Spesso le teorie psicologiche e la pratica professionale trascurano di considerare quanto i loro contenuti siano definiti socialmente e culturalmente. Questo tema viene analizzato all’interno delle teorie e delle pratiche terapeutiche relative all’elaborazione del lutto. Gli orientamenti contemporanei sottolineano l’importanza di un affrancamento dai legami con la persona deceduta e il ritorno del partner a uno stile di vita autonomo. Collocando una simile tendenza all’interno del contesto culturale e storico, emerge come essa sia il prodotto della modernità. Infatti, all’interno dell’ethos romantico del secolo precedente, una tale rottura dei legami avrebbe invece distrutto l’identità del singolo e il senso della sua vita. Inoltre, la ricerca esistente sull’elaborazione della sofferenza indica che diversi gruppi di persone si impegnano in differenti pattern d’azione e condividono differenti sistemi di significato al cui interno le loro azioni sono comprese. Così, azioni ritenute disadattive o patologiche in un determinato contesto, sociale o culturale, possono essere pienamente accettate in un altro. Diventa quindi fondamentale abbandonare la concezione della sofferenza come malattia, che prevede un’elaborazione invariante, e inserire il fenomeno della perdita del partner all’interno di una mutevole interazione tra situazioni socio-culturali e percezioni e emozioni individuali. Pertanto, teorie psicologiche e professioni d’aiuto (terapia, sostegno, eccetera) sono chiamate a sviluppare pratiche che sappiano incorporare questa ricca tessitura di possibilità.

Cuori, legami e presenze: La perdita nelle relazioni intime e il "lavoro del dolore"

ZAMPERINI, ADRIANO
2009

Abstract

Spesso le teorie psicologiche e la pratica professionale trascurano di considerare quanto i loro contenuti siano definiti socialmente e culturalmente. Questo tema viene analizzato all’interno delle teorie e delle pratiche terapeutiche relative all’elaborazione del lutto. Gli orientamenti contemporanei sottolineano l’importanza di un affrancamento dai legami con la persona deceduta e il ritorno del partner a uno stile di vita autonomo. Collocando una simile tendenza all’interno del contesto culturale e storico, emerge come essa sia il prodotto della modernità. Infatti, all’interno dell’ethos romantico del secolo precedente, una tale rottura dei legami avrebbe invece distrutto l’identità del singolo e il senso della sua vita. Inoltre, la ricerca esistente sull’elaborazione della sofferenza indica che diversi gruppi di persone si impegnano in differenti pattern d’azione e condividono differenti sistemi di significato al cui interno le loro azioni sono comprese. Così, azioni ritenute disadattive o patologiche in un determinato contesto, sociale o culturale, possono essere pienamente accettate in un altro. Diventa quindi fondamentale abbandonare la concezione della sofferenza come malattia, che prevede un’elaborazione invariante, e inserire il fenomeno della perdita del partner all’interno di una mutevole interazione tra situazioni socio-culturali e percezioni e emozioni individuali. Pertanto, teorie psicologiche e professioni d’aiuto (terapia, sostegno, eccetera) sono chiamate a sviluppare pratiche che sappiano incorporare questa ricca tessitura di possibilità.
2009
Il morire tra ragione e fede. Universi che orientano le pratiche di aiuto
9788890354182
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