A partire dalla sua ideazione, uno degli ambiti in cui è stato maggiormente utilizzata la procedura del Lausanne Trilogue Play (LTP, Fivaz-Depeursinge, Corboz-Warnery, 1999) è quello della ricerca sullo sviluppo. In questo campo, alcuni studi si sono focalizzati sull'analisi delle caratteristiche psicometriche del metodo rilevando la validità dell'impianto della procedura, l'affidabilità del sistema di codifica prenatale e post natale, e fornendo indicazioni preliminari della sua validità discriminante rispetto a situazioni a rischio e/o cliniche (Favez, Frascarolo, in press). Parallelamente, numerose ricerche hanno indagato le caratteristiche e lo sviluppo degli scambi interattivi entro la triade familiare nei primi anni del bambino: una prima serie di studi ha utilizzato una versione modificata del LTP (LTP con Still-Face) e un approccio di tipo microanalitico nella codifica delle interazioni madre-padre-bambino focalizzandosi sulle caratteristiche strutturali e processuali dell'interazione triadica (Fivaz-Depeursinge, Favez, Lavanchy, De Noni, Frascarolo, 2005). Tali lavori hanno evidenziato la presenza di precoci competenze triangolari grazie alle quali il bambino riuscirebbe a mettere in atto la primitiva capacità di scambiare segnali affettivi e attentivi con entrambi i genitori (Fivaz-Depeursinge, Frascarolo, Corboz-Warnery, 1996; Fivaz-Depeursinge, 1998). Un altro settore, invece, si è focalizzato sull'analisi delle traiettorie evolutive delle competenze interattive triadiche dalla gravidanza ai primi anni di vita allo scopo di individuare i pattern di stabilità e/o di cambiamento di tale processo evolutivo. I dati evidenziano una generale stabilità della qualità delle interazioni madre-padre-bambino nei primi diciotto mesi del piccolo (Favez, Frascarolo, Carneiro, Montfort, Corboz-Warnery, Fivaz-Depeursinge, 2006b), sottolineando come tale stabilità costituisca un prerequisito per considerare il sistema interattivo triadico come una matrice relazionale primaria entro la quale il bambino può manifestare e consolidare le proprie competenze emergenti attraverso la ripetitività e prevedibilità degli scambi interattivi. Parallelamente, entro tale generale stabilità, le analisi qualitative delle differenze interfamiliari sembrano mettere in luce la presenza di pattern diversi nello sviluppo di tali competenze, rilevando come, sia in famiglie appartenenti a una popolazione non clinica (Favez, Frascarolo, Fivaz-Depeursinge, 2006a), sia in famiglie selezionate in relazione ai pregressi problemi di infertilità (Darwiche, Fivaz-Depeursinge, Favez, Desplands, Germond, Guex, 2010) sia possibile osservare percorsi evolutivi diversi nel corso dei primi mesi del bambino, in alcuni casi caratterizzati da un incremento, in altri da un decremento e in altri ancora da una generale continuità. Infine, ulteriore ambito ha riguardato ricerche relative ai fattori in grado di influenzare o di associarsi alla qualità degli scambi interattivi madre-padre-bambino nella transizione alla genitorialità e nei primi anni del piccolo. I lavori che hanno analizzato il contributo del bambino hanno considerato il genere e il temperamento quali variabili in grado di indirizzare la qualità dello scambio interattivo, non riscontrando chiare associazioni e/o influenze di questi due fattori sulla qualità delle interazioni familiari (Simonelli, Bighin, Franci, 2010; Favez et al., 2006b). Relativamente invece al ruolo di fattori di ordine diadico e contestuale, un aspetto indagato riguarda il ruolo del padre, nella sua funzione affettiva e di cura del piccolo: i dati evidenziano associazioni tra il grado di coinvolgimento pratico ed emotivo del padre nella cura del bambino e la qualità degli scambi interattivi osservabili nel contesto familiare attraverso la procedura del Lausanne Trilogue Play (Fivaz-Depeursinge, Corboz-Warnery, 1999). Per quanto riguarda, infine, il rapporto tra la qualità della relazione coniugale e la qualità delle interazioni familiari non emergono associazioni significative tra i due aspetti, dato che sembrerebbe indicare la relativa indipendenza tra il piano della coniugalità e il piano della genitorialità e della famiglia nel suo complesso, nei primi anni del bambino. Tale risultato apre alla possibilità di interrogarsi sul ruolo svolto da altre variabili che potrebbero interagire con entrambi questi aspetti e influenzarli direttamente o fungere da fattori di mediazione. Relativamente invece alla qualità dell'interazione cogenitoriale, anche quando valutata in gravidanza attraverso la versione dell’LTP Prenatale è risultata positivamente associata e predittiva delle successive competenze interattive manifestate dalla triade familiare (Carneiro, Corboz-Warnery, Fivaz-Depeursinge, 2006; Favez, et al. 2006a): in altre parole, la capacità della diade cogenitoriale di cooperare e coordinarsi nel gioco di ruoli proposto dalla procedura in gravidanza, di manifestare quei comportamenti intuitivi genitoriali attivabili anche in assenza del concepimento e di un bambino reale (Papousek, Papousek, 1987), così come la capacità di mantenere una giusta distanza tra la finzione richiesta e la realtà, costituiscono competenze che trovano una continuità con la successiva funzionalità delle interazioni familiari, una volta nato il bambino. Considerando infine, l'intersezione tra lo studio dei processi evolutivi relativi alle competenze interattive triadiche e i possibili esiti adattivi o a rischio per il bambino, diversamente da quanto ci si aspetterebbe da un punto di vista teorico, gli studi finora effettuati non hanno rilevato una chiara connessione tra la qualità delle interazioni familiari e gli esiti evolutivi e sintomatologici del bambino e/o dei genitori: infatti, se da un lato l'analisi di casi singoli o di famiglie appartenenti a popolazioni cliniche o a rischio ha permesso di rilevare la presenza di interazioni familiari disfunzionali e caratterizzate da difficoltà, minori competenze e precoci manifestazioni di inversione dei ruoli nel bambino in questo tipo di famiglie, parallelamente, gli studi effettuati su famiglie appartenenti a popolazioni non cliniche, non hanno evidenziato associazioni significative tra la qualità delle interazioni familiari e la presenza di sintomatologia nel bambino nei primi diciotto mesi di vita (Favez, et al., 2006b). Di conseguenza, sono auspicabili ulteriori ricerche condotte in modo sistematico su popolazioni cliniche e non, che consentano di approfondire la relazione tra l'esperienza di interazioni familiari funzionali e soddisfacenti e il benessere e l’adattamento del bambino nel medio e lungo termine.

L'évolution de l'alliance familiale et son impact sur l'enfant à l'age de 4 ans: une étude longitudinal en Italie.

SIMONELLI, ALESSANDRA;BIGHIN, MARA;DE PALO, FRANCESCA
2013

Abstract

A partire dalla sua ideazione, uno degli ambiti in cui è stato maggiormente utilizzata la procedura del Lausanne Trilogue Play (LTP, Fivaz-Depeursinge, Corboz-Warnery, 1999) è quello della ricerca sullo sviluppo. In questo campo, alcuni studi si sono focalizzati sull'analisi delle caratteristiche psicometriche del metodo rilevando la validità dell'impianto della procedura, l'affidabilità del sistema di codifica prenatale e post natale, e fornendo indicazioni preliminari della sua validità discriminante rispetto a situazioni a rischio e/o cliniche (Favez, Frascarolo, in press). Parallelamente, numerose ricerche hanno indagato le caratteristiche e lo sviluppo degli scambi interattivi entro la triade familiare nei primi anni del bambino: una prima serie di studi ha utilizzato una versione modificata del LTP (LTP con Still-Face) e un approccio di tipo microanalitico nella codifica delle interazioni madre-padre-bambino focalizzandosi sulle caratteristiche strutturali e processuali dell'interazione triadica (Fivaz-Depeursinge, Favez, Lavanchy, De Noni, Frascarolo, 2005). Tali lavori hanno evidenziato la presenza di precoci competenze triangolari grazie alle quali il bambino riuscirebbe a mettere in atto la primitiva capacità di scambiare segnali affettivi e attentivi con entrambi i genitori (Fivaz-Depeursinge, Frascarolo, Corboz-Warnery, 1996; Fivaz-Depeursinge, 1998). Un altro settore, invece, si è focalizzato sull'analisi delle traiettorie evolutive delle competenze interattive triadiche dalla gravidanza ai primi anni di vita allo scopo di individuare i pattern di stabilità e/o di cambiamento di tale processo evolutivo. I dati evidenziano una generale stabilità della qualità delle interazioni madre-padre-bambino nei primi diciotto mesi del piccolo (Favez, Frascarolo, Carneiro, Montfort, Corboz-Warnery, Fivaz-Depeursinge, 2006b), sottolineando come tale stabilità costituisca un prerequisito per considerare il sistema interattivo triadico come una matrice relazionale primaria entro la quale il bambino può manifestare e consolidare le proprie competenze emergenti attraverso la ripetitività e prevedibilità degli scambi interattivi. Parallelamente, entro tale generale stabilità, le analisi qualitative delle differenze interfamiliari sembrano mettere in luce la presenza di pattern diversi nello sviluppo di tali competenze, rilevando come, sia in famiglie appartenenti a una popolazione non clinica (Favez, Frascarolo, Fivaz-Depeursinge, 2006a), sia in famiglie selezionate in relazione ai pregressi problemi di infertilità (Darwiche, Fivaz-Depeursinge, Favez, Desplands, Germond, Guex, 2010) sia possibile osservare percorsi evolutivi diversi nel corso dei primi mesi del bambino, in alcuni casi caratterizzati da un incremento, in altri da un decremento e in altri ancora da una generale continuità. Infine, ulteriore ambito ha riguardato ricerche relative ai fattori in grado di influenzare o di associarsi alla qualità degli scambi interattivi madre-padre-bambino nella transizione alla genitorialità e nei primi anni del piccolo. I lavori che hanno analizzato il contributo del bambino hanno considerato il genere e il temperamento quali variabili in grado di indirizzare la qualità dello scambio interattivo, non riscontrando chiare associazioni e/o influenze di questi due fattori sulla qualità delle interazioni familiari (Simonelli, Bighin, Franci, 2010; Favez et al., 2006b). Relativamente invece al ruolo di fattori di ordine diadico e contestuale, un aspetto indagato riguarda il ruolo del padre, nella sua funzione affettiva e di cura del piccolo: i dati evidenziano associazioni tra il grado di coinvolgimento pratico ed emotivo del padre nella cura del bambino e la qualità degli scambi interattivi osservabili nel contesto familiare attraverso la procedura del Lausanne Trilogue Play (Fivaz-Depeursinge, Corboz-Warnery, 1999). Per quanto riguarda, infine, il rapporto tra la qualità della relazione coniugale e la qualità delle interazioni familiari non emergono associazioni significative tra i due aspetti, dato che sembrerebbe indicare la relativa indipendenza tra il piano della coniugalità e il piano della genitorialità e della famiglia nel suo complesso, nei primi anni del bambino. Tale risultato apre alla possibilità di interrogarsi sul ruolo svolto da altre variabili che potrebbero interagire con entrambi questi aspetti e influenzarli direttamente o fungere da fattori di mediazione. Relativamente invece alla qualità dell'interazione cogenitoriale, anche quando valutata in gravidanza attraverso la versione dell’LTP Prenatale è risultata positivamente associata e predittiva delle successive competenze interattive manifestate dalla triade familiare (Carneiro, Corboz-Warnery, Fivaz-Depeursinge, 2006; Favez, et al. 2006a): in altre parole, la capacità della diade cogenitoriale di cooperare e coordinarsi nel gioco di ruoli proposto dalla procedura in gravidanza, di manifestare quei comportamenti intuitivi genitoriali attivabili anche in assenza del concepimento e di un bambino reale (Papousek, Papousek, 1987), così come la capacità di mantenere una giusta distanza tra la finzione richiesta e la realtà, costituiscono competenze che trovano una continuità con la successiva funzionalità delle interazioni familiari, una volta nato il bambino. Considerando infine, l'intersezione tra lo studio dei processi evolutivi relativi alle competenze interattive triadiche e i possibili esiti adattivi o a rischio per il bambino, diversamente da quanto ci si aspetterebbe da un punto di vista teorico, gli studi finora effettuati non hanno rilevato una chiara connessione tra la qualità delle interazioni familiari e gli esiti evolutivi e sintomatologici del bambino e/o dei genitori: infatti, se da un lato l'analisi di casi singoli o di famiglie appartenenti a popolazioni cliniche o a rischio ha permesso di rilevare la presenza di interazioni familiari disfunzionali e caratterizzate da difficoltà, minori competenze e precoci manifestazioni di inversione dei ruoli nel bambino in questo tipo di famiglie, parallelamente, gli studi effettuati su famiglie appartenenti a popolazioni non cliniche, non hanno evidenziato associazioni significative tra la qualità delle interazioni familiari e la presenza di sintomatologia nel bambino nei primi diciotto mesi di vita (Favez, et al., 2006b). Di conseguenza, sono auspicabili ulteriori ricerche condotte in modo sistematico su popolazioni cliniche e non, che consentano di approfondire la relazione tra l'esperienza di interazioni familiari funzionali e soddisfacenti e il benessere e l’adattamento del bambino nel medio e lungo termine.
2013
Naitre et grandir au sein de la triade. Le développment de l'alliance familiale
9782804176006
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