La facilitazione dell’integrazione I risultati che in questi ultimi anni sono stati raccolti a proposito della qualità dell’integrazione indicano che è ancora necessario operare per debellare la presenza di luoghi comuni, di pregiudizi e di stereotipi. L’approfondire la tematica dei diritti delle persone con disabilità a ricevere una formazione all’interno delle scuole comuni, evidenziare i vantaggi che anche i compagni di classe potrebbero registrare se si ponesse più attenzione alle necessità personali e alle differenze interindividuali sono pratiche ancora opportune e doverose e al fine di mantenere elevati livelli di qualità sono necessari monitoraggi sistematici e operazioni di verifica ricorrenti. Tutto questo dovrà ovviamente riguardare aspetti diversi dell’integrazione (i livelli di apprendimento degli studenti, i livelli di coinvolgimento dei genitori, il clima organizzativo, ecc.); tra questi una certa attenzione dovrà essere riservata anche all’accertamento dei cambiamenti che, con il trascorrere del tempo, si potrebbero registrare a proposito dei comportamenti che i compagni di classe attivano e dei loro atteggiamenti nei confronti delle tematiche dell’integrazione. Un’integrazione scolastica efficace e vantaggiosa è un processo complesso, che richiede il coinvolgimento di molte figure: dirigenti scolastici, insegnanti, curricolari e specializzati, genitori degli alunni con e senza disabilità, compagni di classe e, ovviamente, anche lo stesso alunno in difficoltà che dovrà essere preparato a questa esperienza. E importante e fondamentale l’impegno di tutte queste figure, e in particolare, di chi fa dell’insegnamento il proprio mestiere, affinché venga effettivamente debellato il convincimento che per le persone appartenenti alle fasce più deboli e maggiormente a rischio di emarginazione sia utopistico o impossibile alla vita scolastica . L’integrazione, accanto alle sensibilità a cui si è fatto riferimento, richiede professionalità e specifiche competenze che dovrebbero essere manifestate, in primo luogo, da quei colleghi e da quelle persone che avendo responsabilità educative, abilitative e riabilitative, possono sostenere l’integrazione stessa, ridimensionare gli ostacoli e far ridurre le perplessità e le sacche di resistenza che possono essere sempre in agguato. A tal fine è necessario puntare a elevati livelli di qualità della stessa integrazione, a una effettiva partecipazione e collaborazione tra genitori, allievi e insegnanti, che dovrebbero sempre più assumere il ruolo di mediatori e facilitatori dell’integrazione.

La facilitazione dell'integrazione

NOTA, LAURA;SORESI, SALVATORE
2007

Abstract

La facilitazione dell’integrazione I risultati che in questi ultimi anni sono stati raccolti a proposito della qualità dell’integrazione indicano che è ancora necessario operare per debellare la presenza di luoghi comuni, di pregiudizi e di stereotipi. L’approfondire la tematica dei diritti delle persone con disabilità a ricevere una formazione all’interno delle scuole comuni, evidenziare i vantaggi che anche i compagni di classe potrebbero registrare se si ponesse più attenzione alle necessità personali e alle differenze interindividuali sono pratiche ancora opportune e doverose e al fine di mantenere elevati livelli di qualità sono necessari monitoraggi sistematici e operazioni di verifica ricorrenti. Tutto questo dovrà ovviamente riguardare aspetti diversi dell’integrazione (i livelli di apprendimento degli studenti, i livelli di coinvolgimento dei genitori, il clima organizzativo, ecc.); tra questi una certa attenzione dovrà essere riservata anche all’accertamento dei cambiamenti che, con il trascorrere del tempo, si potrebbero registrare a proposito dei comportamenti che i compagni di classe attivano e dei loro atteggiamenti nei confronti delle tematiche dell’integrazione. Un’integrazione scolastica efficace e vantaggiosa è un processo complesso, che richiede il coinvolgimento di molte figure: dirigenti scolastici, insegnanti, curricolari e specializzati, genitori degli alunni con e senza disabilità, compagni di classe e, ovviamente, anche lo stesso alunno in difficoltà che dovrà essere preparato a questa esperienza. E importante e fondamentale l’impegno di tutte queste figure, e in particolare, di chi fa dell’insegnamento il proprio mestiere, affinché venga effettivamente debellato il convincimento che per le persone appartenenti alle fasce più deboli e maggiormente a rischio di emarginazione sia utopistico o impossibile alla vita scolastica . L’integrazione, accanto alle sensibilità a cui si è fatto riferimento, richiede professionalità e specifiche competenze che dovrebbero essere manifestate, in primo luogo, da quei colleghi e da quelle persone che avendo responsabilità educative, abilitative e riabilitative, possono sostenere l’integrazione stessa, ridimensionare gli ostacoli e far ridurre le perplessità e le sacche di resistenza che possono essere sempre in agguato. A tal fine è necessario puntare a elevati livelli di qualità della stessa integrazione, a una effettiva partecipazione e collaborazione tra genitori, allievi e insegnanti, che dovrebbero sempre più assumere il ruolo di mediatori e facilitatori dell’integrazione.
2007
Psicologia delle disabilità
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