Monobothrium wageneri è un cestode cariofillideo monozoico, ovvero con corpo non segmentato e costituito da una sola proglottide, parassita specie-specifico di Tinca tinca. Segnalato per la prima volta nella seconda metà del XIX secolo proprio in Italia, successivamente è stato riportato in numerosi paesi europei ed extra-europei spesso in conseguenza delle frequenti movimentazioni internazionali di ciprinidi. Nonostante fossero presenti in letteratura numerose descrizioni morfologiche e tassonomiche, risultava una specie poco studiata nel campo della patologia ittica fino al 2011, anno in cui sono stati pubblicati due lavori sull’azione patogena esplicata da questo parassita sull’intestino della tinca e sono state condotte le osservazioni qui riportate. Nel corso di un’indagine parassitologica su specie ittiche dulciacquicole dei laghi dell’Italia settentrionale, in due soggetti di tinca provenienti rispettivamente dal Lago di Iseo e dal Lago di Garda sono stati rinvenuti a livello del primo tratto intestinale cluster formati da 10-20 parassiti tenacemente infissi nella mucosa con lo scolice e con lo strobilo libero nel lume. Il tratto intestinale interessato è stato isolato dal restante pacchetto viscerale, posto inizialmente in soluzione fisiologica per consentire il distacco di alcuni esemplari che sono stati immediatamente fissati in alcool 70°, quindi fissato in formalina tamponata al 10% per l’esame istologico. I parassiti isolati sono stati successivamente chiarificati in lattofenolo di Amman o colorati con carminio boracico per la conduzione di studi morfologici. Le analisi morfometriche hanno permesso di ascrivere il parassita alla specie Monobothrium wageneri. Il ciclo biologico di M. wageneri è ignoto, ma in analogia alle specie nordamericane parassite di pesci Catostomidae sembra riconoscere come unico ospite intermedio un invertebrato anellide oligochete. All’esame istologico si rilevava a piccolo ingrandimento la presenza di numerosi parassiti ammassati e attaccati in uno spazio ridotto della mucosa. La parete intestinale risultava notevolmente inspessita ed espansa, con protrusione nel lume intestinale, nell'area circostante la zona d’infissione dei parassiti, dove al contrario lo spessore della parete appariva diminuito. A questo livello il tessuto presentava necrosi nella porzione rivolta verso il lume, con sfaldamento cellulare e presenza di colonie batteriche. Nel punto di attacco dei parassiti si osservava la scomparsa dell'epitelio della mucosa e tutti gli strati della parete fino alla sierosa esterna erano interessati da un'intensa flogosi di tipo cronico con fibroblasti, macrofagi, linfociti, plasmacellule, scarse cellule granulari eosinofiliche ed eritrociti extravasali. Le imponenti lesioni da noi osservate appaiono sostanzialmente sovrapponibili a quelle descritte da Williams et al. (2011, Dis. Aquat. Org., 97: 143-154) e Dezfuli et al. (2011, Parasites & Vectors, 4: 225). Attualmente non è possibile stabilire quale possa essere l’impatto di questa parassitosi sulle popolazioni di tinca in Italia, ma data l’elevata patogenicità di M. wageneri si renderebbe necessario approfondire le conoscenze epidemiologiche utili a delinearne la diffusione sul territorio italiano.

Infestazione da Monobothrium wageneri (Cestoda: Caryophyllidea) in Tinca tinca del Lago d’Iseo e di Garda.

QUAGLIO, FRANCESCO;
2012

Abstract

Monobothrium wageneri è un cestode cariofillideo monozoico, ovvero con corpo non segmentato e costituito da una sola proglottide, parassita specie-specifico di Tinca tinca. Segnalato per la prima volta nella seconda metà del XIX secolo proprio in Italia, successivamente è stato riportato in numerosi paesi europei ed extra-europei spesso in conseguenza delle frequenti movimentazioni internazionali di ciprinidi. Nonostante fossero presenti in letteratura numerose descrizioni morfologiche e tassonomiche, risultava una specie poco studiata nel campo della patologia ittica fino al 2011, anno in cui sono stati pubblicati due lavori sull’azione patogena esplicata da questo parassita sull’intestino della tinca e sono state condotte le osservazioni qui riportate. Nel corso di un’indagine parassitologica su specie ittiche dulciacquicole dei laghi dell’Italia settentrionale, in due soggetti di tinca provenienti rispettivamente dal Lago di Iseo e dal Lago di Garda sono stati rinvenuti a livello del primo tratto intestinale cluster formati da 10-20 parassiti tenacemente infissi nella mucosa con lo scolice e con lo strobilo libero nel lume. Il tratto intestinale interessato è stato isolato dal restante pacchetto viscerale, posto inizialmente in soluzione fisiologica per consentire il distacco di alcuni esemplari che sono stati immediatamente fissati in alcool 70°, quindi fissato in formalina tamponata al 10% per l’esame istologico. I parassiti isolati sono stati successivamente chiarificati in lattofenolo di Amman o colorati con carminio boracico per la conduzione di studi morfologici. Le analisi morfometriche hanno permesso di ascrivere il parassita alla specie Monobothrium wageneri. Il ciclo biologico di M. wageneri è ignoto, ma in analogia alle specie nordamericane parassite di pesci Catostomidae sembra riconoscere come unico ospite intermedio un invertebrato anellide oligochete. All’esame istologico si rilevava a piccolo ingrandimento la presenza di numerosi parassiti ammassati e attaccati in uno spazio ridotto della mucosa. La parete intestinale risultava notevolmente inspessita ed espansa, con protrusione nel lume intestinale, nell'area circostante la zona d’infissione dei parassiti, dove al contrario lo spessore della parete appariva diminuito. A questo livello il tessuto presentava necrosi nella porzione rivolta verso il lume, con sfaldamento cellulare e presenza di colonie batteriche. Nel punto di attacco dei parassiti si osservava la scomparsa dell'epitelio della mucosa e tutti gli strati della parete fino alla sierosa esterna erano interessati da un'intensa flogosi di tipo cronico con fibroblasti, macrofagi, linfociti, plasmacellule, scarse cellule granulari eosinofiliche ed eritrociti extravasali. Le imponenti lesioni da noi osservate appaiono sostanzialmente sovrapponibili a quelle descritte da Williams et al. (2011, Dis. Aquat. Org., 97: 143-154) e Dezfuli et al. (2011, Parasites & Vectors, 4: 225). Attualmente non è possibile stabilire quale possa essere l’impatto di questa parassitosi sulle popolazioni di tinca in Italia, ma data l’elevata patogenicità di M. wageneri si renderebbe necessario approfondire le conoscenze epidemiologiche utili a delinearne la diffusione sul territorio italiano.
2012
Atti del XVIII Convegno Nazionale della Società Italiana di Patologia Ittica.
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