Introduzione: Tradizionalmente la letteratura riporta molteplici dati sui fattori di rischio e sulle possibilità di protezione e resilienza di bambini e famiglie esposti a condizioni sfavorevoli (cfr. Rutter, 1978) nonostante il rischio evolutivo sia una condizione che può toccare anche individui appartenenti a gruppi non clinici che, in quanto tali, dovrebbero presentare traiettorie di sviluppo cosiddette tipiche. Centrale è quindi la possibilità di definire e individuare quei fattori che, se presenti nella crescita, possono influenzarla fino a trasformarne l’andamento più o meno adattivo in un esito disfunzionale e/o francamente patologico a breve o a lungo termine. Obiettivi e metodi: Entro un approccio interattivo-dinamico allo studio dello sviluppo e della psicopatologia (Sander, 2007), il presente lavoro longitudinale si è proposto di identificare e analizzare lo sviluppo di fattori relazionali (interazioni familiari), individuali (storia affettivo-relazionale, sintomi depressivi postpartum nelle madri) e di potenziali fonti di stress o supporto per la famiglia (relazione coniugale e cogenitoriale, coinvolgimento paterno nell’accudimento) nel loro ruolo nell’evoluzione e l’adattamento del bambino dalla nascita all’età prescolare. Alla ricerca hanno partecipato 70 famiglie di una popolazione non clinica incontrate al 7° mese di gravidanza, al 4°, 9° e 12° mese e al 4° anno del bambino. Sono stati utilizzati questionari self-report (Dyadic Adjustment Scale, Spanier, 1976; Questionario sul Coinvolgimento Paterno, Frascarolo, 1994; Edinburgh Postnatal Depression Scale, Cox et al., 1987), l’Adult Attachment Interview (George, Kaplan, Main, 1985), il Lausanne Trilogue Play (Fivaz-Depeursinge, Corboz-Warnery, 1999) e un questionario sui sintomi del bambino (Rusconi-Serpa et al., 1990). I risultati hanno evidenziato il ruolo di protezione della qualità delle interazioni familiari e del coinvolgimento del padre nella cura del bambino rispetto all’adattamento di quest’ultimo. D’altra parte la qualità della relazione nella coppia genitoriale può essere un fattore alla base dell’emergenza di sintomatologia evolutiva in età prescolare, costituendo una sorta di rischio al quale il bambino viene esposto.

Fattori di rischio e di protezione nello sviluppo: fragilità e risorse di bambini e famiglie della popolazione "non clinica".

SIMONELLI, ALESSANDRA;BIGHIN, MARA;PETECH, ERIKA
2010

Abstract

Introduzione: Tradizionalmente la letteratura riporta molteplici dati sui fattori di rischio e sulle possibilità di protezione e resilienza di bambini e famiglie esposti a condizioni sfavorevoli (cfr. Rutter, 1978) nonostante il rischio evolutivo sia una condizione che può toccare anche individui appartenenti a gruppi non clinici che, in quanto tali, dovrebbero presentare traiettorie di sviluppo cosiddette tipiche. Centrale è quindi la possibilità di definire e individuare quei fattori che, se presenti nella crescita, possono influenzarla fino a trasformarne l’andamento più o meno adattivo in un esito disfunzionale e/o francamente patologico a breve o a lungo termine. Obiettivi e metodi: Entro un approccio interattivo-dinamico allo studio dello sviluppo e della psicopatologia (Sander, 2007), il presente lavoro longitudinale si è proposto di identificare e analizzare lo sviluppo di fattori relazionali (interazioni familiari), individuali (storia affettivo-relazionale, sintomi depressivi postpartum nelle madri) e di potenziali fonti di stress o supporto per la famiglia (relazione coniugale e cogenitoriale, coinvolgimento paterno nell’accudimento) nel loro ruolo nell’evoluzione e l’adattamento del bambino dalla nascita all’età prescolare. Alla ricerca hanno partecipato 70 famiglie di una popolazione non clinica incontrate al 7° mese di gravidanza, al 4°, 9° e 12° mese e al 4° anno del bambino. Sono stati utilizzati questionari self-report (Dyadic Adjustment Scale, Spanier, 1976; Questionario sul Coinvolgimento Paterno, Frascarolo, 1994; Edinburgh Postnatal Depression Scale, Cox et al., 1987), l’Adult Attachment Interview (George, Kaplan, Main, 1985), il Lausanne Trilogue Play (Fivaz-Depeursinge, Corboz-Warnery, 1999) e un questionario sui sintomi del bambino (Rusconi-Serpa et al., 1990). I risultati hanno evidenziato il ruolo di protezione della qualità delle interazioni familiari e del coinvolgimento del padre nella cura del bambino rispetto all’adattamento di quest’ultimo. D’altra parte la qualità della relazione nella coppia genitoriale può essere un fattore alla base dell’emergenza di sintomatologia evolutiva in età prescolare, costituendo una sorta di rischio al quale il bambino viene esposto.
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