In modo sintetico, il lavoro illustra gli sviluppi più rilevanti della teoria del segno (linguistico e non) nell'ambito della filosofia e della linguistica britanniche del XVIII secolo. Partendo dalla semiotica di John Locke, che si caratterizzava principalmente per il suo denotazionismo a due livelli (le parole sono segni delle idee e le idee, a loro volta, delle cose) e per la concezione arbitraristica del segno, il lavoro prima individua i punti critici che potevano essere ravvisati in essa e poi descrive le due direttrici che ha avuto il processo di riflessione successivo, comunque teso ora a (a) correggere l'impianto teorico lockiano, ora a (b) superarlo mediante l'elaborazione di concezioni decisamente non denotazionistiche del significato. Rientrano in (a): le polemiche di Norris, Stillingfleet e Sergeant a proposito della natura delle idee, e di Reid intorno al rappresentazionismo di Locke; le teorie di Reresby, Samuel Johnson, Hume, Blair, Beattie e Ferguson intorno all'origine delle nostre convenzioni segniche, la teoria della 'suggestione' di Reid, nonché quella delle parole-proposizionali di Smith e Lord Monboddo; infine, gli abbozzi di una teoria del significato come uso presente nei lavori di Berkeley e Hume e di quella della funzione emotivo-prescrittiva dei segni, elaborata da Hutcheson. Solo nella seconda metà del secolo la semiotica di Locke inizia peraltro ad essere realmente superata, grazie alle teoria di Burke, degli elocuzionisti, di Dugald Stewart e di Horne Tooke. Burke ha in effetti sottolineato come il significato dipenda dalle risposte che le parole determinano nei loro contesti d'uso, oltre che dal gioco delle interpretazioni; gli elocuzionisti hanno rilevato l'importanza della funzione comunicativa svolta dai suoni e Horne Tooke ha notato come le parole possano essere non solo segni delle idee, ma anche di altre parole. Completa il saggio un'ampia bibliografia ragionata relativa ai vari temi trattati.

Aspetti della teoria del segno nella filosofia britannica del XVIII secolo.

GILARDI, ROBERTO
1996

Abstract

In modo sintetico, il lavoro illustra gli sviluppi più rilevanti della teoria del segno (linguistico e non) nell'ambito della filosofia e della linguistica britanniche del XVIII secolo. Partendo dalla semiotica di John Locke, che si caratterizzava principalmente per il suo denotazionismo a due livelli (le parole sono segni delle idee e le idee, a loro volta, delle cose) e per la concezione arbitraristica del segno, il lavoro prima individua i punti critici che potevano essere ravvisati in essa e poi descrive le due direttrici che ha avuto il processo di riflessione successivo, comunque teso ora a (a) correggere l'impianto teorico lockiano, ora a (b) superarlo mediante l'elaborazione di concezioni decisamente non denotazionistiche del significato. Rientrano in (a): le polemiche di Norris, Stillingfleet e Sergeant a proposito della natura delle idee, e di Reid intorno al rappresentazionismo di Locke; le teorie di Reresby, Samuel Johnson, Hume, Blair, Beattie e Ferguson intorno all'origine delle nostre convenzioni segniche, la teoria della 'suggestione' di Reid, nonché quella delle parole-proposizionali di Smith e Lord Monboddo; infine, gli abbozzi di una teoria del significato come uso presente nei lavori di Berkeley e Hume e di quella della funzione emotivo-prescrittiva dei segni, elaborata da Hutcheson. Solo nella seconda metà del secolo la semiotica di Locke inizia peraltro ad essere realmente superata, grazie alle teoria di Burke, degli elocuzionisti, di Dugald Stewart e di Horne Tooke. Burke ha in effetti sottolineato come il significato dipenda dalle risposte che le parole determinano nei loro contesti d'uso, oltre che dal gioco delle interpretazioni; gli elocuzionisti hanno rilevato l'importanza della funzione comunicativa svolta dai suoni e Horne Tooke ha notato come le parole possano essere non solo segni delle idee, ma anche di altre parole. Completa il saggio un'ampia bibliografia ragionata relativa ai vari temi trattati.
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/11577/2483832
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