L’intensificazione dell’allevamento dei gamberi, importante risorsa economica in tutto il mondo, è stata accompagnata dallo sviluppo di molte malattie infettive, in particolare di origine virale, che hanno provocato una diminuzione della produzione con conseguenti ingenti perdite economiche. La prima segnalazione della “Malattia dalle macchie bianche” o White Spot Syndrome Disease (WSSD), una delle più minacciose patologie per la crostaceicoltura, risale al 1992 nell’isola di Taiwan. Il virus della White Spot Syndrome (WSSV) è estremamente virulento, contagioso e provoca elevate mortalità nella maggior parte delle specie di peneidi allevate nel mondo. E’ stato dimostrato che WSSV è altamente patogeno per numerose altre specie di crostacei: granchi marini, copepodi, gamberi e granchi di acqua dolce. Alcuni autori considerano l’importazione di gamberi congelati una probabile fonte di diffusione di WSSV per invertebrati acquatici sensibili alla malattia. Durante il 2011 sono stati analizzate 360 mazzancolle tropicali (Lithopenaeus vannamei) decapitate e congelate provenienti da Panama e 365 dall’Ecuador, importate da grossisti che gravitano sul mercato ittico di Chioggia. I gamberi sono stati analizzati prelevando da singoli individui un frammento di pleopode e costituendo campioni di cinque soggetti ciascuno. Ogni pool è stato processato mediante PCR seguendo la procedura definita dal Manual of Diagnostic Tests for Aquatic Animals, ed. 2009 (OIE). Sono risultati positivi per WSSV 8 pools su 66 (12,1%) dei gamberi provenienti da Panama e 3 su 65 (4,6 %) di origine ecuadoregna. Tutte le positività sono state confermate mediante sequenziamento del prodotto di amplificazione. Tali risultati sono in linea con quanto riportato in bibliografia da altri autori negli Stati Uniti e confermano la potenziale pericolosità di questa tipologia di prodotto. Il rischio di infezione può derivare dagli scarti di lavorazione, qualora vengano in contatto direttamente o indirettamente con organismi recettivi, per illegale smaltimento in ambiente acquatico od uso improprio come alimento per crostacei, oppure dalle acque reflue degli impianti di trasformazione non correttamente trattate prima di essere rilasciate nell’ambiente.

Rischio di diffusione di White Spot Syndrome Virus (WSSV) tramite l’importazione di mazzancolle tropicali (Lithopenaeus vannamei) congelate.

QUAGLIO, FRANCESCO
2012

Abstract

L’intensificazione dell’allevamento dei gamberi, importante risorsa economica in tutto il mondo, è stata accompagnata dallo sviluppo di molte malattie infettive, in particolare di origine virale, che hanno provocato una diminuzione della produzione con conseguenti ingenti perdite economiche. La prima segnalazione della “Malattia dalle macchie bianche” o White Spot Syndrome Disease (WSSD), una delle più minacciose patologie per la crostaceicoltura, risale al 1992 nell’isola di Taiwan. Il virus della White Spot Syndrome (WSSV) è estremamente virulento, contagioso e provoca elevate mortalità nella maggior parte delle specie di peneidi allevate nel mondo. E’ stato dimostrato che WSSV è altamente patogeno per numerose altre specie di crostacei: granchi marini, copepodi, gamberi e granchi di acqua dolce. Alcuni autori considerano l’importazione di gamberi congelati una probabile fonte di diffusione di WSSV per invertebrati acquatici sensibili alla malattia. Durante il 2011 sono stati analizzate 360 mazzancolle tropicali (Lithopenaeus vannamei) decapitate e congelate provenienti da Panama e 365 dall’Ecuador, importate da grossisti che gravitano sul mercato ittico di Chioggia. I gamberi sono stati analizzati prelevando da singoli individui un frammento di pleopode e costituendo campioni di cinque soggetti ciascuno. Ogni pool è stato processato mediante PCR seguendo la procedura definita dal Manual of Diagnostic Tests for Aquatic Animals, ed. 2009 (OIE). Sono risultati positivi per WSSV 8 pools su 66 (12,1%) dei gamberi provenienti da Panama e 3 su 65 (4,6 %) di origine ecuadoregna. Tutte le positività sono state confermate mediante sequenziamento del prodotto di amplificazione. Tali risultati sono in linea con quanto riportato in bibliografia da altri autori negli Stati Uniti e confermano la potenziale pericolosità di questa tipologia di prodotto. Il rischio di infezione può derivare dagli scarti di lavorazione, qualora vengano in contatto direttamente o indirettamente con organismi recettivi, per illegale smaltimento in ambiente acquatico od uso improprio come alimento per crostacei, oppure dalle acque reflue degli impianti di trasformazione non correttamente trattate prima di essere rilasciate nell’ambiente.
2012
Atti del XVIII Convegno Nazionale della Società Italiana di Patologia Ittica.
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