Nell'ambito della problematica connessa alla mobilità e ai rapporti a lunga distanza intercorsi tra Europa e Mediterr3no nella tarda età del bronzo, la connessione tra civiltà delle terramare e mondo egeo-miceneo rappresenta uno dei temi più dibattuti. Il contributo ha come obiettivo quello di riconsiderare tempi, modi, meccanismi e traiettorie della "Mycenaen connection padana" alla luce degli importanti dati derivanti dalle indagini condotte a partire dal 2007 dall'équipe protostorica dell'Università di Padova nel grande sito arginato di Fondo Paviani, central place di quella complessa entità politico-territoriale che va sotto il nome di polity della Valli Grandi Veronesi. Il lavoro mette in evidenza come il contatto tra il mondo terramaricolo veronese e i mercanti egei, sviluppatosi essenzialmente nell'ambito del Bronzo recente 2, non si realizzò solo in termini di acquisizione da parte delle élites locali di prodotti di lusso di provenienza esotica, come le ceramiche foggiate al tornio e dipinte - e, ovviamente, i loro contenuti, cioè olio, vino, profumi, ecc. -, gli ornamenti in vetro, avorio, ecc., ma secondo modelli di ben più profonda interazione e integrazione: esso vide infatti anche il trasferimento in loco di vasai specializzati di origine o per lo meno formazione micenea e l'acquisizione da parte dei ceti dominanti indigeni di specifici elementi della ritualità sociale - e forse anche della religiosità - egea. Il contributo evidenzia altresì come la motivazione che sta alla base proiezione egea in Alto Adriatico - e, quindi, il contatto stesso con le entità politico-territoriali dell'area padano-veneta - debba essere identificato nei meccanismi di approvvigionamento e di circolazione verso Oriente dell'ambra proveniente dal Baltico. La bassa pianura veronese, vista la sua strategica posizione tra Adige e Po, rappresentava infatti lo snodo regolatore dell'afflusso di questa preziosa materia prima verso la Penisola. Il lavoro si sofferma infine sulle trasformazioni che intervennero nelle relazioni tra area padana e mondo egeo-orientale nel Bronzo finale, evidenziando come lo straordinario sito di Frattesina, punto di intersezione di direttrici commerciali che collegavano l'area nord-alpina, non l'Italia e il Mediterraneo, rappresenti, pur con tutte le differenze del caso, l'esito ultimo del sistema di scambi creato e gestito dalle terramare veronesi nel corsi dei precedenti secoli dell'età del bronzo.

Micenei in Italia settentrionale

CUPITO', MICHELE
2011

Abstract

Nell'ambito della problematica connessa alla mobilità e ai rapporti a lunga distanza intercorsi tra Europa e Mediterr3no nella tarda età del bronzo, la connessione tra civiltà delle terramare e mondo egeo-miceneo rappresenta uno dei temi più dibattuti. Il contributo ha come obiettivo quello di riconsiderare tempi, modi, meccanismi e traiettorie della "Mycenaen connection padana" alla luce degli importanti dati derivanti dalle indagini condotte a partire dal 2007 dall'équipe protostorica dell'Università di Padova nel grande sito arginato di Fondo Paviani, central place di quella complessa entità politico-territoriale che va sotto il nome di polity della Valli Grandi Veronesi. Il lavoro mette in evidenza come il contatto tra il mondo terramaricolo veronese e i mercanti egei, sviluppatosi essenzialmente nell'ambito del Bronzo recente 2, non si realizzò solo in termini di acquisizione da parte delle élites locali di prodotti di lusso di provenienza esotica, come le ceramiche foggiate al tornio e dipinte - e, ovviamente, i loro contenuti, cioè olio, vino, profumi, ecc. -, gli ornamenti in vetro, avorio, ecc., ma secondo modelli di ben più profonda interazione e integrazione: esso vide infatti anche il trasferimento in loco di vasai specializzati di origine o per lo meno formazione micenea e l'acquisizione da parte dei ceti dominanti indigeni di specifici elementi della ritualità sociale - e forse anche della religiosità - egea. Il contributo evidenzia altresì come la motivazione che sta alla base proiezione egea in Alto Adriatico - e, quindi, il contatto stesso con le entità politico-territoriali dell'area padano-veneta - debba essere identificato nei meccanismi di approvvigionamento e di circolazione verso Oriente dell'ambra proveniente dal Baltico. La bassa pianura veronese, vista la sua strategica posizione tra Adige e Po, rappresentava infatti lo snodo regolatore dell'afflusso di questa preziosa materia prima verso la Penisola. Il lavoro si sofferma infine sulle trasformazioni che intervennero nelle relazioni tra area padana e mondo egeo-orientale nel Bronzo finale, evidenziando come lo straordinario sito di Frattesina, punto di intersezione di direttrici commerciali che collegavano l'area nord-alpina, non l'Italia e il Mediterraneo, rappresenti, pur con tutte le differenze del caso, l'esito ultimo del sistema di scambi creato e gestito dalle terramare veronesi nel corsi dei precedenti secoli dell'età del bronzo.
2011
Le grandi vie delle civiltà - Relazioni e scambi fra Mediterraneo e il centro Europa dalla preistoria alla romanità. Catalogo della mostra di Trento
9788890090981
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/11577/2478553
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