Il lavoro costituisce un’esperienza fondamentale nella vita della maggior parte degli individui e solo per una minoranza è unicamente un mezzo di sostentamento; esso non è soltanto dovere e diritto, ma anche bisogno: il bisogno di vivere quel senso di interezza e sicurezza, di capire e comunicare agli altri “chi siamo”. Il lavoro è un’attività complessa, è storicamente determinato e si attua in un contesto di regole, vincoli, pressioni culturali. Il testo affronta, inizialmente, il cambiamento nei contesti lavorativi tenendo conto delle trasformazioni in atto nello stesso concetto di professionalità che non risponde più alle regole del sapere verticale e specialistico, ma diviene espressione di una concezione di sapere trasversale, centrato sulla capacità di problem solving e sull’utilizzo multidisciplinare di conoscenze complesse. Un altro importante cambiamento che caratterizza i contesti lavorativi è rappresentato dalla presenza di svariati rapporti contrattuali diversi da quello standard. L’operare secondo la logica della flessibilità occupazionale influenza in modo rilevante il processo di costruzione dell’identità sociale, l’interazione con l’organizzazione, la motivazione e la soddisfazione, la qualità della vita organizzativa, nonché i valori attribuiti alla stessa esperienza lavorativa. In uno scenario organizzativo così profondamente mutato si instaurano nuovi patti informali fondati su una maggiore flessibilità, mobilità e investimento sulle competenze professionali e lo stesso contratto psicologico subisce forti ripercussioni e cambiamenti. Nel volume vengono presi in esame i costrutti di work involvement, che spiega il versante specificamente psicologico della dicotomia partecipazione-alienazione e indica un insieme di orientamenti relativi al grado di importanza soggettiva attribuita al lavoro; di job involvement di work centrality. In tale trattazione non poteva non trovare spazio l’analisi dei valori relativi al lavoro, considerati alla base dei processi di costruzione dell’identità sociale e professionale, di socializzazione e integrazione, di ricerca dell’utilità sociale e di sviluppo personale e sociale. I cambiamenti in atto modificano notevolmente le aspettative e l’identificazione delle persone nei confronti dell’attività lavorativa, con un conseguente sviluppo dell’insicurezza, soprattutto in quelle fasce che stanno per entrare nel mercato del lavoro. Il modello dell'azienda-famiglia, che ha caratterizzato il vecchio mondo capitalista, in un certo modo protettivo nei confronti dei dipendenti, lascia il posto ad un nuovo orizzonte, dove incertezza e rischio sono i fattori con i quali il lavoratore ha a che fare quotidianamente. Ciò si traduce nella mancanza di leggibilità della vita lavorativa (e quindi, spesso, della propria vita), espressione di un arcipelago di esperienze, il quale rende la persona estremamente vulnerabile nei momenti di crisi, nella perdita del senso di appartenenza ad un gruppo, ad una comunità e, quindi, nella difficoltà di allacciare rapporti interpersonali. Inoltre, il mercato flessibile ha condotto ad un sensibile abbassamento dell'età lavorativa. Al centro delle operazioni di downsizing ci sono proprio quei lavoratori, i quali non molti anni fa sarebbero stati considerati un patrimonio per l’azienda, mentre oggi sono valutati a basso coefficiente di flessibilità. Quest’ultimo si configura quale aspetto di particolare criticità sia psicologica che sociale, se posto in relazione all’innalzamento dell'età reale delle popolazioni dei paesi capitalistici.

Il lavoro, significato e valori versus flessibilità  e precarietà 

MAERAN, ROBERTA
2010

Abstract

Il lavoro costituisce un’esperienza fondamentale nella vita della maggior parte degli individui e solo per una minoranza è unicamente un mezzo di sostentamento; esso non è soltanto dovere e diritto, ma anche bisogno: il bisogno di vivere quel senso di interezza e sicurezza, di capire e comunicare agli altri “chi siamo”. Il lavoro è un’attività complessa, è storicamente determinato e si attua in un contesto di regole, vincoli, pressioni culturali. Il testo affronta, inizialmente, il cambiamento nei contesti lavorativi tenendo conto delle trasformazioni in atto nello stesso concetto di professionalità che non risponde più alle regole del sapere verticale e specialistico, ma diviene espressione di una concezione di sapere trasversale, centrato sulla capacità di problem solving e sull’utilizzo multidisciplinare di conoscenze complesse. Un altro importante cambiamento che caratterizza i contesti lavorativi è rappresentato dalla presenza di svariati rapporti contrattuali diversi da quello standard. L’operare secondo la logica della flessibilità occupazionale influenza in modo rilevante il processo di costruzione dell’identità sociale, l’interazione con l’organizzazione, la motivazione e la soddisfazione, la qualità della vita organizzativa, nonché i valori attribuiti alla stessa esperienza lavorativa. In uno scenario organizzativo così profondamente mutato si instaurano nuovi patti informali fondati su una maggiore flessibilità, mobilità e investimento sulle competenze professionali e lo stesso contratto psicologico subisce forti ripercussioni e cambiamenti. Nel volume vengono presi in esame i costrutti di work involvement, che spiega il versante specificamente psicologico della dicotomia partecipazione-alienazione e indica un insieme di orientamenti relativi al grado di importanza soggettiva attribuita al lavoro; di job involvement di work centrality. In tale trattazione non poteva non trovare spazio l’analisi dei valori relativi al lavoro, considerati alla base dei processi di costruzione dell’identità sociale e professionale, di socializzazione e integrazione, di ricerca dell’utilità sociale e di sviluppo personale e sociale. I cambiamenti in atto modificano notevolmente le aspettative e l’identificazione delle persone nei confronti dell’attività lavorativa, con un conseguente sviluppo dell’insicurezza, soprattutto in quelle fasce che stanno per entrare nel mercato del lavoro. Il modello dell'azienda-famiglia, che ha caratterizzato il vecchio mondo capitalista, in un certo modo protettivo nei confronti dei dipendenti, lascia il posto ad un nuovo orizzonte, dove incertezza e rischio sono i fattori con i quali il lavoratore ha a che fare quotidianamente. Ciò si traduce nella mancanza di leggibilità della vita lavorativa (e quindi, spesso, della propria vita), espressione di un arcipelago di esperienze, il quale rende la persona estremamente vulnerabile nei momenti di crisi, nella perdita del senso di appartenenza ad un gruppo, ad una comunità e, quindi, nella difficoltà di allacciare rapporti interpersonali. Inoltre, il mercato flessibile ha condotto ad un sensibile abbassamento dell'età lavorativa. Al centro delle operazioni di downsizing ci sono proprio quei lavoratori, i quali non molti anni fa sarebbero stati considerati un patrimonio per l’azienda, mentre oggi sono valutati a basso coefficiente di flessibilità. Quest’ultimo si configura quale aspetto di particolare criticità sia psicologica che sociale, se posto in relazione all’innalzamento dell'età reale delle popolazioni dei paesi capitalistici.
2010
Outplacement - psicologia della riqualificazione e del ricollocamento professionale.
9788829921041
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