La disponibilità di un adeguato ingresso uditivo nei primi mesi di vita rappresenta il presupposto fondamentale per la percezione acustica e quindi verbale, e pertanto per il normale sviluppo del linguaggio. Tale ingresso interagisce con altre modalità sensoriali in maniera complessa contribuendo in tal modo alla costruzione di una esperienza sensoriale globale e allo sviluppo cognitivo. Nei primi mesi di vita infatti l’esplorazione del mondo esterno da parte del bambino si realizza attraverso l’utilizzo di input forniti da più di un canale sensoriale che, interagendo in maniera complessa, concorrono di fatto a formare un sistema nell’ambito del quale risulta artificioso distinguere nettamente le informazioni fornite dalle singole componenti. Questo sistema media l’interazione del soggetto con l’ambiente, e le informazioni da esso raccolte contribuiscono a strutturare l’esperienza sensoriale nel suo complesso, la quale a sua volta rappresenta un presupposto fondamentale per lo sviluppo cognitivo. In questa ottica l’assenza di un adeguato ingresso uditivo nel primo anno di vita pregiudica gravemente lo sviluppo del linguaggio e, più in generale, comporta la perdita di una componente fondamentale dello sviluppo sensoriale. L’impianto cocleare rappresenta il trattamento di scelta per pazienti affetti da ipoacusia di entità severa-profonda, nei quali l’applicazione di apparecchi acustici non consente di fornire un ingresso uditivo efficiente ai fini della comunicazione verbale. L’outcome linguistico dei soggetti sottoposti ad impianto cocleare non è tuttavia facilmente prevedibile, ed appare influenzato da numerose variabili, alcune delle quali difficilmente controllabili. Una distinzione fondamentale è legata all’epoca di insorgenza della perdita uditiva: infatti, mentre i soggetti con ipoacusia ad esordio postverbale ottengono pressoché invariabilmente beneficio dall’applicazione di un impianto cocleare, i risultati ottenibili da soggetti affetti da ipoacusia ad esordio preverbale non appaiono altrettanto sicuri. Lo sviluppo delle abilità linguistiche in questa categoria di pazienti è ritardato rispetto alla norma, come conseguenza del periodo di deprivazione uditiva sperimentato prima dell’applicazione dell’impianto cocleare. Un fattore di primaria importanza è rappresentato dall’età in cui si interviene attuando il ripristino di un adeguato segnale uditivo attraverso l’impianto cocleare. Si ritiene che l’applicazione dell’impianto fino ai due anni di età si associ ad uno sviluppo linguistico pressoché normale; mentre in bambini più grandi lo sviluppo del linguaggio appare ritardato, in relazione alla maggior durata della deprivazione uditiva. Queste evidenze supportano l’esistenza di un periodo critico per lo sviluppo del linguaggio, compreso fra 6 e 12 mesi di vita, nel quale si verifica lo sviluppo delle interconnessioni fra il lobo temporale e la porzione inferiore del lobo frontale, presupposto strutturale per la realizzazione dell’integrazione fra la percezione uditiva e la programmazione motoria. In periodi successivi la plasticità del sistema nervoso centrale va incontro ad una graduale progressiva riduzione. Lo sviluppo di normali abilità linguistiche sembra richiedere la presenza di un segnale uditivo adeguato a guidare l’organizzazione della corteccia uditiva secondaria e delle aree associative durante il periodo critico. Negli adolescenti e nei giovani adulti con ipoacusia ad insorgenza preverbale, si osserva un miglioramento della percezione verbale dopo l’applicazione dell’impianto cocleare. La presenza di un input uditivo garantito dall’utilizzo di apparecchi acustici prima dell’intervento associato alla riabilitazione logopedica effettuata con modalità uditivo-orale e ad un buon livello di istruzione può influenzare positivamente l’outcome dell’impianto cocleare in questa categoria di pazienti. Questi dati sono stati spiegati ammettendo che il ripristino di un input uditivo tramite l’applicazione dell’impianto cocleare potrebbe indurre solo limitati fenomeni di riorganizzazione delle aree corticali secondarie coinvolte nella percezione verbale e di colonizzazione di queste stesse aree da parte di altre modalità sensoriali, in particolare da parte delle afferenze visive.

L’outcome percettivo-linguistico dell’impianto cocleare in giovani adulti con ipoacusia preverbale

SANTARELLI, ROSAMARIA;DE FILIPPI, ROBERTA;ROSSI, ROBERTA;ARSLAN, EDOARDO
2011

Abstract

La disponibilità di un adeguato ingresso uditivo nei primi mesi di vita rappresenta il presupposto fondamentale per la percezione acustica e quindi verbale, e pertanto per il normale sviluppo del linguaggio. Tale ingresso interagisce con altre modalità sensoriali in maniera complessa contribuendo in tal modo alla costruzione di una esperienza sensoriale globale e allo sviluppo cognitivo. Nei primi mesi di vita infatti l’esplorazione del mondo esterno da parte del bambino si realizza attraverso l’utilizzo di input forniti da più di un canale sensoriale che, interagendo in maniera complessa, concorrono di fatto a formare un sistema nell’ambito del quale risulta artificioso distinguere nettamente le informazioni fornite dalle singole componenti. Questo sistema media l’interazione del soggetto con l’ambiente, e le informazioni da esso raccolte contribuiscono a strutturare l’esperienza sensoriale nel suo complesso, la quale a sua volta rappresenta un presupposto fondamentale per lo sviluppo cognitivo. In questa ottica l’assenza di un adeguato ingresso uditivo nel primo anno di vita pregiudica gravemente lo sviluppo del linguaggio e, più in generale, comporta la perdita di una componente fondamentale dello sviluppo sensoriale. L’impianto cocleare rappresenta il trattamento di scelta per pazienti affetti da ipoacusia di entità severa-profonda, nei quali l’applicazione di apparecchi acustici non consente di fornire un ingresso uditivo efficiente ai fini della comunicazione verbale. L’outcome linguistico dei soggetti sottoposti ad impianto cocleare non è tuttavia facilmente prevedibile, ed appare influenzato da numerose variabili, alcune delle quali difficilmente controllabili. Una distinzione fondamentale è legata all’epoca di insorgenza della perdita uditiva: infatti, mentre i soggetti con ipoacusia ad esordio postverbale ottengono pressoché invariabilmente beneficio dall’applicazione di un impianto cocleare, i risultati ottenibili da soggetti affetti da ipoacusia ad esordio preverbale non appaiono altrettanto sicuri. Lo sviluppo delle abilità linguistiche in questa categoria di pazienti è ritardato rispetto alla norma, come conseguenza del periodo di deprivazione uditiva sperimentato prima dell’applicazione dell’impianto cocleare. Un fattore di primaria importanza è rappresentato dall’età in cui si interviene attuando il ripristino di un adeguato segnale uditivo attraverso l’impianto cocleare. Si ritiene che l’applicazione dell’impianto fino ai due anni di età si associ ad uno sviluppo linguistico pressoché normale; mentre in bambini più grandi lo sviluppo del linguaggio appare ritardato, in relazione alla maggior durata della deprivazione uditiva. Queste evidenze supportano l’esistenza di un periodo critico per lo sviluppo del linguaggio, compreso fra 6 e 12 mesi di vita, nel quale si verifica lo sviluppo delle interconnessioni fra il lobo temporale e la porzione inferiore del lobo frontale, presupposto strutturale per la realizzazione dell’integrazione fra la percezione uditiva e la programmazione motoria. In periodi successivi la plasticità del sistema nervoso centrale va incontro ad una graduale progressiva riduzione. Lo sviluppo di normali abilità linguistiche sembra richiedere la presenza di un segnale uditivo adeguato a guidare l’organizzazione della corteccia uditiva secondaria e delle aree associative durante il periodo critico. Negli adolescenti e nei giovani adulti con ipoacusia ad insorgenza preverbale, si osserva un miglioramento della percezione verbale dopo l’applicazione dell’impianto cocleare. La presenza di un input uditivo garantito dall’utilizzo di apparecchi acustici prima dell’intervento associato alla riabilitazione logopedica effettuata con modalità uditivo-orale e ad un buon livello di istruzione può influenzare positivamente l’outcome dell’impianto cocleare in questa categoria di pazienti. Questi dati sono stati spiegati ammettendo che il ripristino di un input uditivo tramite l’applicazione dell’impianto cocleare potrebbe indurre solo limitati fenomeni di riorganizzazione delle aree corticali secondarie coinvolte nella percezione verbale e di colonizzazione di queste stesse aree da parte di altre modalità sensoriali, in particolare da parte delle afferenze visive.
2011
Acquisizione dell’italiano e sordità
8863150567
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