Il presente lavoro parte da una rapida analisi dell’esperienza giuridica e dalla conseguente constatazione della dissonanza tra i risultati concreti dell’applicazione giudiziale delle norme e quello che, si può definire, un senso di giustizia sociale e si propone di verificare se l’attuale modo di rappresentare e regolamentare le relazioni intersoggettive, sia in grado di fornire una lettura «effettiva» del loro naturale equilibrio o se, viceversa, sia il frutto di una violenta sovrapposizione di un ordine virtuale alle relazioni stesse, che non riesce ad attingere alla naturale giuridicità del fatto oggetto di valutazione. Il percorso seguito passerà, quindi, all’analisi critica della matrice culturale giuspositivistica, che è a fondamento anche degli attuali ordinamenti, e dei principali corollari di questa matrice, in particolare del dogma della «completezza» dell’ordinamento. Constatato che proprio l’irrisolto problema delle «lacune», strettamente connesso alla matrice culturale giuspositivistica, appare essere il segno tangibile dello iato esistente tra il fatto e il diritto, acquisita la consapevolezza critica della necessità del superamento di quelle premesse teoretiche, verificato che i precedenti tentativi, di ricerca della «realtà» del diritto, ad opera di quei movimenti, di ispirazione realistica, che storicamente sono sorti in reazione al giuspositivismo, non hanno sortito i risultati attesi, nella parte conclusiva si cercherà di dare una risposta alla domanda di cosa ci sia «oltre il diritto», oltre il tradizionale modo di vedere e concepire l’ordinamento giuridico. L’analisi finale, di tipo sincretico, tra le varie possibili soluzioni prospettate in dottrina, vagliate e valorizzate come utili spunti per la ricerca, in un costante dialogo tra vari settori dell’esperienza e tra i vari settori della dottrina, al fine di evitare il pericolo di una deriva ideologica, mira, attraverso una rilettura del significato dell’attività interpretativa, a ricercare e valorizzare la naturale giuridicità del fatto, autonoma rispetto alla tradizionale rappresentazione, che deve essere al centro di ogni indagine e di ogni lettura, che voglia porsi come autenticamente giuridica, delle relazioni intersoggettive, nella costante ed infaticabile opera di riconoscimento del suo di ciascuno.

Oltre il diritto. Alla ricerca della giuridicità del fatto.

TASSO, TORQUATO GIORDANO
2012

Abstract

Il presente lavoro parte da una rapida analisi dell’esperienza giuridica e dalla conseguente constatazione della dissonanza tra i risultati concreti dell’applicazione giudiziale delle norme e quello che, si può definire, un senso di giustizia sociale e si propone di verificare se l’attuale modo di rappresentare e regolamentare le relazioni intersoggettive, sia in grado di fornire una lettura «effettiva» del loro naturale equilibrio o se, viceversa, sia il frutto di una violenta sovrapposizione di un ordine virtuale alle relazioni stesse, che non riesce ad attingere alla naturale giuridicità del fatto oggetto di valutazione. Il percorso seguito passerà, quindi, all’analisi critica della matrice culturale giuspositivistica, che è a fondamento anche degli attuali ordinamenti, e dei principali corollari di questa matrice, in particolare del dogma della «completezza» dell’ordinamento. Constatato che proprio l’irrisolto problema delle «lacune», strettamente connesso alla matrice culturale giuspositivistica, appare essere il segno tangibile dello iato esistente tra il fatto e il diritto, acquisita la consapevolezza critica della necessità del superamento di quelle premesse teoretiche, verificato che i precedenti tentativi, di ricerca della «realtà» del diritto, ad opera di quei movimenti, di ispirazione realistica, che storicamente sono sorti in reazione al giuspositivismo, non hanno sortito i risultati attesi, nella parte conclusiva si cercherà di dare una risposta alla domanda di cosa ci sia «oltre il diritto», oltre il tradizionale modo di vedere e concepire l’ordinamento giuridico. L’analisi finale, di tipo sincretico, tra le varie possibili soluzioni prospettate in dottrina, vagliate e valorizzate come utili spunti per la ricerca, in un costante dialogo tra vari settori dell’esperienza e tra i vari settori della dottrina, al fine di evitare il pericolo di una deriva ideologica, mira, attraverso una rilettura del significato dell’attività interpretativa, a ricercare e valorizzare la naturale giuridicità del fatto, autonoma rispetto alla tradizionale rappresentazione, che deve essere al centro di ogni indagine e di ogni lettura, che voglia porsi come autenticamente giuridica, delle relazioni intersoggettive, nella costante ed infaticabile opera di riconoscimento del suo di ciascuno.
2012
9788813314415
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