L’analisi semantica dei testi giuridici che trattano dell’embrione umano mostra quali siano gli obiettivi che la regola intende raggiungere e se la qualificazione linguistica adottata sia funzionale alla loro realizzazione. La ricerca, che analizza norme di vari ordinamenti nazionali, europei ed internazionali, individua quattro differenti soluzioni semantiche, che vanno da quelle più pragmatiche, in cui si evita di definire l’embrione umano e di attribuirgli uno specifico status giuridico, a quelle, all’altro estremo, in cui emerge la volontà di conferire all’embrione una piena personalità o soggettività, al fine di equipararlo ai soggetti dotati di capacità giuridica. Indagando le conseguenze di tali scelte, si evidenzia come non sempre le qualificazioni “forti” si rivelano le più adatte agli scopi che si prefiggono, soprattutto a causa della persistente esigenza di bilanciare la protezione dell’embrione con altri valori ugualmente tutelati. Al contrario, più efficaci si rivelano le politiche legislative incentrate sugli obiettivi da raggiungere e meno preoccupate di introdurre nell’ordinamento concetti giuridici su cui è difficile, se non impossibile, trovare un accordo. A semantic analysis of legal texts about the human embryo shows the goals which the rules aim to achieve, and if the adopted linguistic qualification is functional for reaching these goals. The research, which analyses rules belonging to several national and international systems, detects four different semantic solutions, going from the most pragmatic ones, that do not define the human embryo and do not assign a specific legal status, to those, at the other extreme, in which there is the will to give full value to the embryo, in order to equate it with subjects possessing the capacity to have rights. Looking at the consequences of these choices, the research points out that sometimes the “strong” qualifications are not the most appropriate for reaching the goals aimed at, above all due to the persistent necessity to balance the protection of the embryo against other similarly-protected values.

La "semantica dell'embrione" nei documenti normativi. Uno sguardo comparatistico

DURANTE, VINCENZO
2010

Abstract

L’analisi semantica dei testi giuridici che trattano dell’embrione umano mostra quali siano gli obiettivi che la regola intende raggiungere e se la qualificazione linguistica adottata sia funzionale alla loro realizzazione. La ricerca, che analizza norme di vari ordinamenti nazionali, europei ed internazionali, individua quattro differenti soluzioni semantiche, che vanno da quelle più pragmatiche, in cui si evita di definire l’embrione umano e di attribuirgli uno specifico status giuridico, a quelle, all’altro estremo, in cui emerge la volontà di conferire all’embrione una piena personalità o soggettività, al fine di equipararlo ai soggetti dotati di capacità giuridica. Indagando le conseguenze di tali scelte, si evidenzia come non sempre le qualificazioni “forti” si rivelano le più adatte agli scopi che si prefiggono, soprattutto a causa della persistente esigenza di bilanciare la protezione dell’embrione con altri valori ugualmente tutelati. Al contrario, più efficaci si rivelano le politiche legislative incentrate sugli obiettivi da raggiungere e meno preoccupate di introdurre nell’ordinamento concetti giuridici su cui è difficile, se non impossibile, trovare un accordo. A semantic analysis of legal texts about the human embryo shows the goals which the rules aim to achieve, and if the adopted linguistic qualification is functional for reaching these goals. The research, which analyses rules belonging to several national and international systems, detects four different semantic solutions, going from the most pragmatic ones, that do not define the human embryo and do not assign a specific legal status, to those, at the other extreme, in which there is the will to give full value to the embryo, in order to equate it with subjects possessing the capacity to have rights. Looking at the consequences of these choices, the research points out that sometimes the “strong” qualifications are not the most appropriate for reaching the goals aimed at, above all due to the persistent necessity to balance the protection of the embryo against other similarly-protected values.
2010
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