La condanna da parte della Curia romana di Paolo Sarpi, difensore di Venezia durante l’interdetto del 1606, impose all’ordine religioso cui Sarpi apparteneva, i servi di Maria, di prendere le distanze da una personalità che aveva goduto in precedenza di credito e prestigio elevati tra i confratelli. Si avviò allora nell’ordine un tortuoso percorso di rimozione della memoria sarpiana, reso più ambiguo dal fatto che la Repubblica continuò a reclutare tra i serviti i titolari della carica di consultore in iure, da Sarpi improntata in direzione di una coerente difesa delle prerogative giurisdizionali dello Stato. Si trattò di uno degli aspetti del contrastato rapporto del mondo italiano con una personalità che godette nel Sei-Settecento di ampia fortuna in Europa.
Immagini, memoria, mito: l’ordine dei serviti e Sarpi nel Seicento
BARZAZI, ANTONELLA
2006
Abstract
La condanna da parte della Curia romana di Paolo Sarpi, difensore di Venezia durante l’interdetto del 1606, impose all’ordine religioso cui Sarpi apparteneva, i servi di Maria, di prendere le distanze da una personalità che aveva goduto in precedenza di credito e prestigio elevati tra i confratelli. Si avviò allora nell’ordine un tortuoso percorso di rimozione della memoria sarpiana, reso più ambiguo dal fatto che la Repubblica continuò a reclutare tra i serviti i titolari della carica di consultore in iure, da Sarpi improntata in direzione di una coerente difesa delle prerogative giurisdizionali dello Stato. Si trattò di uno degli aspetti del contrastato rapporto del mondo italiano con una personalità che godette nel Sei-Settecento di ampia fortuna in Europa.Pubblicazioni consigliate
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