Nella nostra società occidentale si considera importante che gli adolescenti siano in grado di compiere delle decisioni in modo autonomo e a vantaggio del loro sviluppo adattivo, personale e professionale. Di fatto gli adolescenti sono chiamati a compiere delle scelte non sempre facili, come quelle relative al curriculum di studi da intraprendere, all’ambito professionale in cui inserirsi, alle amicizie da coltivare e ai comportamenti sessuali da assumere, che una volta prese possono influenzare in modo significativo la loro vita presente e futura. Alcune decisioni che si trovano ad affrontare gli adolescenti sono sicuramente impegnative ed importanti, e questo è anche il caso della scelta circa il proprio futuro. Le opzioni professionali che possono essere intraprese dai giovani sono numerose, così come sono numerosi i percorsi formativi che possono essere svolti. In Italia, come ben sappiamo, gli studenti di scuola media devono scegliere fra numerose scuole superiori, almeno una quindicina (istituti tecnici industriali, istituti tecnici per geometri, istituti professionali per diventare periti elettrici, elettronici, meccanici, istituti magistrali per diventare insegnanti; licei linguistici, scientifici, classici, ecc.), e quelli di scuola superiore, analogamente, si trovano ‘di fronte’ una gamma ampia e diversificata di possibilità. Non a caso il fenomeno dell’indecisione e la percezione di difficoltà di fronte al compito di scelta circa il futuro sono consistenti sia a livello di scuola media inferiore che superiore (Nota, 2000; Nota e Soresi, 2004). Per altro, per quanto riguarda le scelte scolastico-professionali, a partire dagli anni 70 i cambiamenti lavorativi sono diventati sempre più frequenti e fenomeni come la globalizzazione, il rapido avanzamento tecnologico, la minor definibilità e prevedibilità delle attività professionali, e la diffusione della percezione della ‘instabilità del lavoro’, caratterizzano sempre più il mondo del lavoro. Queste condizioni richiedono alle persone di costruire in modo più attivo la loro vita professionale (Ascione e Ferrari, 2007; Ascione, 2011) e l’adattabilità professionale, ovvero la propensione a gestire in modo adattivo i cambiamenti nel mondo del lavoro, con versatilità, flessibilità e capacità di operare efficacemente (Savickas, Nota, et al., 2009), acquista un valore essenziale, soprattutto per le persone che per condizione sociale, culturale o personale sono maggiormente a rischio di incontrare difficoltà professionali. Sono necessarie competenze decisionali, capacità di problem solving e capacità di pianificazione professionale. Va inoltre ricordato che la presenza di scarse competenze decisionali e la propensione ad utilizzare modalità di gestione di situazioni difficili meno efficaci si associano ad elevati livelli di disagio psicologico e all’attuazione di comportamenti a rischio (Soresi, Nota e Ferrari, 2005; Ferrari, Nota e Soresi, 2010). Nell’ambito della psicologia dell’orientamento gli approcci che considerano importanti le capacità decisionali sono le teorie e modelli che si occupano di decision making, dei processi di risoluzione di situazioni difficili, dei processi di gestione delle situazioni sociali, dei processi di pianificazione professionale e di autodeterminazione. Considerando i diversi approcci, si può constatare che la letteratura è oramai molto ricca di indicazioni a proposito delle variabili che dovrebbero essere oggetto di attenzione se si è interessati ai processi decisionali degli adolescenti e a possibili azioni che a riguardo possono essere realizzate da parte degli operatori di orientamento. Particolarmente auspicata è la loro realizzazione nel contesto scolastico, da parte di insegnanti esperti di questi processi. Di fatto una delle condizioni per una buona riuscita di questi interventi riguarda il fatto che gli operatori intraprendano specifiche attività di formazione. Essi devono conoscere le teorie e i modelli più sopra descritti, devono saper analizzare le problematiche di scelta circa il futuro dei loro studenti grazie al ricorso alle procedure di assessment che vengono suggerite, in modo da poter mettere in evidenza le specifiche necessità e decidere interventi personalizzati che tengano conto di ciò che le persone hanno effettivamente bisogno (Brown e Rector, 2008; Nota e Soresi, 2010). E’ necessaria la conoscenza dei basilari principi dei processi di insegnamento-apprendimento, affinché sia possibile effettuare degli adattamenti, e scegliere e utilizzare correttamente i supporti e le tecniche maggiormente efficaci. In tutto ciò, inoltre e certamente di non secondaria importanza, è il costante ricorso a procedure di monitoraggio e di valutazione dell’efficacia degli interventi di insegnamento ricorrendo a procedure sia normative che criteriali, quantitative e qualitative. La presentazione, dopo una breve introduzione, finalizzata a richiamare questi principi di riferimento, si prefigge di descrivere le azioni realizzate da insegnanti divenuti esperti di orientamento tramite la frequenza di Master e Corsi di Perfezionamento organizzati dal Laboratorio Larios dell’Università di Padova (Soresi e Nota, 2007).

Insegnare a scegliere e decidere.

NOTA, LAURA;SORESI, SALVATORE
2010

Abstract

Nella nostra società occidentale si considera importante che gli adolescenti siano in grado di compiere delle decisioni in modo autonomo e a vantaggio del loro sviluppo adattivo, personale e professionale. Di fatto gli adolescenti sono chiamati a compiere delle scelte non sempre facili, come quelle relative al curriculum di studi da intraprendere, all’ambito professionale in cui inserirsi, alle amicizie da coltivare e ai comportamenti sessuali da assumere, che una volta prese possono influenzare in modo significativo la loro vita presente e futura. Alcune decisioni che si trovano ad affrontare gli adolescenti sono sicuramente impegnative ed importanti, e questo è anche il caso della scelta circa il proprio futuro. Le opzioni professionali che possono essere intraprese dai giovani sono numerose, così come sono numerosi i percorsi formativi che possono essere svolti. In Italia, come ben sappiamo, gli studenti di scuola media devono scegliere fra numerose scuole superiori, almeno una quindicina (istituti tecnici industriali, istituti tecnici per geometri, istituti professionali per diventare periti elettrici, elettronici, meccanici, istituti magistrali per diventare insegnanti; licei linguistici, scientifici, classici, ecc.), e quelli di scuola superiore, analogamente, si trovano ‘di fronte’ una gamma ampia e diversificata di possibilità. Non a caso il fenomeno dell’indecisione e la percezione di difficoltà di fronte al compito di scelta circa il futuro sono consistenti sia a livello di scuola media inferiore che superiore (Nota, 2000; Nota e Soresi, 2004). Per altro, per quanto riguarda le scelte scolastico-professionali, a partire dagli anni 70 i cambiamenti lavorativi sono diventati sempre più frequenti e fenomeni come la globalizzazione, il rapido avanzamento tecnologico, la minor definibilità e prevedibilità delle attività professionali, e la diffusione della percezione della ‘instabilità del lavoro’, caratterizzano sempre più il mondo del lavoro. Queste condizioni richiedono alle persone di costruire in modo più attivo la loro vita professionale (Ascione e Ferrari, 2007; Ascione, 2011) e l’adattabilità professionale, ovvero la propensione a gestire in modo adattivo i cambiamenti nel mondo del lavoro, con versatilità, flessibilità e capacità di operare efficacemente (Savickas, Nota, et al., 2009), acquista un valore essenziale, soprattutto per le persone che per condizione sociale, culturale o personale sono maggiormente a rischio di incontrare difficoltà professionali. Sono necessarie competenze decisionali, capacità di problem solving e capacità di pianificazione professionale. Va inoltre ricordato che la presenza di scarse competenze decisionali e la propensione ad utilizzare modalità di gestione di situazioni difficili meno efficaci si associano ad elevati livelli di disagio psicologico e all’attuazione di comportamenti a rischio (Soresi, Nota e Ferrari, 2005; Ferrari, Nota e Soresi, 2010). Nell’ambito della psicologia dell’orientamento gli approcci che considerano importanti le capacità decisionali sono le teorie e modelli che si occupano di decision making, dei processi di risoluzione di situazioni difficili, dei processi di gestione delle situazioni sociali, dei processi di pianificazione professionale e di autodeterminazione. Considerando i diversi approcci, si può constatare che la letteratura è oramai molto ricca di indicazioni a proposito delle variabili che dovrebbero essere oggetto di attenzione se si è interessati ai processi decisionali degli adolescenti e a possibili azioni che a riguardo possono essere realizzate da parte degli operatori di orientamento. Particolarmente auspicata è la loro realizzazione nel contesto scolastico, da parte di insegnanti esperti di questi processi. Di fatto una delle condizioni per una buona riuscita di questi interventi riguarda il fatto che gli operatori intraprendano specifiche attività di formazione. Essi devono conoscere le teorie e i modelli più sopra descritti, devono saper analizzare le problematiche di scelta circa il futuro dei loro studenti grazie al ricorso alle procedure di assessment che vengono suggerite, in modo da poter mettere in evidenza le specifiche necessità e decidere interventi personalizzati che tengano conto di ciò che le persone hanno effettivamente bisogno (Brown e Rector, 2008; Nota e Soresi, 2010). E’ necessaria la conoscenza dei basilari principi dei processi di insegnamento-apprendimento, affinché sia possibile effettuare degli adattamenti, e scegliere e utilizzare correttamente i supporti e le tecniche maggiormente efficaci. In tutto ciò, inoltre e certamente di non secondaria importanza, è il costante ricorso a procedure di monitoraggio e di valutazione dell’efficacia degli interventi di insegnamento ricorrendo a procedure sia normative che criteriali, quantitative e qualitative. La presentazione, dopo una breve introduzione, finalizzata a richiamare questi principi di riferimento, si prefigge di descrivere le azioni realizzate da insegnanti divenuti esperti di orientamento tramite la frequenza di Master e Corsi di Perfezionamento organizzati dal Laboratorio Larios dell’Università di Padova (Soresi e Nota, 2007).
2010
Sfide e nuovi orizzonti per l'orientamento. Metodologie e buone pratiche.
9788809749078
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