Il saggio – elaborato in occasione della 10° Biennale di Architettura di Venezia del 2006, sulla scorta di ricerche intraprese qualche anno prima, nel corso dell’attività di ricerca post-dottorato – si colloca nel primo volume del catalogo della Biennale, sottotitolato ‘L’altra modernità’, nella sezione denominata ‘Il modo di costruzione’, dedicata alla dialettica tra progetto di architettura e tecniche costruttive con riferimento al razionalismo italiano e nello specifico al rapporto tra costruzione in calcestruzzo armato e costruzione muraria in opere di particolare rilevanza. Le vicende che portarono i tecnici dell’Ente Autonomo Acquedotto Pugliese alla decisione di realizzare il serbatoio – che presentava non poche difficoltà tecniche per le quali furono esaminate diverse possibili soluzioni – e di appaltarne l’esecutivo e la realizzazione, subiscono un decisivo cambio di direzione con la discesa in campo di Gaetano Minnucci, coinvolto dall’impresa come progettista, che ridisegna completamente l’originario progetto eclettico per configurare un’architettura genuinamente moderna capace di dialogare con la cultura architettonica italiana ed europea del tempo, oltre che con il paesaggio salentino. Nel saggio si dà conto delle precedenti ricerche di Minnucci nel campo delle costruzioni idrauliche, svolte in particolare in Olanda, e delle sue riflessioni teoriche circa l’estetica delle costruzioni di ingegneria civile che resteranno vive in elaborazioni teoriche successive e nel dibattito architettonico che porterà alla fondazione del MIAR (Movimento Italiano per l’Architettura Razionale) con diversi protagonisti del Razionalismo italiano, tra i quali Adalberto Libera. L’architettura del serbatoio viene puntualmente descritta, sulla scorta dei rilievi condotti e dello studio delle fonti d’archivio costituite dai grafici di progetto, da relazioni tecniche, computi, annotazioni, carteggi e foto di cantiere. Alla descrizione tecnica segue l’individuazione e l’esposizione critica dei temi di progetto che caratterizzano il manufatto in esame: il rapporto tra l’architettura e il paesaggio; le modalità compositive classicamente e razionalmente fondate su un preciso uso della geometria e delle proporzioni; il rapporto tra architettura e costruzione e quindi la dialettica tra struttura dell’involucro interno, in calcestruzzo armato,e involucro esterno, costituito da una muratura in pietra artificiale. Il saggio si conclude riconducendo l’opera realizzata da Minnucci al dibattito architettonico contemporaneo e al suo pensiero teorico ed in particolare a temi quali l’indissolubilità del sapere disciplinare, che non ammette la dicotomia tra le figure dell’ingegnere e dell’architetto, e il rapporto di corrispondenza tra costruzione e decorazione.

Il serbatoio dell’Acquedotto pugliese a Corigliano d’Otranto di Gaetano Minnucci

STENDARDO, LUIGI
2006

Abstract

Il saggio – elaborato in occasione della 10° Biennale di Architettura di Venezia del 2006, sulla scorta di ricerche intraprese qualche anno prima, nel corso dell’attività di ricerca post-dottorato – si colloca nel primo volume del catalogo della Biennale, sottotitolato ‘L’altra modernità’, nella sezione denominata ‘Il modo di costruzione’, dedicata alla dialettica tra progetto di architettura e tecniche costruttive con riferimento al razionalismo italiano e nello specifico al rapporto tra costruzione in calcestruzzo armato e costruzione muraria in opere di particolare rilevanza. Le vicende che portarono i tecnici dell’Ente Autonomo Acquedotto Pugliese alla decisione di realizzare il serbatoio – che presentava non poche difficoltà tecniche per le quali furono esaminate diverse possibili soluzioni – e di appaltarne l’esecutivo e la realizzazione, subiscono un decisivo cambio di direzione con la discesa in campo di Gaetano Minnucci, coinvolto dall’impresa come progettista, che ridisegna completamente l’originario progetto eclettico per configurare un’architettura genuinamente moderna capace di dialogare con la cultura architettonica italiana ed europea del tempo, oltre che con il paesaggio salentino. Nel saggio si dà conto delle precedenti ricerche di Minnucci nel campo delle costruzioni idrauliche, svolte in particolare in Olanda, e delle sue riflessioni teoriche circa l’estetica delle costruzioni di ingegneria civile che resteranno vive in elaborazioni teoriche successive e nel dibattito architettonico che porterà alla fondazione del MIAR (Movimento Italiano per l’Architettura Razionale) con diversi protagonisti del Razionalismo italiano, tra i quali Adalberto Libera. L’architettura del serbatoio viene puntualmente descritta, sulla scorta dei rilievi condotti e dello studio delle fonti d’archivio costituite dai grafici di progetto, da relazioni tecniche, computi, annotazioni, carteggi e foto di cantiere. Alla descrizione tecnica segue l’individuazione e l’esposizione critica dei temi di progetto che caratterizzano il manufatto in esame: il rapporto tra l’architettura e il paesaggio; le modalità compositive classicamente e razionalmente fondate su un preciso uso della geometria e delle proporzioni; il rapporto tra architettura e costruzione e quindi la dialettica tra struttura dell’involucro interno, in calcestruzzo armato,e involucro esterno, costituito da una muratura in pietra artificiale. Il saggio si conclude riconducendo l’opera realizzata da Minnucci al dibattito architettonico contemporaneo e al suo pensiero teorico ed in particolare a temi quali l’indissolubilità del sapere disciplinare, che non ammette la dicotomia tra le figure dell’ingegnere e dell’architetto, e il rapporto di corrispondenza tra costruzione e decorazione.
2006
Città di Pietra
9788831791045
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