Nell’area lagunare del bacino alluvionale del basso Piave (Eraclea - VE) vengono posti a confronto la redditività e l’impatto ambientale di un sistema produttivo mirante al pieno soddisfacimento dei fabbisogni delle colture (sistema PT) e di uno basato su itinerari tecnici più rispettosi dell’ambiente (sistema SA). In entrambi i sistemi viene attuata la medesima rotazione sessennale mais, soia, mais, frumento, mais, set-aside, condotta a fasi contemporanee. Nella media del triennio, il sistema SA ha fornito una resa granellare pari all’85% di quella del PT. In particolare per il frumento e la soia, si è inoltre evidenziata una certa instabilità nelle rese nel sistema a basso input, dovuta soprattutto alle difficoltà incontrate nell’impianto delle colture in condizioni di lavorazioni ridotte ed in successione a cover-crop invernali. Ciononostante, il sistema SA ha fornito output economici medi leggermente superiori, dovuti alla possibilità di accedere ai contributi previsti dal Regolamento 2078/92. Con questo sistema si è potuto inoltre limitare notevolmente l’uso di prodotti chimici per il controllo dell’infestazione pur mantenendo un buon controllo delle malerbe. L’analisi dei risultati ottenuti mette in evidenza come i rapporti di convenienza tra i due sistemi dipendono da alcuni fattori contrastanti: la riduzione della quota di set-aside e dei prezzi giocano a favore del ricorso a tecniche a basso input, mentre una riduzione dei contributi avvantaggia il sistema produttivistico tradizionale. La proponibilità del sistema a basso input dipenderà quindi, nel medio periodo, dal bilanciamento di questi effetti e dalla capacità tecnica dell’agricoltore che deve essere in grado di prendere per tempo le decisioni più opportune per compensare le evoluzioni floristiche e dello stato nutrizionale del sistema.

Confronto tra sistemi colturali a scala aziendale. Nota I: Valutazioni agronomiche ed economiche

GIARDINI, LUIGI;BORIN, MAURIZIO;BERTI, ANTONIO
1997

Abstract

Nell’area lagunare del bacino alluvionale del basso Piave (Eraclea - VE) vengono posti a confronto la redditività e l’impatto ambientale di un sistema produttivo mirante al pieno soddisfacimento dei fabbisogni delle colture (sistema PT) e di uno basato su itinerari tecnici più rispettosi dell’ambiente (sistema SA). In entrambi i sistemi viene attuata la medesima rotazione sessennale mais, soia, mais, frumento, mais, set-aside, condotta a fasi contemporanee. Nella media del triennio, il sistema SA ha fornito una resa granellare pari all’85% di quella del PT. In particolare per il frumento e la soia, si è inoltre evidenziata una certa instabilità nelle rese nel sistema a basso input, dovuta soprattutto alle difficoltà incontrate nell’impianto delle colture in condizioni di lavorazioni ridotte ed in successione a cover-crop invernali. Ciononostante, il sistema SA ha fornito output economici medi leggermente superiori, dovuti alla possibilità di accedere ai contributi previsti dal Regolamento 2078/92. Con questo sistema si è potuto inoltre limitare notevolmente l’uso di prodotti chimici per il controllo dell’infestazione pur mantenendo un buon controllo delle malerbe. L’analisi dei risultati ottenuti mette in evidenza come i rapporti di convenienza tra i due sistemi dipendono da alcuni fattori contrastanti: la riduzione della quota di set-aside e dei prezzi giocano a favore del ricorso a tecniche a basso input, mentre una riduzione dei contributi avvantaggia il sistema produttivistico tradizionale. La proponibilità del sistema a basso input dipenderà quindi, nel medio periodo, dal bilanciamento di questi effetti e dalla capacità tecnica dell’agricoltore che deve essere in grado di prendere per tempo le decisioni più opportune per compensare le evoluzioni floristiche e dello stato nutrizionale del sistema.
1997
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