Nel soggetto adulto con l’avanzare dell’età si verifica un inevitabile processo di riduzione progressiva della capacità uditiva. Nell’anziano esso è noto con il termine di presbiacusia e, variando in gravità da lieve a severo, ha una tale prevalenza da causare disabilità nel 40% circa dei soggetti di età maggiore di sessantacinque anni. La presbiacusia di entità moderata o più grave, quando non trattata, provoca un deterioramento delle funzioni comunicative e cognitive, che si ripercuote sulla qualità della vita dell’anziano e su quella dei soggetti sani che gli vivono attorno. Essa contribuisce a determinare l’isolamento, la frustrazione, la depressione dell’anziano. Questi effetti sono in parte prevenibili e reversibili grazie a specifici trattamenti protesici e riabilitativi che tuttavia risultano ancora oggi sottoutilizzati da una parte a causa di atteggiamenti sociali che minimizzano le problematiche legate all’udito, e dall’altra per il costo degli apparecchi acustici e dello stigma a questi legato. Il trattamento della presbiacusia determina un significativo miglioramento della qualità della vita; esso può includere uno specifico allenamento mirato all’efficacia comunicativa, il ripristino dell’ingresso uditivo mediante apparecchi acustici, l’utilizzo di dispositivi di assistenza alla comunicazione, e al ricorso ad un impianto cocleare nel caso di ipoacusie di entità severa e profonda. I medici di base dovrebbero essere maggiormente coinvolti nell’individuazione della presbiacusia e dovrebbero farsi carico di inviare i loro pazienti anziani ad una valutazione specialistica e di seguirli nel corso dell’eventuale iter protesico-riabilitativo necessario.
L’importanza dell’udito per il mantenimento di un ruolo sociale attivo
SCIMEMI, PIETRO
2011
Abstract
Nel soggetto adulto con l’avanzare dell’età si verifica un inevitabile processo di riduzione progressiva della capacità uditiva. Nell’anziano esso è noto con il termine di presbiacusia e, variando in gravità da lieve a severo, ha una tale prevalenza da causare disabilità nel 40% circa dei soggetti di età maggiore di sessantacinque anni. La presbiacusia di entità moderata o più grave, quando non trattata, provoca un deterioramento delle funzioni comunicative e cognitive, che si ripercuote sulla qualità della vita dell’anziano e su quella dei soggetti sani che gli vivono attorno. Essa contribuisce a determinare l’isolamento, la frustrazione, la depressione dell’anziano. Questi effetti sono in parte prevenibili e reversibili grazie a specifici trattamenti protesici e riabilitativi che tuttavia risultano ancora oggi sottoutilizzati da una parte a causa di atteggiamenti sociali che minimizzano le problematiche legate all’udito, e dall’altra per il costo degli apparecchi acustici e dello stigma a questi legato. Il trattamento della presbiacusia determina un significativo miglioramento della qualità della vita; esso può includere uno specifico allenamento mirato all’efficacia comunicativa, il ripristino dell’ingresso uditivo mediante apparecchi acustici, l’utilizzo di dispositivi di assistenza alla comunicazione, e al ricorso ad un impianto cocleare nel caso di ipoacusie di entità severa e profonda. I medici di base dovrebbero essere maggiormente coinvolti nell’individuazione della presbiacusia e dovrebbero farsi carico di inviare i loro pazienti anziani ad una valutazione specialistica e di seguirli nel corso dell’eventuale iter protesico-riabilitativo necessario.Pubblicazioni consigliate
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