Il saggio analizza le modalità ermeneutiche e i contenuti dell'autocommento che il Tasso impiega e sviluppa nella "Lezione" sul sonetto ad Ercole Cato (il cui incipit recita: "Quella che nome aver di dea non merta"): una lirica sul tema della fortuna, oggetto di ripetuta disamina, da parte dell'autore, negli anni Ottanta e nel periodo della reclusione di sant'Anna. La "Lezione" rappresenta il primo significativo intervento tassiano di esegesi alle proprie rime e intreccia la sua storia con quella della scrittura di Dialoghi quali il "Romeo", i due "Catanei" ed estensivamente il "Porzio". Lo studio ha, quindi, cercato sia di illustrare il nodo che lega le ragioni culturali e le maschere dell'autobiografia tassiana, velatamente alluse nei contenuti del sonetto e della sua interpretazionei, sia il ruolo che la Lezione riveste nel delinearsi di alcune categorie concettuali che troveranno poi ampio svolgimento nella scrittura della dialogistica degli anni Ottanta: fra queste, il motivo della fortuna e del fato, la riflessione sull'arte e la definizione dell'idea di prudenza.
Fortuna, arte, prudenza: dalla "Lezione" sul sonetto ad Ercole Cato ai Dialoghi
SELMI, ELISABETTA
2009
Abstract
Il saggio analizza le modalità ermeneutiche e i contenuti dell'autocommento che il Tasso impiega e sviluppa nella "Lezione" sul sonetto ad Ercole Cato (il cui incipit recita: "Quella che nome aver di dea non merta"): una lirica sul tema della fortuna, oggetto di ripetuta disamina, da parte dell'autore, negli anni Ottanta e nel periodo della reclusione di sant'Anna. La "Lezione" rappresenta il primo significativo intervento tassiano di esegesi alle proprie rime e intreccia la sua storia con quella della scrittura di Dialoghi quali il "Romeo", i due "Catanei" ed estensivamente il "Porzio". Lo studio ha, quindi, cercato sia di illustrare il nodo che lega le ragioni culturali e le maschere dell'autobiografia tassiana, velatamente alluse nei contenuti del sonetto e della sua interpretazionei, sia il ruolo che la Lezione riveste nel delinearsi di alcune categorie concettuali che troveranno poi ampio svolgimento nella scrittura della dialogistica degli anni Ottanta: fra queste, il motivo della fortuna e del fato, la riflessione sull'arte e la definizione dell'idea di prudenza.Pubblicazioni consigliate
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