura sono ancora immutati, rimangono propri del tardo impero e rimarranno peraltro ancora tali almeno durante il regno goto e il dominio bizantino. Il V secolo grafico è ancora tutto classico e non ancora, o comunque davvero poco medievale, anche se l’innesto della cultura cristiana ha modificato irreversibilmente la morphè tanto grafica che materiale del libro. Siamo in particolare davanti a un momento di costruzione di un’identità grafica, in cui si registra un’iniziale latitanza delle scritture librarie usuali in attesa dell’arrivo della semionciale e in cui si definisce soprattutto il canone della scrittura onciale, tramite privilegiato nel processo della trasmissione culturale nel tardo antico. La produzione libraria del V secolo è infatti caratterizzata da codici di grande significato, come alcuni dei cosiddetti codices Vergiliani antiquiores o come i sontuosi evangeliari purpurei. Il libro in forma di codice membranaceo, pur prevalente, non è tuttavia un modello assoluto e totalizzante, perché persiste una presenza minoritaria del papiro.
Caratteri e trasformazioni della cultura scritta nel V secolo
GIOVE', NICOLETTA
2010
Abstract
Dalla prospettiva della cultura scritta, in particolare di ambito librario, spicca la circostanza per cui il V secolo è in qualche modo in ritardo e in anticipo, e, anzi, può essere considerato un’invenzione recente. Infatti è un periodo che per molto tempo è stato e rimasto inesistente, invisibile, sempre schiacciato fra due secoli importanti, il IV e il VI, e in cui modalità di produzione del libro e sistema di diffusione della cultura sono ancora immutati, rimangono propri del tardo impero e rimarranno peraltro ancora tali almeno durante il regno goto e il dominio bizantino. Il V secolo grafico è ancora tutto classico e non ancora, o comunque davvero poco medievale, anche se l’innesto della cultura cristiana ha modificato irreversibilmente la morphè tanto grafica che materiale del libro. Siamo in particolare davanti a un momento di costruzione di un’identità grafica, in cui si registra un’iniziale latitanza delle scritture librarie usuali in attesa dell’arrivo della semionciale e in cui si definisce soprattutto il canone della scrittura onciale, tramite privilegiato nel processo della trasmissione culturale nel tardo antico. La produzione libraria del V secolo è infatti caratterizzata da codici di grande significato, come alcuni dei cosiddetti codices Vergiliani antiquiores o come i sontuosi evangeliari purpurei. Il libro in forma di codice membranaceo, pur prevalente, non è tuttavia un modello assoluto e totalizzante, perché persiste una presenza minoritaria del papiro.Pubblicazioni consigliate
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