Dall’analisi dei dati archivistici relativi alle principali diocesi venete riguardanti vari aspetti della vita associativa - numero degli iscritti all’Azione cattolica, programmi formativi, attività, pubblicazioni diffuse tra i soci, corrispondenza tra dirigenti locali e direzione centrale romana - si sono delineate in primo luogo alcune differenze all’interno del territorio regionale, ma soprattutto si sono individuate alcune caratteristiche formative generali che coinvolgevano, nel Veneto, migliaia di giovani e di adulti: la diffusione di una severa disciplina morale, l’insistenza sulla virtù dell'ubbidienza, la promozione di una attitudine alla “sociabilité” che ebbe senza dubbio molte ricadute sul piano non solo religioso, ma anche civile e culturale. Gli iscritti a queste associazioni potevano avere occasione di aumentare la loro cultura in senso lato, e non solo sotto l’aspetto religioso, migliorando ad esempio la capacità di comunicazione, imparando una lingua comune nazionale attraverso la stampa o la partecipazione a convegni e assemblee; impegnandosi nella vita associativa acquisivano l’abitudine all’impegno, ad uscire dal proprio “particulare” per occuparsi del bene comune, il che si traduceva non solo in opere benefiche, ma anche nell’abitudine a partecipare attivamente alla vita civile (con ricadute, nel secondo dopoguerra, sul successo del partito della Democrazia cristiana, che si potrà avvalere del reticolo organizzativo delle parrocchie e delle associazioni cattoliche). In definitiva si è studiato un fenomeno - che di solito veniva relegato all’ambito della storia religiosa – sotto aspetti socio-politici e culturali, con risvolti che potevano avere ricadute anche a livello economico se si considera l’importanza di questa esperienza come fattore di formazione del capitale umano e sociale.

La formazione delle masse cattoliche tra le due guerre: il caso veneto

LAZZARETTO, ALBA
2008

Abstract

Dall’analisi dei dati archivistici relativi alle principali diocesi venete riguardanti vari aspetti della vita associativa - numero degli iscritti all’Azione cattolica, programmi formativi, attività, pubblicazioni diffuse tra i soci, corrispondenza tra dirigenti locali e direzione centrale romana - si sono delineate in primo luogo alcune differenze all’interno del territorio regionale, ma soprattutto si sono individuate alcune caratteristiche formative generali che coinvolgevano, nel Veneto, migliaia di giovani e di adulti: la diffusione di una severa disciplina morale, l’insistenza sulla virtù dell'ubbidienza, la promozione di una attitudine alla “sociabilité” che ebbe senza dubbio molte ricadute sul piano non solo religioso, ma anche civile e culturale. Gli iscritti a queste associazioni potevano avere occasione di aumentare la loro cultura in senso lato, e non solo sotto l’aspetto religioso, migliorando ad esempio la capacità di comunicazione, imparando una lingua comune nazionale attraverso la stampa o la partecipazione a convegni e assemblee; impegnandosi nella vita associativa acquisivano l’abitudine all’impegno, ad uscire dal proprio “particulare” per occuparsi del bene comune, il che si traduceva non solo in opere benefiche, ma anche nell’abitudine a partecipare attivamente alla vita civile (con ricadute, nel secondo dopoguerra, sul successo del partito della Democrazia cristiana, che si potrà avvalere del reticolo organizzativo delle parrocchie e delle associazioni cattoliche). In definitiva si è studiato un fenomeno - che di solito veniva relegato all’ambito della storia religiosa – sotto aspetti socio-politici e culturali, con risvolti che potevano avere ricadute anche a livello economico se si considera l’importanza di questa esperienza come fattore di formazione del capitale umano e sociale.
2008
Storia dell'Azione Cattolica. La presenza nella Chiesa e nella società  italiana
9788849821734
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