L’elaborato premette alcune sintetiche considerazioni introduttive, volte perlopiù a liberare il campo dalla tradizionale dicotomia tra la spiccata matrice individualista della nozione di privacy, quale imprescindibile risvolto della libertà personale, e la visione pluralistica e solidale della famiglia, a lungo concepita come “entità distinta tra i suoi componenti”, segnalando la recente evoluzione verso una maggiore funzionalità dell’istituzione familiare alla soddisfazione degli interessi dei singoli individui che la compongono. Segue una breve trattazione sulla tutela penale della privacy in ambito familiare, valorizzando la distinzione tra le fattispecie criminose ricomprese nel codice penale, le quali mirano tutelare in via immediata la riservatezza, quale diritto all’esclusività di conoscenza di tutto ciò che attiene alla vita privata, e quelle del codice in materia di protezione dei dati personali (d.lgs. 30 giugno 2003, n. 196), dirette invece ad assicurare la correttezza e la legalità del trattamento dei dati personali. Quanto alle fattispecie previste dal codice penale, particolare attenzione viene dedicata al delitto di interferenze illecite nella vita privata e, segnatamente, al particolare atteggiarsi del bene giuridico tutelato nell’ambito del contesto familiare, entro il quale si riscontra una pluralità e plurivocità di situazioni giuridiche soggettive tutelate, pur rimanendo la fattispecie funzionalmente diretta alla protezione della riservatezza del nucleo familiare (rectius: del rapporto di convivenza) nei confronti di intrusioni esterne. Quanto alle fattispecie previste dal codice in materia di protezione dei dati personali, a fronte della forte istanza di tutela dei dati personali di ciascun appartenente alla famiglia rispetto a eventuali illeciti trattamenti, il contributo dà conto delle gravi carenze di tecnica legislativa, le quali rischiano di originare effetti paradossali proprio nelle relazioni familiari. Ci si sofferma quindi sulla ricostruzione del complesso bilanciamento, in ambito familiare, tra la tutela della privacy e tutela del diritto di difesa, mediante la disamina delle disposizioni che il codice privacy dedica alla regolamentazione delle ipotesi di trattamento di dati personali “per far valere o difendere un diritto in sede giudiziaria”, a seconda delle sedi processuali e del tipo di dato trattato. Dopo alcuni cenni sulla tutela penale dei dati genetici, il contributo si chiude con un breve excursus sui rapporti tra famiglia, diritto penale e privacy nei reati in materia di adozione, nell’ambito della procreazione medicalmente assistita e nell’amministrazione di sostegno. Per tutti questi temi, secondo il piano dell’opera, all’esposizione teorica, per il tramite delle opinioni della dottrina, si accompagna la citazione ragionata delle pronunce giurisprudenziali.

Relazioni familiari e privacy. Profili penali

BORSARI, RICCARDO
2011

Abstract

L’elaborato premette alcune sintetiche considerazioni introduttive, volte perlopiù a liberare il campo dalla tradizionale dicotomia tra la spiccata matrice individualista della nozione di privacy, quale imprescindibile risvolto della libertà personale, e la visione pluralistica e solidale della famiglia, a lungo concepita come “entità distinta tra i suoi componenti”, segnalando la recente evoluzione verso una maggiore funzionalità dell’istituzione familiare alla soddisfazione degli interessi dei singoli individui che la compongono. Segue una breve trattazione sulla tutela penale della privacy in ambito familiare, valorizzando la distinzione tra le fattispecie criminose ricomprese nel codice penale, le quali mirano tutelare in via immediata la riservatezza, quale diritto all’esclusività di conoscenza di tutto ciò che attiene alla vita privata, e quelle del codice in materia di protezione dei dati personali (d.lgs. 30 giugno 2003, n. 196), dirette invece ad assicurare la correttezza e la legalità del trattamento dei dati personali. Quanto alle fattispecie previste dal codice penale, particolare attenzione viene dedicata al delitto di interferenze illecite nella vita privata e, segnatamente, al particolare atteggiarsi del bene giuridico tutelato nell’ambito del contesto familiare, entro il quale si riscontra una pluralità e plurivocità di situazioni giuridiche soggettive tutelate, pur rimanendo la fattispecie funzionalmente diretta alla protezione della riservatezza del nucleo familiare (rectius: del rapporto di convivenza) nei confronti di intrusioni esterne. Quanto alle fattispecie previste dal codice in materia di protezione dei dati personali, a fronte della forte istanza di tutela dei dati personali di ciascun appartenente alla famiglia rispetto a eventuali illeciti trattamenti, il contributo dà conto delle gravi carenze di tecnica legislativa, le quali rischiano di originare effetti paradossali proprio nelle relazioni familiari. Ci si sofferma quindi sulla ricostruzione del complesso bilanciamento, in ambito familiare, tra la tutela della privacy e tutela del diritto di difesa, mediante la disamina delle disposizioni che il codice privacy dedica alla regolamentazione delle ipotesi di trattamento di dati personali “per far valere o difendere un diritto in sede giudiziaria”, a seconda delle sedi processuali e del tipo di dato trattato. Dopo alcuni cenni sulla tutela penale dei dati genetici, il contributo si chiude con un breve excursus sui rapporti tra famiglia, diritto penale e privacy nei reati in materia di adozione, nell’ambito della procreazione medicalmente assistita e nell’amministrazione di sostegno. Per tutti questi temi, secondo il piano dell’opera, all’esposizione teorica, per il tramite delle opinioni della dottrina, si accompagna la citazione ragionata delle pronunce giurisprudenziali.
2011
Diritto penale della famiglia
9788814160950
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