Il presente lavoro si pone l’obiettivo di portare a sintesi ed ampliare gli studi economico-aziendali sulla comunicazione volontaria d’impresa verso i diversi interlocutori sociali co-interessati al raggiungimento dell’economicità aziendale e al valore che questa può generare nel tempo. La possibilità di gestire in maniera strategica e personalizzata le relazioni con i diversi interlocutori sociali d’impresa – di seguito definiti anche portatori d’interesse o stakeholder – è qui proposta al termine di un articolato percorso di ricerca che ha interessato in distinte fasi manager e società quotate Italiane e Statunitensi con il fine di analizzare la rilevanza dei molteplici portatori d’interesse e le politiche di comunicazione volontaria implementate da selezionate imprese nei due diversi contesti nazionali. La tesi principale di questo approfondimento colloca la comunicazione volontaria tra le strategie a disposizione dei singoli manager i quali tendono ad assegnare agli stakeholder diversi livelli di priorità e rilevanza in funzione del potere associato ai singoli gruppi d’interlocutori, nonchè dell’urgenza e della legittimità riconosciute alle specifiche aspettative di ciascun gruppo. Le diverse percezioni dei manager, tuttavia, confluiscono in politiche comunicative istituzionali sovente uniformate a linee guida multi-stakeholder caratterizzate da un approccio universale nell’individuazione dei fabbisogni informativi di tutti i principali interlocutori. Manager ed imprese tendono, quindi, a “scegliere” i propri interlocutori chiave mediando tra le preferenze dei singoli manager e l’implementazione di linee guida multi-stakeholder. La gestione della comunicazione volontaria avviene, infatti, ricorrendo ad un ampio orizzonte di possibilità: dalla scelta di non comunicare elementi ritenuti sensibili; alla comunicazione volontaria difensiva e cosmetica con finalità di pubbliche relazioni e formale rispetto delle linee guida; all’utilizzo esteso, strategico e personalizzato dell’informativa non obbligatoria inserita nel fascicolo di bilancio al fine di rinforzare il proprio vantaggio competitivo. L’originalità del presente contributo consta nella volontà di verificare le molteplici determinanti della comunicazione volontaria di misure di prestazione indirizzate ai diversi portatori d’interesse (stakeholder reporting) e nell’intenzione d’investigare la comunicazione volontaria verso gli stakeholder come una scelta strategica soggetta a vincoli di opportunità economica (l’impiego di risorse limitate), vincoli competitivi (l’individuazione di un vantaggio competitivo associabile ad una maggiore comunicazione) ed elementi culturali (quali interlocutori strategici considerare più importanti e/o prioritari rispetto ad altri). La definizione di un sistema volontario di comunicazione d’impresa indirizzato a soddisfare i fabbisogni informativi degli stakeholder è pertanto presentata in questo contributo come un’opzione strategica che può trovare stimolo e riferimento nelle linee guida sulla rendicontazione volontaria proposte in letteratura per giungere, tuttavia, ad una soluzione integrabile nello specifico modello imprenditoriale di ciascuna realtà aziendale. Nell’esercizio di quest’opzione, i manager si trovano quindi nella necessità di individuare gli interlocutori rilevanti all’interno del modello imprenditoriale e di strutturare un canale informativo “personalizzato” attingendo dai modelli di rendicontazione volontaria d’impresa che si stanno affermando a livello nazionale (le linee guida sul bilancio sociale) ed internazionale (la Global Reporting Initiative).
Lo Stakeholder Reporting nei Bilanci delle Società Quotate
BOESSO, GIACOMO
2011
Abstract
Il presente lavoro si pone l’obiettivo di portare a sintesi ed ampliare gli studi economico-aziendali sulla comunicazione volontaria d’impresa verso i diversi interlocutori sociali co-interessati al raggiungimento dell’economicità aziendale e al valore che questa può generare nel tempo. La possibilità di gestire in maniera strategica e personalizzata le relazioni con i diversi interlocutori sociali d’impresa – di seguito definiti anche portatori d’interesse o stakeholder – è qui proposta al termine di un articolato percorso di ricerca che ha interessato in distinte fasi manager e società quotate Italiane e Statunitensi con il fine di analizzare la rilevanza dei molteplici portatori d’interesse e le politiche di comunicazione volontaria implementate da selezionate imprese nei due diversi contesti nazionali. La tesi principale di questo approfondimento colloca la comunicazione volontaria tra le strategie a disposizione dei singoli manager i quali tendono ad assegnare agli stakeholder diversi livelli di priorità e rilevanza in funzione del potere associato ai singoli gruppi d’interlocutori, nonchè dell’urgenza e della legittimità riconosciute alle specifiche aspettative di ciascun gruppo. Le diverse percezioni dei manager, tuttavia, confluiscono in politiche comunicative istituzionali sovente uniformate a linee guida multi-stakeholder caratterizzate da un approccio universale nell’individuazione dei fabbisogni informativi di tutti i principali interlocutori. Manager ed imprese tendono, quindi, a “scegliere” i propri interlocutori chiave mediando tra le preferenze dei singoli manager e l’implementazione di linee guida multi-stakeholder. La gestione della comunicazione volontaria avviene, infatti, ricorrendo ad un ampio orizzonte di possibilità: dalla scelta di non comunicare elementi ritenuti sensibili; alla comunicazione volontaria difensiva e cosmetica con finalità di pubbliche relazioni e formale rispetto delle linee guida; all’utilizzo esteso, strategico e personalizzato dell’informativa non obbligatoria inserita nel fascicolo di bilancio al fine di rinforzare il proprio vantaggio competitivo. L’originalità del presente contributo consta nella volontà di verificare le molteplici determinanti della comunicazione volontaria di misure di prestazione indirizzate ai diversi portatori d’interesse (stakeholder reporting) e nell’intenzione d’investigare la comunicazione volontaria verso gli stakeholder come una scelta strategica soggetta a vincoli di opportunità economica (l’impiego di risorse limitate), vincoli competitivi (l’individuazione di un vantaggio competitivo associabile ad una maggiore comunicazione) ed elementi culturali (quali interlocutori strategici considerare più importanti e/o prioritari rispetto ad altri). La definizione di un sistema volontario di comunicazione d’impresa indirizzato a soddisfare i fabbisogni informativi degli stakeholder è pertanto presentata in questo contributo come un’opzione strategica che può trovare stimolo e riferimento nelle linee guida sulla rendicontazione volontaria proposte in letteratura per giungere, tuttavia, ad una soluzione integrabile nello specifico modello imprenditoriale di ciascuna realtà aziendale. Nell’esercizio di quest’opzione, i manager si trovano quindi nella necessità di individuare gli interlocutori rilevanti all’interno del modello imprenditoriale e di strutturare un canale informativo “personalizzato” attingendo dai modelli di rendicontazione volontaria d’impresa che si stanno affermando a livello nazionale (le linee guida sul bilancio sociale) ed internazionale (la Global Reporting Initiative).Pubblicazioni consigliate
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