Dopo un periodo di attività anomala del vulcano Stromboli (Arcipelago delle Isole Eolie, figura 1), il 30 dicembre 2002 il versante nord-est dell’Isola, in corrispondenza alla depressione della “Sciara del Fuoco”, è stato interessato da una frana di grandi proporzioni, che ha coinvolto anche la parte sottomarina dell’edificio vulcanico. La frana, provocando il distacco di alcune decine di milioni di metri cubi di materiale, ha innescato uno tsunami con onde di altezza di diversi metri che hanno danneggiato edifici ed imbarcazioni nei villaggi di Stromboli e Ginostra. Negli ultimi anni, progetti di ricerca finanziati dal Gruppo Nazionale per la Vulcanologia (GNV) sono stati dedicati alla ricostruzione dettagliata della morfologia sub-aerea e sottomarina del vulcano con lo scopo di individuare e studiare i fenomeni di instabilità provocati principalmente dall’attività eruttiva. L’eruzione del 2002-2003, verificandosi prima della fine dei progetti, è stata analizzata a partire dai dati acquisiti nel biennio 2001-2002. L’attività effusiva, iniziata il 28 dicembre 2002, si è conclusa in luglio 2003 rimodellando il pendio attraverso processi di erosione e accumulo di lava. Durante la crisi l’attività di monitoraggio, coordinata dal Dipartimento della Protezione Civile, si è basata su diverse metodologie, tra le quali la fotogrammetria digitale (Kraus, 1998), utili alla valutazione dei fenomeni di instabilità in corso (Baldi et al., 2000; Baldi et al., 2002; Mora et al., 2003). L’attività di fotogrammetria digitale, coordinata dal gruppo di ricerca del progetto n.13 finanziato dal GNV (Programma Quadro 1999-2001), ha reso possibile la ricostruzione dettagliata della morfologia sub-aerea della Sciara del Fuoco, con lo scopo di individuare e studiare i fenomeni di instabilità provocati principalmente dall’attività eruttiva. Il confronto tra i dati ottenuti prima dell’eruzione e quelli acquisiti il 5 gennaio 2003, assieme ad un rilievo batimetrico, hanno consentito di definire la geometria e di stimare i volumi coinvolti dalle frane. I successivi 13 rilievi fotogrammetrici (da gennaio a settembre 2003, tabella 1), effettuati dall’Aeronautica Militare e dalla società Nuova Avioriprese, hanno permesso il monitoraggio continuo delle variazioni morfologiche indotte dall’effusione lavica e dall’evoluzione dei fenomeni di instabilità. I modelli digitali del terreno ottenuti, sono stati utilizzati per estrarre mappe morfologiche dettagliate (estremamente importanti in zone di difficile o impossibile accesso come in aree vulcaniche), per determinare e mappare i cambiamenti successivi, per quantificare le deformazioni, per localizzare le bocche eruttive e per individuare e classificare i siti potenzialmente soggetti a rischio di crollo

Evoluzione morfologica della Sciara del Fuoco (Isola di Stromboli) durante l’eruzione del 2002-2003 mediante l’utilizzo della fotogrammetria digitale multi-temporale

FABRIS, MASSIMO;
2004

Abstract

Dopo un periodo di attività anomala del vulcano Stromboli (Arcipelago delle Isole Eolie, figura 1), il 30 dicembre 2002 il versante nord-est dell’Isola, in corrispondenza alla depressione della “Sciara del Fuoco”, è stato interessato da una frana di grandi proporzioni, che ha coinvolto anche la parte sottomarina dell’edificio vulcanico. La frana, provocando il distacco di alcune decine di milioni di metri cubi di materiale, ha innescato uno tsunami con onde di altezza di diversi metri che hanno danneggiato edifici ed imbarcazioni nei villaggi di Stromboli e Ginostra. Negli ultimi anni, progetti di ricerca finanziati dal Gruppo Nazionale per la Vulcanologia (GNV) sono stati dedicati alla ricostruzione dettagliata della morfologia sub-aerea e sottomarina del vulcano con lo scopo di individuare e studiare i fenomeni di instabilità provocati principalmente dall’attività eruttiva. L’eruzione del 2002-2003, verificandosi prima della fine dei progetti, è stata analizzata a partire dai dati acquisiti nel biennio 2001-2002. L’attività effusiva, iniziata il 28 dicembre 2002, si è conclusa in luglio 2003 rimodellando il pendio attraverso processi di erosione e accumulo di lava. Durante la crisi l’attività di monitoraggio, coordinata dal Dipartimento della Protezione Civile, si è basata su diverse metodologie, tra le quali la fotogrammetria digitale (Kraus, 1998), utili alla valutazione dei fenomeni di instabilità in corso (Baldi et al., 2000; Baldi et al., 2002; Mora et al., 2003). L’attività di fotogrammetria digitale, coordinata dal gruppo di ricerca del progetto n.13 finanziato dal GNV (Programma Quadro 1999-2001), ha reso possibile la ricostruzione dettagliata della morfologia sub-aerea della Sciara del Fuoco, con lo scopo di individuare e studiare i fenomeni di instabilità provocati principalmente dall’attività eruttiva. Il confronto tra i dati ottenuti prima dell’eruzione e quelli acquisiti il 5 gennaio 2003, assieme ad un rilievo batimetrico, hanno consentito di definire la geometria e di stimare i volumi coinvolti dalle frane. I successivi 13 rilievi fotogrammetrici (da gennaio a settembre 2003, tabella 1), effettuati dall’Aeronautica Militare e dalla società Nuova Avioriprese, hanno permesso il monitoraggio continuo delle variazioni morfologiche indotte dall’effusione lavica e dall’evoluzione dei fenomeni di instabilità. I modelli digitali del terreno ottenuti, sono stati utilizzati per estrarre mappe morfologiche dettagliate (estremamente importanti in zone di difficile o impossibile accesso come in aree vulcaniche), per determinare e mappare i cambiamenti successivi, per quantificare le deformazioni, per localizzare le bocche eruttive e per individuare e classificare i siti potenzialmente soggetti a rischio di crollo
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