Nel gennaio 1933, giunge a Parigi una missione «ultra-secrète». Con il pretesto di acquistare armi, l'«homme de confiance» di Vorosilov ha l'ordine di contattare i vertici militari francesi... la «piace de l'Allemagne est à prendre». Inizia così quel còte militaire del rapprochement sviluppatosi, dal Trattato di non aggressione del 1932 e dal Pacte del 1935, con lo scambio di addetti militari, sta-giaire e missioni. Le conversazioni militari dell'autunno 1936 non si sarebbero però concluse con una convenzione, e il fallimento dell'eleventh hour attempt dell'agosto 1939 sarebbe stato non solo probabile ma del tutto scontato. I vertici militari, ed in parte i responsabili politici francesi, con la missione Simonov del gennaio 1933 avrebbero perso l'unica, concreta occasione per tentare l'endiguement del revisionismo hitleriano, e così è stato per la storiografia. E tuttavia, se l'obiettivo di Simonov non fossero stati sul serio che solo alcuni sistemi d'arma, e il know-how per ri-produrli? E se i suoi interlocutori avessero preso un abbaglio? Da qui prende avvio una "pista tecnologica" che non solo porterebbe a rivedere alcuni assunti storiografici sulla "mancata occasione" del 1933, ma anche quel carattere esclusivo generalmente attribuito alla Zusammenarbeit, la cooperazione militare segreta sovieto-te-desca. Nella scia di Litvinov, Simonov non guidava che una delle numerose missioni lanciate in cerca di tecnologia al di là della Germania di Weimar, ed in realtà già all'indomani dell'Europa di Versailles. Mosca e Stalin non avrebbero dunque tentato alcun reale contatto con Parigi e Londra in vista di una cooperazione politico-strategica antihitleriana... se non fosse per una missione, questa volta davvero segreta, e tale rimasta dal giugno 1935. L’analisi si sviluppa grazie ad una serie di archivi privati e pubblici in Belgio, Francia, Gran Bretagna, Italia e Spagna, nonché à fonti tedesche e statunitensi. Vengono così evidenziate le interconnessioni fra politica estera e difesa non solo nel casso francese ma con riferimento all’Italia e alla Gran Bretagna. Il punto di vista “euro-occidentale” nei confronti della “nuova” Russia quale fattore politico-strategico viene così analizzato fornendo una sorta di portolano ad ulteriori e approfondite ricerche negli Archivi russi. L’obiettivo metodologico di fondo resta il tentativo di sperimentare un approccio realmente transnazionale, basato sull’incrocio di fonti d’archivio di differenti paesi, fonti militari, diplomatiche e industriali, quale utile strumento non solo per la Storia delle relazioni internazionali, ma anche per la Storia della Russia sovietica. Principale elemento interpretativo diventa la tecnologia quale fattore di politica estera per “svelare” forse i veri obiettivi dell’establishement sovietico, o meglio per verificare se l’establishment euro-occidentale aveva afferrato il senso della manovre sovietiche di avvicinamento all’imminente nuovo conflitto “mondiale”.

Armi e Diplomazia. L’Unione Sovietica e le origini della Seconda Guerra Mondiale (1919-39)

BURIGANA, DAVID
2006

Abstract

Nel gennaio 1933, giunge a Parigi una missione «ultra-secrète». Con il pretesto di acquistare armi, l'«homme de confiance» di Vorosilov ha l'ordine di contattare i vertici militari francesi... la «piace de l'Allemagne est à prendre». Inizia così quel còte militaire del rapprochement sviluppatosi, dal Trattato di non aggressione del 1932 e dal Pacte del 1935, con lo scambio di addetti militari, sta-giaire e missioni. Le conversazioni militari dell'autunno 1936 non si sarebbero però concluse con una convenzione, e il fallimento dell'eleventh hour attempt dell'agosto 1939 sarebbe stato non solo probabile ma del tutto scontato. I vertici militari, ed in parte i responsabili politici francesi, con la missione Simonov del gennaio 1933 avrebbero perso l'unica, concreta occasione per tentare l'endiguement del revisionismo hitleriano, e così è stato per la storiografia. E tuttavia, se l'obiettivo di Simonov non fossero stati sul serio che solo alcuni sistemi d'arma, e il know-how per ri-produrli? E se i suoi interlocutori avessero preso un abbaglio? Da qui prende avvio una "pista tecnologica" che non solo porterebbe a rivedere alcuni assunti storiografici sulla "mancata occasione" del 1933, ma anche quel carattere esclusivo generalmente attribuito alla Zusammenarbeit, la cooperazione militare segreta sovieto-te-desca. Nella scia di Litvinov, Simonov non guidava che una delle numerose missioni lanciate in cerca di tecnologia al di là della Germania di Weimar, ed in realtà già all'indomani dell'Europa di Versailles. Mosca e Stalin non avrebbero dunque tentato alcun reale contatto con Parigi e Londra in vista di una cooperazione politico-strategica antihitleriana... se non fosse per una missione, questa volta davvero segreta, e tale rimasta dal giugno 1935. L’analisi si sviluppa grazie ad una serie di archivi privati e pubblici in Belgio, Francia, Gran Bretagna, Italia e Spagna, nonché à fonti tedesche e statunitensi. Vengono così evidenziate le interconnessioni fra politica estera e difesa non solo nel casso francese ma con riferimento all’Italia e alla Gran Bretagna. Il punto di vista “euro-occidentale” nei confronti della “nuova” Russia quale fattore politico-strategico viene così analizzato fornendo una sorta di portolano ad ulteriori e approfondite ricerche negli Archivi russi. L’obiettivo metodologico di fondo resta il tentativo di sperimentare un approccio realmente transnazionale, basato sull’incrocio di fonti d’archivio di differenti paesi, fonti militari, diplomatiche e industriali, quale utile strumento non solo per la Storia delle relazioni internazionali, ma anche per la Storia della Russia sovietica. Principale elemento interpretativo diventa la tecnologia quale fattore di politica estera per “svelare” forse i veri obiettivi dell’establishement sovietico, o meglio per verificare se l’establishment euro-occidentale aveva afferrato il senso della manovre sovietiche di avvicinamento all’imminente nuovo conflitto “mondiale”.
2006
9788859600336
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