L’ultimo film di Sorrentino, This Must Be the Place, attraverso la storia di una rock star in pensione sulle tracce di colui che fu l’aguzzino del padre, riporta sullo schermo la riflessione sul rapporto fra Cinema e Olocausto e più in generale del rapporto fra etica ed estetica. Il cinema infatti, quale linguaggio che nasce da un meccanismo riproduttivo del mondo che ci circonda, ha fin dalle sue origini un rapporto ambivalente con il reale, l’apparente oggettività fotografica è mediata dal linguaggio quale sistema di significazione che porta con sé la responsabilità del messaggio rivolto allo spettatore e la sua inclusione in un sistema di riferimenti storico-culturali. Recuperare questi riferimenti dalle derive di senso dell’immaginario collettivo attraverso il confronto con la memoria individuale è la sfida posta dal film.
"This Must Be the Place" o della memoria malata
PIVA, MANLIO CELSO
2012
Abstract
L’ultimo film di Sorrentino, This Must Be the Place, attraverso la storia di una rock star in pensione sulle tracce di colui che fu l’aguzzino del padre, riporta sullo schermo la riflessione sul rapporto fra Cinema e Olocausto e più in generale del rapporto fra etica ed estetica. Il cinema infatti, quale linguaggio che nasce da un meccanismo riproduttivo del mondo che ci circonda, ha fin dalle sue origini un rapporto ambivalente con il reale, l’apparente oggettività fotografica è mediata dal linguaggio quale sistema di significazione che porta con sé la responsabilità del messaggio rivolto allo spettatore e la sua inclusione in un sistema di riferimenti storico-culturali. Recuperare questi riferimenti dalle derive di senso dell’immaginario collettivo attraverso il confronto con la memoria individuale è la sfida posta dal film.Pubblicazioni consigliate
I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.
