Negli ultimi decenni, si è spesso abbozzata una riflessione sul benessere che, però, si è scontrato con i limiti dettati da schemi socio-mnemonici legati a una visione unilaterale di sviluppo come “progresso”, piuttosto che come “declino”. Una lettura approfondita del concetto di “modello di sviluppo” consente un esame articolato dei casi, ma può lasciar spazio anche ad una eccessiva semplificazione dei meccanismi implicati. Un modello di sviluppo dipende dal contesto spaziale in cui è inserito e dagli eventi legati alla sfera mnemonica e temporale, quindi, non si può negare che la rappresentazione positiva o negativa del “passato” o del “futuro” possa influenzare comportamenti e decisioni sia dell’individuo che dei gruppi nell’immediato presente. Il concetto di Qualità della Vita va oltre uno sviluppo sociale inteso da un punto di vista puramente economico, ovvero quantificabile in base alla produzione di beni materiali. Coniato in ambito economico negli anni Venti, questo concetto fu ripreso negli anni Sessanta dall’economista J.K.Galbraith che invitava a focalizzare l’attenzione sulle componenti che stanno alla base del benessere soggettivo e della felicità umana. L’economista americano osservava che il benessere economico non era riuscito a risolvere problemi legati alla povertà, all’emarginazione sociale e neppure a promuovere uno sviluppo equilibrato ed armonico di tutta la società. La Qualità della Vita era vista, quindi, come una difesa dalla minaccia di uno sviluppo industriale ed economico indiscriminato, con effetti negativi sia sulla salute dell’uomo, che sull’ambiente naturale; dall’altro si presentava come “una richiesta d’eccellenza, di miglioramento dell’intervento dello stato sia in campo economico che sociale, nel senso di ottimizzare la produzione di beni e di estenderla anche ai gruppi più poveri della popolazione, pur evitando danni ecologici ed effetti perversi” Inoltre, è essenziale evitare la parcellizzazione del sapere: la multidisciplinarietà consente di superare il problema dello scarto tra realtà complessa e strumenti parziali con cui essa viene investigata. Per questo è estremamente necessario lavorare anche sul sistema educativo, attualmente legato a una suddivisione dei saperi che produce persone altamente specializzate ma fragili dal punto di vista delle scelte e della soggettività.

Modelli di sviluppo e benessere

PINTON, ALESSANDRA;
2011

Abstract

Negli ultimi decenni, si è spesso abbozzata una riflessione sul benessere che, però, si è scontrato con i limiti dettati da schemi socio-mnemonici legati a una visione unilaterale di sviluppo come “progresso”, piuttosto che come “declino”. Una lettura approfondita del concetto di “modello di sviluppo” consente un esame articolato dei casi, ma può lasciar spazio anche ad una eccessiva semplificazione dei meccanismi implicati. Un modello di sviluppo dipende dal contesto spaziale in cui è inserito e dagli eventi legati alla sfera mnemonica e temporale, quindi, non si può negare che la rappresentazione positiva o negativa del “passato” o del “futuro” possa influenzare comportamenti e decisioni sia dell’individuo che dei gruppi nell’immediato presente. Il concetto di Qualità della Vita va oltre uno sviluppo sociale inteso da un punto di vista puramente economico, ovvero quantificabile in base alla produzione di beni materiali. Coniato in ambito economico negli anni Venti, questo concetto fu ripreso negli anni Sessanta dall’economista J.K.Galbraith che invitava a focalizzare l’attenzione sulle componenti che stanno alla base del benessere soggettivo e della felicità umana. L’economista americano osservava che il benessere economico non era riuscito a risolvere problemi legati alla povertà, all’emarginazione sociale e neppure a promuovere uno sviluppo equilibrato ed armonico di tutta la società. La Qualità della Vita era vista, quindi, come una difesa dalla minaccia di uno sviluppo industriale ed economico indiscriminato, con effetti negativi sia sulla salute dell’uomo, che sull’ambiente naturale; dall’altro si presentava come “una richiesta d’eccellenza, di miglioramento dell’intervento dello stato sia in campo economico che sociale, nel senso di ottimizzare la produzione di beni e di estenderla anche ai gruppi più poveri della popolazione, pur evitando danni ecologici ed effetti perversi” Inoltre, è essenziale evitare la parcellizzazione del sapere: la multidisciplinarietà consente di superare il problema dello scarto tra realtà complessa e strumenti parziali con cui essa viene investigata. Per questo è estremamente necessario lavorare anche sul sistema educativo, attualmente legato a una suddivisione dei saperi che produce persone altamente specializzate ma fragili dal punto di vista delle scelte e della soggettività.
2011
Sociologia del benessere. La religione laica della borghesia
9788856839142
File in questo prodotto:
Non ci sono file associati a questo prodotto.
Pubblicazioni consigliate

I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.

Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/11577/2490630
Citazioni
  • ???jsp.display-item.citation.pmc??? ND
  • Scopus ND
  • ???jsp.display-item.citation.isi??? ND
social impact