Negli anni recenti, l’ipotesi che l’ozono (O3) si comporti da elicitore abiotico di risposte di difesa nelle piante e’ stata via via suffragata da una ragguardevole mole di risultati sperimentali. Anche se e’ ormai acclarato che stress di origine biotica o abiotica, tra i quali l’esposizione all’ozono, evocano un insieme finito e spesso comune di reazioni di compensazione/riparazione, resta tuttora elusiva e confusa l’individuazione dei cammini molecolari e biochimici “ a monte”, cioè di quella catena di eventi coinvolti nella percezione dello stimolo avverso, nella generazione del messaggio e nell’induzione della risposta a livello genico. Per studiare similarità e differenze nelle risposte molecolari di difesa dei vegetali si e’ rivelata molto utile la suscettibilità differenziale allo stimolo avverso esibita da cultivars, varietà, ecotipi o accessioni appartenenti alla medesima specie. Noi abbiamo adottato il sistema modello costituito da una coppia di cultivars di fagiolo (Phaseolus vulgaris L.), Pinto e Groffy, delle quali e’ da tempo nota la suscettibilità differenziale all’O3: Pinto, infatti, sviluppa sintomi fogliari macroscopici in risposta all’inquinante, mentre Groffy ne resta esente. Sulle due cultivar trattate con dosi realistiche di radiazione UV-B (280-320 nm) sarà valutato l’eventuale sviluppo di sintomatologia fogliare, l’accumulo di composti che assorbono nella regione dell’UV (principalmente flavonoidi) e l’accumulo di trascritti mRNA codificanti per enzimi chiave nella ramificazione del cammino fenilpropanoide che porta alla sintesi di pigmenti flavonoidi e fitoalessine isoflavonoidi, quali fenilalanina ammonio-liasi (PAL, EC 4.3.1.5), naringenina-calcone sintasi (CHS, EC 2.3.1.74) e calcone isomerasi (CHI, EC 5.5.1.6). Gli effetti della radiazione UV-B verranno discussi anche in comparazione con quelli prodotti nella stessa coppia di cultivar dall’esposizione a dosi realistiche di O3 oppure dall’ infezione artificiale da parte del fungo emibiotrofico Colletotrichum gloeosporioides Penzig.

Risposta alla radiazione UV-B in una coppia di cultivar di fagiolo (Phaseolus vulgaris L.)

MASI, ANTONIO;
2003

Abstract

Negli anni recenti, l’ipotesi che l’ozono (O3) si comporti da elicitore abiotico di risposte di difesa nelle piante e’ stata via via suffragata da una ragguardevole mole di risultati sperimentali. Anche se e’ ormai acclarato che stress di origine biotica o abiotica, tra i quali l’esposizione all’ozono, evocano un insieme finito e spesso comune di reazioni di compensazione/riparazione, resta tuttora elusiva e confusa l’individuazione dei cammini molecolari e biochimici “ a monte”, cioè di quella catena di eventi coinvolti nella percezione dello stimolo avverso, nella generazione del messaggio e nell’induzione della risposta a livello genico. Per studiare similarità e differenze nelle risposte molecolari di difesa dei vegetali si e’ rivelata molto utile la suscettibilità differenziale allo stimolo avverso esibita da cultivars, varietà, ecotipi o accessioni appartenenti alla medesima specie. Noi abbiamo adottato il sistema modello costituito da una coppia di cultivars di fagiolo (Phaseolus vulgaris L.), Pinto e Groffy, delle quali e’ da tempo nota la suscettibilità differenziale all’O3: Pinto, infatti, sviluppa sintomi fogliari macroscopici in risposta all’inquinante, mentre Groffy ne resta esente. Sulle due cultivar trattate con dosi realistiche di radiazione UV-B (280-320 nm) sarà valutato l’eventuale sviluppo di sintomatologia fogliare, l’accumulo di composti che assorbono nella regione dell’UV (principalmente flavonoidi) e l’accumulo di trascritti mRNA codificanti per enzimi chiave nella ramificazione del cammino fenilpropanoide che porta alla sintesi di pigmenti flavonoidi e fitoalessine isoflavonoidi, quali fenilalanina ammonio-liasi (PAL, EC 4.3.1.5), naringenina-calcone sintasi (CHS, EC 2.3.1.74) e calcone isomerasi (CHI, EC 5.5.1.6). Gli effetti della radiazione UV-B verranno discussi anche in comparazione con quelli prodotti nella stessa coppia di cultivar dall’esposizione a dosi realistiche di O3 oppure dall’ infezione artificiale da parte del fungo emibiotrofico Colletotrichum gloeosporioides Penzig.
2003
XXI Convegno Nazionale della Società  Italiana di Chimica Agraria
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