La comunità di ingegneria della conoscenza con il ter¬mine “ontologia” si riferisce ambiguamente o ad un ar¬tefatto sintattico usato come specificazione o di una “concettualizzazione” o di una teoria logica; o alla sua controparte semantica . In particolare, nell’area detta del language engineering, con questo termine ci si rife¬risce, fra l’altro, a degli strumenti, chiamati “Upper-level Ontologies”, il cui scopo è quello di fornire una qual¬che strutturazione alle risorse lessicali di una o più lingue . Tali strumenti, osserva Guarino, dovrebbero essere: «i) largamente indipendenti da particolari appli¬cazioni; ii) possibilmente independenti da uno speci¬fico linguaggio; iii) facilmente comprensibili da tutti, per essere estensivamente riutilizzabili» [Guarino 1998, p.1]. In questo lavoro intendiamo, da un lato, tracciare una verifica della misura in cui una di queste “Upper-level Ontologies”, quella di Cyc, soddisfa le condizioni (i-iii) so¬pra citate; dall’altro, più in generale, in una prospettiva largamente filosofica, mettere in evidenza alcune diffi¬coltà delle quali qualsiasi ontologia, e non solo Cyc, dovrebbe tener conto . Ciò sarà fatto limitando la no¬stra analisi alla distinzione fra individui e collezioni ed alla caratterizzazione della nozione di collezione in Cyc.

L’ontologia per l’ingegneria della conoscenza. Alcune distinzioni filosoficamente problematiche

CARRARA, MASSIMILIANO
1998

Abstract

La comunità di ingegneria della conoscenza con il ter¬mine “ontologia” si riferisce ambiguamente o ad un ar¬tefatto sintattico usato come specificazione o di una “concettualizzazione” o di una teoria logica; o alla sua controparte semantica . In particolare, nell’area detta del language engineering, con questo termine ci si rife¬risce, fra l’altro, a degli strumenti, chiamati “Upper-level Ontologies”, il cui scopo è quello di fornire una qual¬che strutturazione alle risorse lessicali di una o più lingue . Tali strumenti, osserva Guarino, dovrebbero essere: «i) largamente indipendenti da particolari appli¬cazioni; ii) possibilmente independenti da uno speci¬fico linguaggio; iii) facilmente comprensibili da tutti, per essere estensivamente riutilizzabili» [Guarino 1998, p.1]. In questo lavoro intendiamo, da un lato, tracciare una verifica della misura in cui una di queste “Upper-level Ontologies”, quella di Cyc, soddisfa le condizioni (i-iii) so¬pra citate; dall’altro, più in generale, in una prospettiva largamente filosofica, mettere in evidenza alcune diffi¬coltà delle quali qualsiasi ontologia, e non solo Cyc, dovrebbe tener conto . Ciò sarà fatto limitando la no¬stra analisi alla distinzione fra individui e collezioni ed alla caratterizzazione della nozione di collezione in Cyc.
1998
Atti del sesto convegno dell’associazione italiana di intelligenza artificiale
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