Nel Medio Evo la pianura veneta era interessata da una rete molto fitta di città, quasi-città, castelli e villaggi. A questa densità doveva corrispondere un livello molto elevato della popolazione. Ciò suggerisce che i bisogni di base fossero distribuiti su uno spazio esteso, con picchi particolari in corrispondenza dei centri urbani. Non c'è da stupirsi, dunque, le fonti del XII e XIII secolo mostrino la preoccupazione di regolamentare lo sfruttamento delle risorse, promuovendo le iniziative di conquista degli spazi paludosi, delle foreste, degli incolti, ecc. Nonostante il livello molto alto dell'antropizzazione e lo sfruttamento intenso delle risorse naturali, l'analisi delle fonti documentarie mostra che, all'inizio del XII e fino al XIII secolo, le città e i villaggi erano sempre circondati da un ecosistema nel quale le parti coltivate rimanevano molto collegate all'incolto. Queste zone incolte rappresentavano, per le comunità di villaggio, una riserva molto importante di sfruttamento comune. Tali aree, inoltre, rappresentarono un elemento essenziale nella strutturazione dei poteri sul territorio, e in particolare nel processo di costruzione del distretto di pertinenza delle città. Nel caso di Padova, è chiaro che il comune utilizzò il suo ruolo di garante della pace per estendere, attraverso il disciplinamento dei conflitti locali sui beni incolti, il suo controllo su un territorio progressivamente più ampio.

L’inculte géré. Gestion locale et intervention des autorités publiques dans le Veneto au Moyen Âge (XIIe-XIVe siècles)

CANZIAN, DARIO;SIMONETTI, REMY
2013

Abstract

Nel Medio Evo la pianura veneta era interessata da una rete molto fitta di città, quasi-città, castelli e villaggi. A questa densità doveva corrispondere un livello molto elevato della popolazione. Ciò suggerisce che i bisogni di base fossero distribuiti su uno spazio esteso, con picchi particolari in corrispondenza dei centri urbani. Non c'è da stupirsi, dunque, le fonti del XII e XIII secolo mostrino la preoccupazione di regolamentare lo sfruttamento delle risorse, promuovendo le iniziative di conquista degli spazi paludosi, delle foreste, degli incolti, ecc. Nonostante il livello molto alto dell'antropizzazione e lo sfruttamento intenso delle risorse naturali, l'analisi delle fonti documentarie mostra che, all'inizio del XII e fino al XIII secolo, le città e i villaggi erano sempre circondati da un ecosistema nel quale le parti coltivate rimanevano molto collegate all'incolto. Queste zone incolte rappresentavano, per le comunità di villaggio, una riserva molto importante di sfruttamento comune. Tali aree, inoltre, rappresentarono un elemento essenziale nella strutturazione dei poteri sul territorio, e in particolare nel processo di costruzione del distretto di pertinenza delle città. Nel caso di Padova, è chiaro che il comune utilizzò il suo ruolo di garante della pace per estendere, attraverso il disciplinamento dei conflitti locali sui beni incolti, il suo controllo su un territorio progressivamente più ampio.
2013
Lisières, landes, marais et friches: les usages de l'inculte de l'Antiquité au XXIe siècle
9782953821666
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