Nel 1557, dopo l’edizione dei Discorsi intorno al comporre de i Romanzi uscita a Venezia presso Giolito nel ‘54, Giraldi stampava a Modena, i ventisei canti dell’ Ercole, poema mitologico in ottava rima, che, iniziato a Ferrara, aveva portato con sé nell’amaro soggiorno piemontese. È il quasi sconosciuto Ercole l’opera che il Giraldi considera maggiore, quella da cui si attende fama e riconoscimenti, in vista della quale aveva steso, come propedeutica introduzione teorica, i Discorsi. Nel poema, come nel trattato, l’alternativa proposta dal Giradli non è più tra poema epico regolare e romanzo cavalleresco, fra unità e varietà, verità e finzione narrativa, ma tra una visione astorica ed una ideologicamente compromessa dell’intellettuale e delle sue opere
Tra epica classica e tradizione romanzesca. Introduzione all'Ercole di G.B. Giraldi Cinzio
RASI, DONATELLA
1989
Abstract
Nel 1557, dopo l’edizione dei Discorsi intorno al comporre de i Romanzi uscita a Venezia presso Giolito nel ‘54, Giraldi stampava a Modena, i ventisei canti dell’ Ercole, poema mitologico in ottava rima, che, iniziato a Ferrara, aveva portato con sé nell’amaro soggiorno piemontese. È il quasi sconosciuto Ercole l’opera che il Giraldi considera maggiore, quella da cui si attende fama e riconoscimenti, in vista della quale aveva steso, come propedeutica introduzione teorica, i Discorsi. Nel poema, come nel trattato, l’alternativa proposta dal Giradli non è più tra poema epico regolare e romanzo cavalleresco, fra unità e varietà, verità e finzione narrativa, ma tra una visione astorica ed una ideologicamente compromessa dell’intellettuale e delle sue operePubblicazioni consigliate
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