Ampiamente riconosciuto nel passato come agente patogeno di crostacei, molluschi ed elasmobranchi, Vibrio harveyi (sin. V. carchariae e V. trachuri) negli ultimi anni è stato riportato come agente di malattia in pesci marini d’allevamento in diversi areali geografici, compreso il bacino del Mediterraneo. Nel corso del 2011 sono stati osservati, in spigole (Dicentrarchus labrax) di peso compreso tra 155 e 230 g allevate in un impianto intensivo a terra, ripetuti episodi di malattia caratterizzati da anoressia, dimagrimento ed atassia natatoria, con mortalità a stillicidio protrattasi da maggio ad ottobre. Su 8 lotti pervenuti in laboratorio venivano effettuati esami necroscopici, parassitologici e RT-PCR per ricerca di Betanodavirus secondo procedure di laboratorio standard. Per quanto concerne l’esame batteriologico, semine da cervello e rene venivano condotte su terreni di primo isolamento, quali Agar Sangue (AS) e Trypticase Soy Agar (TSA)+ 1,5% NaCl, e su terreni semi-selettivi quali Tiosulphate-Citrate-Bile Salts-sucrose Agar (TCBS) ed incubate a 25°C ±1. Porzioni di branchie, cervello e organi viscerali venivano inoltre fissati in formalina tamponata al 10% per l’esame istologico. All’esame necroscopico si poteva osservare accentuato dimagrimento, cheratite monolaterale, splenomegalia e congestione cerebrale di lieve o moderata entità. L’esame parassitologico ha messo in evidenza, con prevalenze ed intensità variabili ma mai tali da poter essere posti in relazione al determinismo degli episodi morbosi, la presenza di Trichodina sp., Amyloodinium ocellatum, Diplectanum aequans e Sphaerospora dicentrarchi. Tutti i campioni sono risultati negativi per Betanodavirus. L’esame batteriologico ha permesso di isolare da tutti i soggetti di 4 dei lotti esaminati Vibrio harveyi in quantità significativa dal cervello. Gli isolati sono stati identificati su base feno-genotipica. Gli esami istologici hanno evidenziato costantemente grave malattia branchiale con teleangectasie, emorragie ed edema in presenza di parassiti e batteri. Focolai necrotici con aggregati di batteri venivano osservati in fegato e milza e, in alcuni soggetti, nel cuore. Nel rene si rilevava glomerulonefrosi, ectasia dei tubuli, iperemia interstiziale e necrosi focale. La muscolatura scheletrica presentava degenerazione ialina. A livello cerebrale venivano evidenziati accentuata congestione, emorragie, microgliosi e necrosi focale in associazione a presenza di batteri. In alcuni casi era presente anche congestione dei vasi meningei e dei plessi coroidei, con infiltrazione melanomacrofagica. Nel dicembre 2011 si è avuta occasione di osservare un episodio morboso in spigole (peso medio 85 g) allevate in un altro impianto intensivo a terra, con lesioni erosive a livello di cute e pinne, cheratite monolaterale, lieve splenomegalia e mortalità a stillicidio; in alcuni soggetti si evidenziava congestione cerebrale. Da due dei tre lotti esaminati si è isolato V. harveyi in quantità significativa dal cervello. La semina di raschiati cutanei su Flexibacter Maritimus Medium (FMM) ha permesso di isolare Tenacibaculum maritimum. Alla luce degli episodi qui riportati, V. harveyi potrebbe rappresentare un patogeno emergente per la maricoltura nazionale. Ricerche volte a delucidarne i meccanismi patogenetici ed i determinanti di virulenza, che sembrano essere ceppo-dipendenti, nonché i fattori ambientali e gestionali che possono condizionarne l’emergenza in allevamento appaiono quindi necessarie.

Vibriosi da Vibrio harveyi in spigole (Dicentrarchus labrax) allevate in Italia.

QUAGLIO, FRANCESCO;
2012

Abstract

Ampiamente riconosciuto nel passato come agente patogeno di crostacei, molluschi ed elasmobranchi, Vibrio harveyi (sin. V. carchariae e V. trachuri) negli ultimi anni è stato riportato come agente di malattia in pesci marini d’allevamento in diversi areali geografici, compreso il bacino del Mediterraneo. Nel corso del 2011 sono stati osservati, in spigole (Dicentrarchus labrax) di peso compreso tra 155 e 230 g allevate in un impianto intensivo a terra, ripetuti episodi di malattia caratterizzati da anoressia, dimagrimento ed atassia natatoria, con mortalità a stillicidio protrattasi da maggio ad ottobre. Su 8 lotti pervenuti in laboratorio venivano effettuati esami necroscopici, parassitologici e RT-PCR per ricerca di Betanodavirus secondo procedure di laboratorio standard. Per quanto concerne l’esame batteriologico, semine da cervello e rene venivano condotte su terreni di primo isolamento, quali Agar Sangue (AS) e Trypticase Soy Agar (TSA)+ 1,5% NaCl, e su terreni semi-selettivi quali Tiosulphate-Citrate-Bile Salts-sucrose Agar (TCBS) ed incubate a 25°C ±1. Porzioni di branchie, cervello e organi viscerali venivano inoltre fissati in formalina tamponata al 10% per l’esame istologico. All’esame necroscopico si poteva osservare accentuato dimagrimento, cheratite monolaterale, splenomegalia e congestione cerebrale di lieve o moderata entità. L’esame parassitologico ha messo in evidenza, con prevalenze ed intensità variabili ma mai tali da poter essere posti in relazione al determinismo degli episodi morbosi, la presenza di Trichodina sp., Amyloodinium ocellatum, Diplectanum aequans e Sphaerospora dicentrarchi. Tutti i campioni sono risultati negativi per Betanodavirus. L’esame batteriologico ha permesso di isolare da tutti i soggetti di 4 dei lotti esaminati Vibrio harveyi in quantità significativa dal cervello. Gli isolati sono stati identificati su base feno-genotipica. Gli esami istologici hanno evidenziato costantemente grave malattia branchiale con teleangectasie, emorragie ed edema in presenza di parassiti e batteri. Focolai necrotici con aggregati di batteri venivano osservati in fegato e milza e, in alcuni soggetti, nel cuore. Nel rene si rilevava glomerulonefrosi, ectasia dei tubuli, iperemia interstiziale e necrosi focale. La muscolatura scheletrica presentava degenerazione ialina. A livello cerebrale venivano evidenziati accentuata congestione, emorragie, microgliosi e necrosi focale in associazione a presenza di batteri. In alcuni casi era presente anche congestione dei vasi meningei e dei plessi coroidei, con infiltrazione melanomacrofagica. Nel dicembre 2011 si è avuta occasione di osservare un episodio morboso in spigole (peso medio 85 g) allevate in un altro impianto intensivo a terra, con lesioni erosive a livello di cute e pinne, cheratite monolaterale, lieve splenomegalia e mortalità a stillicidio; in alcuni soggetti si evidenziava congestione cerebrale. Da due dei tre lotti esaminati si è isolato V. harveyi in quantità significativa dal cervello. La semina di raschiati cutanei su Flexibacter Maritimus Medium (FMM) ha permesso di isolare Tenacibaculum maritimum. Alla luce degli episodi qui riportati, V. harveyi potrebbe rappresentare un patogeno emergente per la maricoltura nazionale. Ricerche volte a delucidarne i meccanismi patogenetici ed i determinanti di virulenza, che sembrano essere ceppo-dipendenti, nonché i fattori ambientali e gestionali che possono condizionarne l’emergenza in allevamento appaiono quindi necessarie.
2012
Atti del XVIII Convegno Nazionale della Società Italiana di Patologia Ittica.
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