L’1,2-dicloropropano (1,2 D) è un solvente frequentemente contenuto negli smacchiatori ed è il principale imputato dei gravi quadri tossicologici, talora mortali, riscontrati. Sempre più frequente appare l’utilizzo anche in campo industriale, prevalentemente nei prodotti per verniciatura, in particolare diluenti nitro e smalti. E’ ben nota l’importante tossicità epatorenale; recentemente sono state individuate nell’uomo una sindrome emolitica ed una sindrome da coagulazione intravascolare disseminata. La principale via metabolica del solvente è quella microsomiale epatica, attraverso la formazione di un epossido e la successiva coniugazione extramicrosomiale con glutatione ridotto; l’escrezione avviene come derivati cisteinici. Nel presente studio sperimentale abbiamo dimostrato un incremento dell’escrezione urinaria di acidi mercapturici con l’aumentare della dose (100, 200, 500 e 700 mg/kg i.p. in unica somministrazione nel ratto); tale incremento non appare però strettamente proporzionale alla dose, per verosimile saturazione della via coniugativa. Ciò sembra ottenere una diretta conferma anche dal più lento ritorno ai valori di base incrementando la dose (rispettivamente 48, 60, 60 e 72 ore dopo la somministrazione). Il metabolismo appare tuttavia rapido, essendo dimostrabile il picco massimo di escrezione degli acidi mercapturici col campione delle prime 12 ore di somministrazione. Dopo trattamento cumulativo con le quattro dosi (100+200+400+700 mg/kg, una dose al giorno), non è stato osservato un incremento del picco massimo di escrezione rispetto alla dose singola, evento che confermerebbe da un lato la saturazione della via metabolica, dall’altro evidenzierebbe il non accumulo del solvente ed il rapido metabolismo. Nello stesso esperimento è stato osservato un progressivo, importante incremento della proteinuria totale dopo il terzo giorno (carico totale 700 mg/kg), cui si associa un meno marcato incremento dell’enzimuria tubulare (GGT) il quarto giorno (carico totale 1400 mg/kg). Tali risultati indicherebbero come la lesione renale sia più precocemente e prevalentemente a carico del glomerulo.

Metabolismo e tossicità dell'1,2-dicloropropano

TREVISAN, ANDREA;
1986

Abstract

L’1,2-dicloropropano (1,2 D) è un solvente frequentemente contenuto negli smacchiatori ed è il principale imputato dei gravi quadri tossicologici, talora mortali, riscontrati. Sempre più frequente appare l’utilizzo anche in campo industriale, prevalentemente nei prodotti per verniciatura, in particolare diluenti nitro e smalti. E’ ben nota l’importante tossicità epatorenale; recentemente sono state individuate nell’uomo una sindrome emolitica ed una sindrome da coagulazione intravascolare disseminata. La principale via metabolica del solvente è quella microsomiale epatica, attraverso la formazione di un epossido e la successiva coniugazione extramicrosomiale con glutatione ridotto; l’escrezione avviene come derivati cisteinici. Nel presente studio sperimentale abbiamo dimostrato un incremento dell’escrezione urinaria di acidi mercapturici con l’aumentare della dose (100, 200, 500 e 700 mg/kg i.p. in unica somministrazione nel ratto); tale incremento non appare però strettamente proporzionale alla dose, per verosimile saturazione della via coniugativa. Ciò sembra ottenere una diretta conferma anche dal più lento ritorno ai valori di base incrementando la dose (rispettivamente 48, 60, 60 e 72 ore dopo la somministrazione). Il metabolismo appare tuttavia rapido, essendo dimostrabile il picco massimo di escrezione degli acidi mercapturici col campione delle prime 12 ore di somministrazione. Dopo trattamento cumulativo con le quattro dosi (100+200+400+700 mg/kg, una dose al giorno), non è stato osservato un incremento del picco massimo di escrezione rispetto alla dose singola, evento che confermerebbe da un lato la saturazione della via metabolica, dall’altro evidenzierebbe il non accumulo del solvente ed il rapido metabolismo. Nello stesso esperimento è stato osservato un progressivo, importante incremento della proteinuria totale dopo il terzo giorno (carico totale 700 mg/kg), cui si associa un meno marcato incremento dell’enzimuria tubulare (GGT) il quarto giorno (carico totale 1400 mg/kg). Tali risultati indicherebbero come la lesione renale sia più precocemente e prevalentemente a carico del glomerulo.
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