Introduzione La prospettiva interattivo-relazionale costituisce un approccio alla comprensione della psicopatologia dello sviluppo che sposta la lettura del disagio psichico definendolo in termini di espressione di un fallimento dell’ambiente globale delle cure nel contesto di appartenenza del bambino (Sameroff, Emde, 1989). Tale visione risulta centrale nella costruzione di un processo diagnostico che vede come paziente, non più il singolo soggetto (portatore della sintomatologia), ma il sistema interattivo che insieme le persone stanno costruendo. In questa prospettiva, clinici e ricercatori stanno lavorando all’individuazione e all’applicazione di strumenti di osservazione e valutazione delle interazioni in grado di consentire l’individuazione di indicatori relazionali di rischio e/o di psicopatologia e da programmare possibili interventi con il bambino e con la famiglia modulati in base alle caratteristiche specifiche delle dinamiche interattive presenti (Fava Vizziello, Stern, 1992). Metodo Il lavoro consiste nell’applicazione ad un gruppo di 20 famiglie, in consultazione clinica presso un Servizio per la Genitorialità, del Lausanne Triadic Play (LTP; Fivaz-Depeursinge, Corboz-Warnery, 1999) con l’obiettivo di indagare le potenzialità di questo strumento nell’iter diagnostico sia per la definizione del bilancio clinico del bambino e della famiglia, sia per l’individuazione delle prospettive di presa in carico terapeutica. Il gruppo è composto da: 10 famiglie con bambini di età tra 0 e 5 anni; 10 famiglie con bambini in seconda infanzia. L’ LTP è un metodo osservativo che coinvolge madre-padre e bambino in un gioco suddiviso in 4 episodi e viene codificata con uno schema composto da 10 variabili osservative derivato da quello di Fivaz-Depeursinge et al., (2002) e modificato per gruppi clinici da Simonelli, Bighin, De Palo, Petech (2006). Ogni variabile è graduata su scala likert a 3 punti (range 0-2) e viene codificata per ognuna delle parti della procedura e per ogni componente dell’interazione. L’insieme dei punteggi ottenuti vengono sommati a costituire un punteggio complessivo di Alleanza familiare. Risultati Nell’insieme le famiglie si connotano per una scarsa capacità di focalizzarsi sul compito proposto (violazione dei tempi e delle consegne) e di condividere attraverso il gioco una affettività positiva e orientata alla collocazione del bambino nello “spazio familiare”. Inoltre, il procedere dell’interazione evidenzia un decremento delle competenze triadiche della famiglia: in altre parole, con il passare del tempo la qualità dell’interazione peggiora significativamente (ANOVA, (F3,33=7.55, p<0,01). Infine, si osservano associazioni significative tra la qualità dell’Alleanza Familiare e il tipo di disturbo manifestato dal bambino. Conclusioni: Tale studio offre una prima visione esplorativa dell’applicazione di uno strumento relazionale nella valutazione della psicopatologia infantile, consentendo di delineare percorsi di intervento e presa in carico.

Patologie del bambino o delle relazioni? Possibilità diagnostiche e prospettive di intervento della valutazione delle competenze triadiche familiari.

SIMONELLI, ALESSANDRA;PETECH, ERIKA;
2007

Abstract

Introduzione La prospettiva interattivo-relazionale costituisce un approccio alla comprensione della psicopatologia dello sviluppo che sposta la lettura del disagio psichico definendolo in termini di espressione di un fallimento dell’ambiente globale delle cure nel contesto di appartenenza del bambino (Sameroff, Emde, 1989). Tale visione risulta centrale nella costruzione di un processo diagnostico che vede come paziente, non più il singolo soggetto (portatore della sintomatologia), ma il sistema interattivo che insieme le persone stanno costruendo. In questa prospettiva, clinici e ricercatori stanno lavorando all’individuazione e all’applicazione di strumenti di osservazione e valutazione delle interazioni in grado di consentire l’individuazione di indicatori relazionali di rischio e/o di psicopatologia e da programmare possibili interventi con il bambino e con la famiglia modulati in base alle caratteristiche specifiche delle dinamiche interattive presenti (Fava Vizziello, Stern, 1992). Metodo Il lavoro consiste nell’applicazione ad un gruppo di 20 famiglie, in consultazione clinica presso un Servizio per la Genitorialità, del Lausanne Triadic Play (LTP; Fivaz-Depeursinge, Corboz-Warnery, 1999) con l’obiettivo di indagare le potenzialità di questo strumento nell’iter diagnostico sia per la definizione del bilancio clinico del bambino e della famiglia, sia per l’individuazione delle prospettive di presa in carico terapeutica. Il gruppo è composto da: 10 famiglie con bambini di età tra 0 e 5 anni; 10 famiglie con bambini in seconda infanzia. L’ LTP è un metodo osservativo che coinvolge madre-padre e bambino in un gioco suddiviso in 4 episodi e viene codificata con uno schema composto da 10 variabili osservative derivato da quello di Fivaz-Depeursinge et al., (2002) e modificato per gruppi clinici da Simonelli, Bighin, De Palo, Petech (2006). Ogni variabile è graduata su scala likert a 3 punti (range 0-2) e viene codificata per ognuna delle parti della procedura e per ogni componente dell’interazione. L’insieme dei punteggi ottenuti vengono sommati a costituire un punteggio complessivo di Alleanza familiare. Risultati Nell’insieme le famiglie si connotano per una scarsa capacità di focalizzarsi sul compito proposto (violazione dei tempi e delle consegne) e di condividere attraverso il gioco una affettività positiva e orientata alla collocazione del bambino nello “spazio familiare”. Inoltre, il procedere dell’interazione evidenzia un decremento delle competenze triadiche della famiglia: in altre parole, con il passare del tempo la qualità dell’interazione peggiora significativamente (ANOVA, (F3,33=7.55, p<0,01). Infine, si osservano associazioni significative tra la qualità dell’Alleanza Familiare e il tipo di disturbo manifestato dal bambino. Conclusioni: Tale studio offre una prima visione esplorativa dell’applicazione di uno strumento relazionale nella valutazione della psicopatologia infantile, consentendo di delineare percorsi di intervento e presa in carico.
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